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Capolinea Fondi. Quando lo Stato è complice

Dopo un anno di indecisioni, coperture, timori e immobilità il Governo ha deciso le sorti del Comune di Fondi salvandolo in extremis dall’onta dello scioglimento per mafia. Nonostante le comprovate infiltrazioni nella gestione della macchina comunale e gli accertati condizionamenti della ‘ndrangheta sulla politica locale di Fondi il Comune del sud pontino non verrà commissariato e a breve saranno indette nuove elezioni. E nel segreto delle urne sarà possibile votare quegli stessi politici dimissionari che nella relazione del Prefetto di Latina sono chiamati in causa per le loro amicizie e per i favori concessi ai fratelli Venanzio e Carmelo Tripodo, legati alla ‘ndrina dei Romeo di San Luca, ad Aldo Trani, legato a doppio filo con i Tripodo, e al clan dei casalesi. Ma la scelta del Governo è stata preceduta da una strategia politica ben precisa: le dimissioni della giunta e dei consiglieri di maggioranza. Un “exit strategy” locale che ha permesso al Governo di decidere a cuor leggero sulle sorti di Fondi. Senza dimissioni sarebbe stato molto più complicato evitare lo scioglimento per mafia.

Il Governo ha ritenuto sufficiente le dimissioni considerandole un atto di responsabilità, facendo finta di non cogliere la reale strategia di Parisella, sindaco di Fondi, e di Fazzone, senatore Pdl eletto con 50 mila voti a Latina, la sua provincia. Obiettivi raggiunti: alle prossime elezioni anticipate Caludio Fazzone potrà ricandidare Parisella e il suo gruppo e allo stesso tempo il Governo non ha deluso una delle sue roccaforti assicurandosi il consenso futuro. Uno scambio di favori che ha evitato il commissariamento e la recisione dei legami tra clan e politica. E se Berlusconi e la sua squadra qualche tempo fa si erano inclusi nell’antimafia dei fatti e non delle parole, con la gestione maldestra del caso Fondi hanno dimostrato esattamente il contrario. Forse è arrivato il tempo di un opposizione che faccia notare loro il reale motivo della persistenza delle mafie. I mafiosi non sono briganti, non lo sono mai stati, non si combattono con soli blitz notturni nei bunker, la loro forza è il sostegno politico e imprenditoriale, l’omertà e l’acquiescenza di chi pensa di poter trovare giovamento e vantaggio chiedendo un aiuto ai clan. Non è mai esistita una mafia svincolata dal potere, la stessa parola ha in sé il germe del potere.
Giovanni Tizian

(Tratto da Rivist@)