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Camorra, 17 arresti tra i Casalesi. Indagato il prefetto di Frosinone

NAPOLI – Una maxi operazione dei carabinieri, disposta e coordinata dalla Direzione Distrettuale Anti Mafia di Napoli, si è svolta questa mattina in Campania contro il clan dei “Casalesi”. Si tratta di un’azione repressiva finalizzata all’esecuzione di 17 ordinanze di custodia cautelare e al sequestro di beni per un valore (stimato) di quasi un miliardo di euro.

Tra gli arrestati c’è anche l’ex consigliere regionale dell’UDEUR, Nicola Ferraro mentre, tra i destinatari delle ordinanze di custodia cautelare spiccano i nomi del super latitante Antonio Iovine e quello del figlio del boss Francesco Schiavone detto “Sandokan”, Nicola.

A quest’ultimo, i carabinieri hanno recapitato – il provvedimento firmato dal Giudice per le Indagini Preliminari – nel carcere dove è detenuto, dallo scorso 15 giugno, con l’accusa di essere il mandante dell’omicidio di: Francesco Buonanno, Modestino Minutolo e Giovan Battista Papa, i tre affiliati al clan camorristico uccisi per uno “sgarro” nel 2009.

Tra i reati che, a vario titolo, vengono contestati dagli inquirenti vi sono: l’associazione mafiosa, il riciclaggio e la turbativa d’asta. Proprio per quest’ultimo reato, i Pubblici Ministeri: Antonello Ardituro e Marco Del Gaudio avevano chiesto un’ordinanza di custodia cautelare anche nei confronti dell’attuale prefetto di Frosinone, Paolino Maddaloni, ma il GIP, Vincenzo Alabiso – pur confermandone l’iscrizione nel registro degli indagati – ha respinto la richiesta d’arresto.

Tutta l’operazione di questa mattina fa seguito ad un’indagine che, partita dall’appalto delle centraline per il monitoraggio della qualità dell’aria, ha permesso di evidenziare una ramificata infiltrazione della camorra nel sistema degli appalti pubblici in tutto il Casertano.

Associazione camorristica per Nicola Ferraro Pesante l’accusa di associazione camorristica sollevata contro l’ex consigliere dell’UDEUR.Dalle indagini, infatti, sarebbe emerso un ruolo di primo piano di Nicola Ferraro, eletto nel 2005 al Consiglio regionale della Campania con i voti procurati – secondo l’accusa – dal clan dei “casalesi” in cambio del sostegno per l’aggiudicazione di appalti pubblici. Il Ferraro è accusato di essersi accordato – nella doppia veste di imprenditore nel settore dei rifiuti ed esponente politico di rilievo regionale – con i boss delle associazioni criminali egemoni nel Casertano e, in particolare, con i reggenti dei gruppi Schiavone e Bidognetti. Secondo gli inquirenti, l’ex consigliere regionale avrebbe ricevuto, appunto, sostegno elettorale e, assieme al fratello Luigi, a sua volta arrestato, un appoggio determinante per l’affermazione delle loro aziende. In cambio, avrebbero prestato la loro opera a favore del clan dei casalesi “per agevolare – scrive il GIP – l’attribuzione di risorse pubbliche attraverso l’aggiudicazione di appalti ad imprese compiacenti, nonché per favorire il controllo da parte del clan dello strategico settore economico dello smaltimento dei rifiuti”. Nicola Ferraro, titolare della “Eco Campania”, azienda attiva nel settore dei rifiuti, era acerrimo rivale dei fratelli Michele e Sergio Orsi, titolari della “Eco 4” e concorrenti nell’aggiudicazione degli appalti. Stando a quanto riferito dal pentito Oreste Spagnuolo, il killer Giuseppe Setola – nel corso di un incontro con Luigi Ferraro – lo salutò ricordandogli di riferire al fratello “che di lì a qualche giorno avrebbe ricevuto un regalo”. “Cadeau” – secondo gli inquirenti – puntualmente recapitato, da lì a pochi giorni, appunto, quando Michele Orsi fu assassinato a Casal di Principe proprio dal gruppo di Setola.

La posizione del prefetto Maddaloni, invece, viene definita – in una nota della Procura – “marginale”. Prefetto che avrebbe spinto, appunto, il GIP a valutare come eccessiva la misura interdittiva richiesta dai PM. In particolare, il coinvolgimento di Maddaloni sarebbe legato ad una conversazione telefonica – intercettata tra Nicola Ferraro e il dirigente del settore pianificazione-programmazione del Comune di Caserta, Maurizio Mazzotti – relativa alla gara per le centraline di rilevamento dell’inquinamento dell’aria. L’affare delle “centraline”I fatti contestati a Maddaloni si riferiscono al 2008 quando, l’attuale prefetto di Frosinone, svolgeva la sua attività come come sub commissario prefettizio al Comune di Caserta. Secondo quanto riportato dal GIP nell’ordinanza “Maurizio Mazzotti, dirigente del settore Pianificazione, programmazione e assetto del territorio del Comune di Caserta nonché responsabile del procedimento Urban, Nicola Ferraro, consigliere regionale Udeur e soggetto influente sulla pubblica amministrazione del Comune di Caserta, Paolino Maddaloni, vice prefetto delegato per lo stanziamento dei fondi, e Sergio Solmi, titolare dell’impresa Orion predestinata a vincere la gara, turbavano il pubblico incanto relativo ai lavori per l’installazione, nella gara pubblica bandita dal Comune di Caserta, delle centraline per il monitoraggio della qualità dell’area nel territorio comunale di Caserta per un importo complessivo di 530 mila euro”.

Il progetto per le centraline era stato approvato nel 2004, per un importo di 387 mila euro cifra che poi lievitò fino a raggiungere il milione e 400 mila euro. Alla gara partecipò la Orion, che fu ammessa provvisoriamente perché la documentazione era carente. La gara fu però annullata dal prefetto Maria Elena Stasi perché, dopo dieci mesi, l’appalto non era stato ancora aggiudicato.

“Sorpreso ed amareggiato” s’è detto, in una nota, il prefetto di Frosinone. “Non conoscendo assolutamente i fatti devo ritenere che la vicenda possa essere avvenuta tra la fine del 2005 e la primavera del 2006 quando – ricorda – ero sub commissario al Comune di Caserta con il commissario straordinario prefetto Maria Elena Stasi”.

Un miliardo sequestrato ai casalesi L’operazione di oggi dei carabinieri, come detto, ha portato anche al sequestro di beni per oltre 1 miliardo di euro fatto di imprese, complessi turistici, appartamenti e terreni, nei quali venivano reinvestiti gli enormi proventi illeciti del sodalizio.
Alessandro Bongarzone

(Tratto da Dazebao)