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Capo dello Stato, Corte Costituzionale, Giudici, Stampa: tutti nel mirino del Premier. Attenti: marciamo verso un regime dispotico. Il “caso Fondi” è carico di significati ed emblematico…

La lista nera del premier

Tra televisione e conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri, Berlusconi continua ad attaccare tutti, presunti responsabili di un complotto contro la sua persona. Sul Capo dello Stato dice: “E’ stato un protagonista della sinistra e nulla può cambiare la sua storia”. Non dà pace alla Corte costituzionale: “Non è super partes, cinque giudici sono nominati da Presidenti della Repubblica di sinistra”. Parla poi di “una certa magistratura politicizzata, concentrata soprattutto a Milano” e se la prende con il “Corsera”: “E’ diventato un giornale di sinistra”

Un timido passo indietro nella forma, ma nessun ripensamento per ciò che attiene alla sostanza. Dopo lo scontro con il Quirinale immediatamente successivo alla bocciatura del Lodo Alfano, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi cerca di ripristinare toni istituzionali nel confronto con il Colle, ma senza rinunciare alla polemica. Poi ancora attacchi all’opposizione, alla Corte costituzionale, alla magistratura, all’informazione. Per comprendere a che punto sono arrivate le ossessioni del premier, è sufficiente la cronaca di una giornata di offensive direttissime. Dove la parola “sinistra” è risuonata continuamente nelle parole del premier, nel proverbiale senso dispregiativo, come sinonimo del male.

“Per il futuro – ha detto Berlusconi intervenendo in diretta nel corso del telegiornale delle 8 di Canale5 – sono convinto che sia possibile una leale dialettica tra il Quirinale e il governo e sono certo che non ci sarà nessuno ostacolo al nostro programma di riforme per cambiare l’Italia. Bisogna però sgomberare il campo da troppe ipocrisie. La coabitazione politica non è facile in nessun paese, anche in Francia ci sono state difficoltà. In Italia c’è una dialettica insita nei ruoli diversi che la Costituzione assegna al presidente della Repubblica e al presidente del Consiglio. E non credo che questa dialettica venga modificata da una sentenza politica della Corte Costituzionale. Ma è anche chiaro a tutti che non c’è nessuno che in Italia si possa considerare super partes. Sicuramente non è la Consulta super partes, con i suoi ultimi cinque giudici di sinistra nominati dagli ultimi tre presidenti della Repubblica di sinistra. Napolitano è stato un protagonista della sinistra e nulla può cambiare la sua storia. E credo di non dire nulla fuori di ragione se mi permetto di ricordare che questa è la situazione”.

Berlusconi ha poi smentito di voler ricorrere alla piazza perché “siamo al governo, abbiamo il consenso popolare, un consenso che è aumentato. Se c’è un governo legittimato dal sostegno degli elettori è il nostro. E’ chiaro che siamo maggioranza e governeremo per cinque anni”.

“Tranne il popolo – ha proseguito il Cavaliere – cioè il 68,7% degli italiani, il nostro governo ha contro tutti: una minoranza organizzatissima di magistrati rossi, il 70 per cento della carta stampata, tutti i talk show della tv pubblica, gli spettacoli satirici”. Sui magistrati, Berlusconi ha affermato che “c’è ancora qualche buontempone che ha il coraggio di sostenere ancora che dovrei farmi processare. Ma contro di me ci sono stati 109 procedimenti, più di 2500 udienze, più di 530 perquisizioni, e ho dovuto spendere più di 200 milioni di euro per pagare consulenze ed avvocati. Sul giudizio della consulta sul lodo Alfano non mi ero mai fatto illusioni perché si tratta di un organismo politico che emette sentenze politiche che sono quindi sentenze di parte”.

In seguito, parlando al termine del Consiglio dei ministri, il premier ha ribadito il concetto: “Sono in assoluto il maggior perseguitato dalla magistratura di tutta la storia di tutte le epoche del mondo. Ho tutte queste cause perché sono presidente del Consiglio e rappresento un argine alla sinistra in Italia”. Berlusconi è tornato anche sulla decisione della Consulta, definendo il suo comportamento “non leale verso il Parlamento e io credo che la lealtà sia importante nei rapporti tra istituzioni”.

Tra gli organi della sinistra che lo perseguitano il premier ha, inserito il “Corriere della Sera” che da “foglio conservatore della buona borghesia italiana, è diventato un foglio di sinistra e questo ci dispiace molto”. Tuttavia a dispetto dell’informazione schierata e della magistratura militante, si dice “sereno perché sono sempre stato assolto”.

Il Cavaliere ha puntato il dito su “certa magistratura politicizzata, concentrata soprattutto a Milano”. “Io -ha argomentato ancora il presidente del Consiglio – faccio semplicemente la fotografia della realtà delle cose. Ci sono ora in giro delle ipocrisie che non mi toccano, perché io non rientro nel gioco”. Le cosiddette toghe rosse si trovano soprattutto al tribunale di Milano.

“Questa sinistra, minoranza del paese, non ha altri argomenti su cui fare presa contro il lavoro del premier e della sua straordinaria squadra di governo. Si attacca invece alla magistratura politicizzata che, per fortuna, è una piccola minoranza molto organizzata e, quindi, molto attiva soprattutto al tribunale di Milano, perché è l’unica arma che gli rimane – ha concluso – per cercare di sovvertire il voto degli elettori”.

(Tratto da Aprileonline)