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Camorra e non solo a Gaeta

Molti anni fa la Guardia di Finanza, seguendo un filone di fatture sospette, individuò un appartamento in una strada di Serapo in cui operavano soggetti sospettati di appartenenza all’ex banda della Magliana.

Poi ci fu il caso della Ditta che effettuava lavori nel porto di Gaeta sospettata di essere vicina alla famiglia di Totò Riina.

Come pure c’è stato quello del sequestro di una nave il cui armatore pare che appartenesse ad un giro somalo nel quale si imbatté Ilaria Alpi, che pagò ciò con la vita.

Ma non finisce qua, perché, con il trascorrere degli anni, ci sono stati altri casi molto sospetti, qual’è quello che ha fatto paventare manovre molto oscure della camorra dietro il tentativo di acquisizione di una grossa azienda.

Ultimamente c’è stata una vicenda di traffico di carburante per la quale è intervenuta anche la Guardia di Finanza di Frosinone, bloccata nello svolgimento di un’operazione – si dice –da quella di Formia.

Ma è tutto il settore delle compravendite immobiliari e dei lavori edili ad essere fortemente attenzionato ed occupato da soggetti provenienti dalla Campania e, in particolare, da Casal di Principe e dell’aversano. E’ già stato fatto al riguardo, con un ritardo di anni, qualche sequestro.

Gaeta, come Formia, territorio di camorra. Lo dicono anche i magistrati della DDA di Napoli, che di camorra sono ben informati.

Lo ha ammesso anche l’attuale sindaco quando ha dichiarato pubblicamente che la città è una “lavatrice di denaro sporco”.

Stiamo insistendo da anni sulle necessità di fare una profonda azione di monitoraggio di tutto il settore delle compravendite, finora –pare-inascoltati.

Eppure ci dicono che non passi giorno in cui… ”napoletani” non acquistino, a fior di milioni e tutti sull’unghia, appartamenti su appartamenti.

Senza che nessuno faccia niente per bloccare questo fenomeno

Ass. A. Caponnetto