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Camorra e politica, confiscato un ‘tesoro’ da 4 milioni all’ex consigliere regionale

Camorra e politica, confiscato un ‘tesoro’ da 4 milioni all’ex consigliere regionale

Di redazione

14 Settembre 2022

La Corte di Cassazione ha reso irrevocabile la confisca dei beni dell’imprenditore ed ex consigliere regionale Nicola Ferraro, per un valore di 4 milioni di euro, tra proprietà e rapporti finanziari.  Originario di Casal di Principe, Ferraro ha già scontato i 5 anni e 4 mesi di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa e già perso le indennità e il vitalizio da consigliere regionale.

Nel dettaglio, confiscati una villa ad Arienzo, del valore di 350mila euro, un appartamento a Caserta da 212mila euro, un fabbricato a Casal di Principe da 320mila euro, un appartamento a Gaeta da 270mila euro, un’autovettura Bmw, un conto deposito e quote societarie. Un appartamento a Teverola torna invece nella disponibilità della prima moglie di Ferraro.

LA PRECEDENTE OPERAZIONE

Nell’ottobre del 2020 la Polizia di Stato e il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Caserta, in esecuzione di apposito decreto del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere – Sezione Misure di Prevenzione, emesso su proposta del Questore di Caserta, hanno sottoposto a confisca i beni, le partecipazioni societarie, i rapporti finanziari e bancari, per un valore pari ad oltre 4 milioni di euro. Operazione svolta in Campania e nel Lazio.

I beni riconducibili a Nicola Ferraro, il 59enne di Casal di PrincipeFerraro già esponente politico di rilievo regionale quale Consigliere della Regione Campania e imprenditore nel settore del trattamento dei rifiuti.

L’INDAGINE SU FERRARO

Il provvedimento ablativo rappresenta l’epilogo della complessa ed articolata indagine svolta dalla Divisione Polizia Anticrimine della Questura di Caserta e dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Caserta che ha permesso di ricostruire gli asset patrimoniali e finanziari nella disponibilità diretta ed indiretta  (tramite i suoi familiari) di Ferraro, acquisiti con i proventi delle attività illecite commesse nel tempo, attività che, compendiate in apposita proposta del Questore di Caserta, aveva condotto ad un iniziale sequestro di prevenzione.

IL RAPPORTO TRA IL CLAN DEI CASALESI E IL CONSIGLIERE REGIONALE

Ferraro è stato riconosciuto dal Giudice Penale come imprenditore e politico colluso, almeno dal 2000 in poi e comunque già prima della sua elezione al Consiglio Regionale della Regione Campania, avvenuta nel 2005, con i reggenti del “clan dei casalesi – fazioni Schiavone e Bidognetti”, al raggiungimento dei cui scopi ha asservito sia la propria attività imprenditoriale, anche quale amministratore della Ecocampania srl, poi fallita, che quella politica, ricevendone in cambio sostegno elettorale ed un appoggio determinante per la sua stessa affermazione imprenditoriale.

Fonte:https://internapoli.it/nicola-ferraro-confisca/