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Camorra. Secondo agguato al proprietario del circolo dove venne ucciso il ras Barbudos

FAIDA DI CAMORRA
Camorra. Secondo agguato al proprietario del circolo dove venne ucciso il ras Barbudos
Sotto assedio il clan De Luca Bossa che stava tentando di ‘rialzare la testa’: la pista principale porta ai De Micco

di REDAZIONE

PONTICELLI. Un nuovo agguato. Sempre ai danni della stessa persona che meno di una settimana fa era riuscita a seminare due centauri in moto, e armati, che gli stavano dando la caccia. Ponticelli, periferia est di Napoli. I De Luca Bossa sono sotto assedio. L’assedio di un clan locale, i De Micco. Venerdì sera un esponente della famiglia malavitosa che ha storicamente la sua base operativa nel rione di edilizia popolare denominato Lotto O è sfuggito alla morte. O forse all’ennesimo avvertimento. Un raid armato che, manco a dirlo, non è stato segnalato alle forze dell’ordine. Le verifiche sono scattate lo stesso, perché la voce è rimbalzata all’orecchio di polizia e carabinieri. E la pista è sempre la stessa: i De Micco, meglio noti come i ‘Bodo’, avrebbero deciso di cacciare dal rione i De Luca Bossa dopo aver avuto il sentore che i De Luca Bossa si stessero organizzando, alleandosi con altri clan del centro di Napoli, per ribellarsi a loro ed evitare di continuare a pagare il pizzo sullo spaccio di droga. L’idea di un riassetto dei De Luca Bossa è balenata il pomeriggio dello scorso 7 giugno quando in via Cleopatra, nel cuore del Lotto 0, due persone col volto scoperto hanno fatto irruzione in un circoletto ricreativo abusivo ed hanno ucciso il boss degli Esposito-Genidoni Raffaele Cepparulo detto Ultimo e l’innocente Ciro Colonna, di appena 19 anni.

Quel circoletto era gestito da un esponente dei De Luca Bossa, la stessa persona che per ben due volte è sfuggita ad un agguato nell’arco degli ultimi sette giorni. L’ipotesi è che Cepparulo – allontanatosi dalla Sanità per sfuggire alla sete di vendetta dei Vastarella ai quali gli Esposito-Genidoni hanno ucciso due persone nella strage del 22 aprile in via Fontanelle – sia riparato a Ponticelli perché lì aveva diversi agganci. E soprattutto aveva protezione. Quella dei De Luca Bossa. Una circostanza poco gradita ai De Micco, che dal gennaio 2013 all’ottobre del 2014 sono stati protagonisti feroci della guerra di camorra contro i D’Amico e il gruppo del rione De Gasperi, rivelatisi tenaci oppositori all’ascesa criminale dei ‘Bodo’. I De Micco hanno spento il fuoco della resistenza a colpi di agguati e di omicidi eccellenti. Credevano di aver chiuso la partita, sino al giorno della morte di Cepparulo che ha rimesso in discussione le loro certezze. Di qui – ipotizzano gli investigatori – la decisione di rialzare la voce contro le ‘mine vaganti’ e cacciarle. Cacciarle da Ponticelli. I De Luca Bossa sotto assedio. Della camorra e della magistratura. Lunedì scorso, nell’ambito della maxi-inchiesta che in una notte ha liberato un altro rione di edilizia popolare, il Conocal, dallo stretto laccio della camorra, è finita in carcere Anna De Luca Bossa, la reginetta del Lotto O, la donna che avrebbe continuato a fare gli interessi della sua famiglia dopo la cattura di sua madre Teresa De Luca Bossa e di suo marito Ciro Minichini, nonché del suo fratellastro Christian Marfella, sceso in campo nel pieno della faida tra i De Micco e i D’Amico al fianco di questi ultimi.

di Manuela Galletta, Metropolis

25/06/2016

fonte:www.internapoli.it