Camorra dei Piccolo-Letizia e dei Perreca: 21 condanne in Appello
La sentenza pronunciata dalla corte partenopea ha confermato il verdetto per 11 imputati. Sconti per altri 10
Attilio Nettuno
05 novembre 2021 19:0
ra conferme e riduzioni di pena arrivano 21 condanne nel processo d’Appello a carico del gruppo Piccolo-Letizia di Marcianise e Perreca di Recale.
La Corte d’Appello di Napoli ha rideterminato al ribasso le pene inflitte in primo grado condannando: Andrea Letizia, 45 anni di Marcianise, a una pena complessiva di 29 anni; Michele Maietta, 38 anni di Marcianise, a una pena complessiva di 9 anni, difeso dall’avvocato Giuseppe Foglia; Antonio Letizia, 52 anni di Marcianise, a 20 anni; 6 anni e 8 mesi per Giuseppe Letizia (detto Vincenzo), 30 anni di Marcianise, difeso dall’avvocato Gaetano Laiso; 6 anni e 4 mesi per il collaboratore di giustizia Primo Letizia; 20 anni per Antimo Mastroianni, 57 anni di Recale; 20 anni per Giovanni Perreca, 61 anni di Recale; 6 anni per Domenico Piccolo; 20 anni per Pasquale Piccolo, 61 anni di Marcianise detto Rockfeller, difeso dall’avvocato Massimo Trigari; 20 anni per Achille Piccolo.
Confermate, invece, le pene inflitte in primo grado all’esito del giudizio con abbreviato per: Fabio Buanno, 58 anni di Marcianise, con una pena complessiva di 7 anni e 4 mesi; Luigi Caterino, 71 anni di Casal di Principe, con una pena complessiva di 8 anni e 7 mesi; Francesco Antonio Celeste, 36 anni di Caserta, per una pena complessiva di 5 anni e 6 mesi; 6 anni e 8 mesi per Maria Cristiano, 56 anni di Marcianise; Pietro De Lise, 50 anni di Portico di Caserta, con una pena complessiva di 9 anni e 4 mesi; 13 anni e 4 mesi per Antonio Nacca, 41 anni di Marcianise; 10 anni e 8 mesi per Luigi Noia, 59 anni di Recale; 6 anni e 8 mesi per Angelo Piccolo, 41 anni di Marcianise; 6 anni e 8 mesi per Palma Bellopede Piccolo, 44 anni di Marcianise; 9 anni e 6 mesi per Vincenzo Timbone, 47 anni di Afragola. Confermata la sentenza anche per Giovanni Timbone. Nel collegio difensivo sono stati, inoltre, impegnati gli avvocati Andrea Piccolo, Francesco Liguori, Nicola Marino, Mirella Baldascino, Dezio Ferraro, Umberto Elia, Renato Jappelli ed Angelo Raucci.
L’inchiesta aveva messo in luce l’attuale pericolosità del sodalizio criminale dei Piccolo-Letizia, soprattutto dopo i numerosi arresti che hanno minato la leadership del clan rivale dei Belforte sul comprensorio tra Marcianise e comuni limitrofi.
Nelle oltre 600 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare viene fotografata la faida che ha provocato numerose vittime tra gli anni ’90 ed il 2009. Prima la separazione tra il gruppo dei Cutoliani, con i Belforte, ed il gruppo dei Quaqquaroni, alleati alla “Nuova Famiglia” di Antonio Bardellino, fondatore del clan dei Casalesi, e poi la successiva scissione dei Letizia dai Mazzacane, causata dal duplice omicidio di Biagio Letizia e Giovanna Breda, genitori di Primo e Salvatore Letizia passati, poi, nella fazione opposta dei Piccolo.
Ma non solo sangue ed omicidi. L’inchiesta ha portato alla luce l’evoluzione del gruppo dei Piccolo-Letizia con la transizione dalla fase armata a quella dell’infiltrazione economica con aziende facenti capo al gruppo criminale.
Le attività investigative, incentrate sulle intercettazioni dei colloqui in carcere e sulle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, hanno offerto un rilevante spaccato delle tensioni interne al clan Piccolo, soprattutto tra la componente “Piccolo” e quella “Letizia”, negli anni successivi al 2005, allorquando, le numerose operazioni di polizia giudiziaria e il proliferare di collaboratori di giustizia nelle fila del clan Belforte segnavano il progressivo indebolimento di tale sodalizio e la progressiva ripresa delle attività del clan dei Quaqquaroni, nell’ambito del quale iniziavano frizioni tra le due fazioni, per contendersi il ruolo di leader.
Fonte:https://www.casertanews.it/cronaca/camorra-piccolo-letizia-condanne-appello-marcianise.html