Cerca

Carlo Lubrano e gli amici dell’Associazione Caponnetto partecipano ai funerali ed alle cerimonie in memoria di Pasquale Romano, il ragazzo ucciso dalla camorra.

Napoli, 19 ottobre:

una giornata piena di impegni per la nostra Associazione in Campania.

E di commozione.

E di tanti spunti di riflessione, per noi stessi e per gli altri.

Presenti il Procuratore nazionale antimafia Piero Grasso, il Sindaco di Napoli de Magistris, il Presidente della Corte di Appello Buonaiuto, il Procuratore Generale Martusciello, il Presidente del Tribunale di Napoli Alemi, il Procuratore della Repubblica Colangelo, il Capo della DDA Cafiero de Raho ed il Presidente della Camera Penale Ciruzzi, si è svolta la cerimonia con la quale è stata intitolata la piazza antistante il Palazzo di giustizia di Napoli a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, i due magistrati uccisi dalla mafia e diventati i simboli della lotta contro tutte le mafie ed il malaffare nel nostro Paese.

Per l’Associazione Caponnetto era presente il suo responsabile per la regione Campania Carlo Lubrano, mentre in rappresentanza delle Associazioni nostre amiche “Camminando nel Sociale” e “Terra Nuova-vittime innocenti della camorra “Antonio Di Bona e Pasquale Miele” hanno partecipato i rispettivi Presidenti avv. Parisi e Salvatore di Bona.

E’ stata l’occasione per il Procuratore nazionale Grasso per parlare anche dell’omicidio di Pasquale Romano-il ragazzo ucciso dalla camorra lunedì a Marianella, quartiere di Napoli a ridosso di Scampia- e della tutela dei parenti delle vittime innocenti.

“ E’ un problema sociale e un popolo si può chiamare civile solo quando dà valore alla ricerca dei condannati, ha detto Grasso, così come al ristoro morale e materiale dei parenti delle vittime, che non devono certamente nutrire sentimenti di rancore o vendetta, ma, come spesso avviene, sono i primi ad impegnarsi ancor di più per migliorare il Paese”.

Il Procuratore Grasso, rivolgendosi alla città di Napoli, ha concluso:

“Napoli resti unita perché uniti si vince, separati si perde. Certamente si è fatto quello che si può in questi casi.

Se non si risolvono però i problemi di devianza sociale ed ambientali, non si può avere una cultura della legalità e questo non è compito delle forze dell’ordine né della magistratura”.

Pasquale Romano è stato trucidato innocentemente appena uscito per strada dalla casa della fidanzata Rosanna Ferrigno per recarsi al lavoro al posto di un cammorrista.

Nella stessa giornata Carlo Lubrano e gli amici della Caponnetto e delle altre due Associazioni nominate hanno partecipato anche ai funerali nella Chiesa di San Biagio, il Santuario di Cardito, paese nel quale abitava appunto Pasquale Romano, del ragazzo ucciso dalla camorra.

Ai funerali hanno partecipato il Ministro Cancellieri, il Prefetto di Napoli, il Sindaco De Magistris, il Questore Merolla, i comandanti provinciali dei Carabinieri Col. Minicucci e della GDF Gen. Rapanotti, i sindaci di Cardito e di tutti i comuni del Circondario.

Cerimonia funebre, questa, presieduta dal Vescovo di Aversa Mons. Angelo Spinillo, che nella sua omelia ha detto fra l’altro:

“Si è detto che Pasquale era nel posto sbagliato. Ma non esistono luoghi sbagliati; sono sbagliati solo il luogo e il momento di chi la vita la calpesta”.

Dopo la cerimonia funebre il Ministro Cancellieri, recatasi a casa dei genitori del ragazzo ucciso, ha detto, con gli occhi lucidi per la commozione:

“Avrete giustizia, faremo tutto ciò che è nelle nostre possibilità per assicurare gli assassini di vostro figlio ad una Corte di giustizia”.

Il nostro responsabile regionale Carlo Lubrano ha a sua volta dichiarato:

“La morte di un innocente va vendicata nell’unico modo in cui uno Stato democratico tratta anche il più lurido degli assassini: facendo giustizia ed arrestando i responsabili e punendoli in maniera esemplare”.

“Lo Stato, ha continuato Lubrano, deve riconquistare Scampia, compiendo il massimo sforzo per sconfiggere la criminalità organizzata.

Mi hanno molto colpito le parole dei genitori di Pasquale Romano, i quali, parlando di Scampia, l’hanno definita “ un quartiere che non appartiene più alla comunità del nostro Stato”.

“Ecco-é sempre Carlo Lubrano a parlare – non possono esistere più zone franche, dove lo Stato non eserciti la sua sovranità.

Questo deve porsi l’obiettivo di riappropriarsi di un’area, quella di Scampia appunto, dove una camorra, non imprenditrice ma rozza, violenta ed assassina, esercita una padronanza non più tollerabile.

Ma per fare ciò lo Stato deve anche risolvere un problema drammatico, quello che riguarda l’occupazione dei giovani in quanto la disoccupazione è una formidabile alleata della camorra che arruola tantissimi ragazzi disperati perché senza lavoro, li paga e li arma per uccidere.

Intanto, ha concluso Carlo Lubrano, per sottrarre il territorio alla criminalità organizzata e riportarlo sotto il controllo dello Stato, bisogna subito creare un “modello Caserta” per Scampia perché quel “modello”, fortissimamente voluto dal Procuratore Cafiero de Raho, ha consentito la decapitazione del clan dei Casalesi.

Sinergia, sinergia, sinergia, perché senza questa, non si va da nessuna parte”.

Carlo Lubrano e gli amici dell’Associazione Caponnetto hanno anche partecipato giovedì scorso, insieme alle altre associazioni ed ai rappresentanti delle istituzioni e della società civile, alla fiaccolata svoltasi a Marianella in memoria di Pasquale Romano e contro la camorra.