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Camorra, l’ex sindaco arrestato: “Zagaria imprenditore con certificato antimafia”.

Il problema  che  questo signore avesse  il certificato antimafia ci obbliga a fare qualche considerazione sul funzionamento o meno di talune Prefetture d’Italia.Fatto sempre salvo il  principio della presunzione di innocenza  fino a sentenza definitiva,il discorso che noi facciamo é di carattere generale  e non riguarda solamente la Prefettura di Caserta  per la quale,comunque,parlano i fatti verificatisi almeno per il passato.Qualcuno di  una Prefettura del Lazio accusa l’Associazione Caponnetto di……..”avercela con le Prefetture”.Precisiamo subito che noi “ce l’abbiamo” con quelle Prefetture  CHE NON FUNZIONANO COME  PRESCRIVE LA LEGGE  e non con tutte ,anche se riteniamo che ad esse DEBBA ESSERE SOTTRATTA  immediatamente   la competenza in materia di prevenzione antimafia ( al riguardo abbiamo elaborato una nostra proposta di legge che abbiamo già illustrato a qualche gruppo parlamentare che ha accettato di incontrarci  ed ascoltarci).”Ce l’abbiamo”,ad esempio,con la Prefettura di Latina,una provincia piena di mafie,che NON  emette una sola interdittiva antimafia,come con tutte quelle altre  che si comportano  allo stesso modo.”Ce l’abbiamo” con la Prefettura di Caserta  ,che ha rilasciato  il certificato antimafia a Zagaria ,ove  dovessero  risultare fondate le accuse nei suoi confronti. Cosa significa questo? Che,prima di rilasciare certificati liberatori,NON  SI FANNO  LE INDAGINI prescritte dalla legge.Per dolo,per complicità,per collusione con la mafia,per superficialità ?
Un altro capitolo,questo del rilascio o non rilascio dei certificati antimafia da parte delle Prefetture  e della mancata osservanza  dei doveri   in materia di prevenzione antimafia,sul quale la Magistratura inquirente dovrebbe  aprire un’indagine rigorosa perché é proprio qua la fonte di tanti guai.Certamente il comportamento di taluni  organi centrali  nei confronti di quei pochi Prefetti che si mostrano zelanti  nell’applicazione al riguardo della legge ( i vecchi “casi” del Prefetto Sodano in Sicilia,di Frattasi a Latina,di Mosca a Roma e,più di recente ,di Guida a Trapani,trasferito in quattro e  quattr’otto ad Isernia per aver “osato” applicare la legge ad Isernia ,per citarne solo alcuni fra i  più eclatanti),ci impone alcuni interrogativi e molti dubbi sulla  reale volontà dei governi  di combattere le mafie,ma questo non  può  e non  deve far chiudere occhi e bocca a chi,come noi che difendiamo lo Stato di diritto con i denti e con il pugnale in bocca,  su una situazione  che  grida vendetta .Se ci sono Prefetti,Vice Prefetti ,dirigenti prefettizi  che si mostrano “disattenti” – per non dire “collusi con le mafie”-vanno arrestati , condannati e cacciati,Ma altrettanto condannati e cacciati a calci nel sedere debbono essere i Ministri dell’Interno che li hanno messi e mantenuti in quei posti.
                                                                                                                                                                                                                         Associazione A.Caponnetto
Il Fatto Quotidiano, Mercoledì 27 aprile 2016

Camorra, l’ex sindaco arrestato: “Zagaria imprenditore con certificato antimafia”
Sentito dal Gip di Napoli Anna Laura Alfano che ne ha firmato l’ordinanza di arresto in carcere, l’ex sindaco Pd di Santa Maria Capua Vetere Biagio Di Muro si difende dalle accuse di corruzione. L’imprenditore che risponde per il reato 416 bis invece ha scelto di non rispondere

di Vincenzo Iurillo
Alessandro Zagaria fino a sei mesi fa era un imprenditore titolare di appalti pubblici alle mense universitarie napoletane con tanto dicertificato antimafia. Come potevo mai immaginare che potesse essere un soggetto ritenuto colluso con il clan dei Casalesi”? Sentito dal Gip di Napoli Anna Laura Alfano che ne ha firmato l’ordinanza di arresto in carcere, l’ex sindaco Pd di Santa Maria Capua Vetere Biagio Di Muro si difende dalle accuse di corruzione con l’aggravante del metodo mafioso formulate dai pm della Dda di Napoli per la presunta ‘torta’ sull’appalto di Palazzo Teti Maffuccini da ristrutturare in Polo per la Legalità. Appalto che doveva essere assegnato a imprese ritenute vicine al clan Zagaria attraverso la regia dell’omonimo (e non parente del boss Michele Zagaria) imprenditore di Casapesenna.

Assistito dall’avvocato Giuseppe Stellato, Di Muro ha confermato i contatti con il consigliere regionale e presidente dell’assemblea regionale dei Dem Stefano Graziano (indagato per concorso esterno in associazione mafiosa), all’epoca consulente del governo Renzi, per salvare il finanziamento pubblico, circostanza peraltro priva di rilievo penale. Di Muro ha escluso che “rapporti tra Graziano e Zagaria”. Eppure nel decreto di perquisizione a firma dei pm della Dda si legge di incontri “plurimi” che sono stati documentati (pedinamenti e immagini) e almeno di una intercettazione in cui il politico dem ringrazia per i voti che gli hanno permesso di essere eletto nel consiglio regionale della Campania.

I pm hanno rivolto a Di Muro alcune domande sull’incontro tra l’ex sindaco e Zagaria documentato da un appostamento degli inquirenti nei pressi dell’università. Di Muro ha respinto l’accusa di aver intascato una sontuosa tangente sull’appalto. L’avvocato ha sottolineato che Loredana Di Giovanni, la signora che il 19 settembre 2015 ha fatto alcune ammissioni agli inquirentispiegando i dettagli della presunta trama corruttiva, i luoghi degli incontri e la quantità di denaro consegnata, non sa se Di Muro abbia ricevuto la presunta tangenti.

La difesa dell’ex sindaco ha sollevato un tema: è plausibile che un’impresa stanzi 100.000 euro di tangenti da dividere in più fette da destinare a diversi soggetti quando non ha ancora ricevuto il contratto esecutivo dei lavori di Palazzo Teti che non sono mai partiti e che finora non è stato erogato un euro di finanziamento? Di Muro ha spiegato di conoscere Alessandro Zagaria “da circa sei o sette anni. La conoscenza e la frequentazione è avvenuta nell’ambito delle mense e delle sue attività imprenditoriali”. Zagaria davanti al gip invece ha scelto il silenzio e si è avvalso della facoltà di non rispondere.