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CAMORRA IN VENETO. E fu così che il dialetto casalese sbarcò in gondola a Venezia

12 Aprile 2023 – 12:50

CASAL DI PRINCIPE – Si chiude un passaggio importante nel processo sulla presunta influenza del clan dei Casalesi, attraverso il lavoro di Luciano Donadionel Veneto orientale e in particolare sulla zona di Eraclea.

Il l tribunale di Venezia, infatti, ha dichiarato chiusa l’istruttoria dibattimentale con le parti che si preparano alle discussioni che cominceranno dalla requisitoria dei pm della Dda lagunare.

Nel corso dell’ultima udienza la Dda ha ricevuto l’okay del deposito di 1.500 file, molti dei quali intercettazioni registrate in dialetto, nonostante le eccezioni presentate dalla difesa. 

Le indagini avevano portato alla luce nel febbraio 2019 un sistema di malaffare diffuso e di legami tra esponenti della fazione Schiavone ed imprenditori e politici di Eraclea, oltre che bancari, professionisti e componenti delle forze dell’ordine. Per circa vent’anni, come confermato dalla sentenza del rito abbreviato, il clan mafioso aveva gestito i propri affari nella zona, stringendo alleanze con la politica e l’imprenditoria locale.

Chiamato a testimoniare come parte lesa nel processo sui casalesi di Eraclea, il governatore Luca Zaia ha parlato la scorsa settimana: “Prima eravamo convinti, e forse avevamo la presunzione di essere indenni da questi fatti; oggi non abbiamo più questa convinzione e abbiamo la certezza che abbiamo infiltrazioni malavitose e mafiose anche in Veneto”. Questo ha dichiarato all’Agenzia Ansa.

Fonte:https://casertace.net/clan-dei-casalesi-in-veneto-le-intercettazioni-in-dialetto-entrano-nel-processo/