Cerca

Calogero Montante e i suoi segreti

Calogero Montante e i suoi segreti

I fatti oggetto del presente procedimento appaiono imperniati intorno ad una figura nucleare, identificabile in Antonio Calogero MONTANTE, il quale, ad avviso del P.M., avrebbe realizzato la propria scalata imprenditoriale sfruttando, abilmente, l’immagine, che si era artificiosamente costruito, di paladino dell’antimafia al fine di oppugnare la concorrenza in nome di presunte battaglie legalitarie.

MONTANTE, in particolare, avrebbe creato un’associazione a delinquere, nella quale esponenti delle diverse forze dell’ordine (Giuseppe D’AGATA, ufficiale dell’Arma dei Carabinieri; Gianfranco ARDIZZONE ed Ettore ORFANELLO, ufficiali della Guardia di Finanza; Andrea GRASSI, Salvatore GRACEFFA e Marco DE ANGELIS, appartenenti alla Polizia di Stato) e dell’Agenzia informazioni e sicurezza interna (Arturo ESPOSITO e Andrea CAVACECE, il primo proveniente dall’Arma dei Carabinieri, il secondo dalla Polizia di Stato), nonché un ex appartenente alla Polizia di Stato, divenuto responsabile della sicurezza di Confindustria nazionale (Diego DI SIMONE PERRICONE), avrebbero messo a disposizione la funzione pubblica, o comunque istituzionale o professionale, esercitata, allo scopo di assecondare l’ascesa al potere del predetto MONTANTE e ricavarne, a loro volta, vantaggi personali.

La strumentalizzazione della funzione pubblica si sarebbe tradotta in accessi abusivi ai sistemi informatici e rivelazioni dei relativi dati, coperti dal segreto d’ufficio, finalizzati ad alimentare i dossier predisposti da MONTANTE nei confronti degli avversari da osteggiare; nelle rivelazioni di segreti d’ufficio relativi alle indagini condotte sul conto del medesimo MONTANTE o dei suoi concorrenti nel reato; nel pilotaggio di verifiche fiscali ed indagini penali allo scopo di danneggiare i nemici di MONTANTE e agevolare il successo di quest’ultimo.

Diversa, e più defilata, appare sin da subito la posizione processuale di Alessandro FERRARA, che, senza entrare nell’associazione, avrebbe reso delle false dichiarazioni nell’ambito del presente procedimento, al fine di screditare uno dei principali accusatori di MONTANTE e del suo “sistema”, ossia Marco VENTURI.

Al fine di verificare la tenuta processuale dell’indagine svolta, appare opportuno procedere, ove possibile, secondo le medesime sequenze articolate nella richiesta cautelare che la compendia (riprodotta nella prima parte dell’ordinanza cautelare del 2 maggio 2018), a partire dall’originaria ipotesi di reato, quella del concorso esterno in associazione mafiosa da parte di MONTANTE, sulla quale si sono innestati gli sviluppi investigativi confluiti nel presente giudizio.

Invero, l’avulsione delle evidenze emerse in quel primo segmento dell’indagine pregiudicherebbe la comprensione delle più recenti performance delittuose di MONTANTE, ma, soprattutto, infirmerebbe l’adeguata valutazione della tesi difensiva, secondo cui tale indagine, giunta al vaglio di questo giudice, costituirebbe l’epilogo di una lettura acritica di input investigativi abilmente e strumentalmente forniti agli inquirenti dai detrattori di MONTANTE, asseritamente appartenenti ad ambienti mafiosi e mossi da spirito di revanscismo per il vulnus subito in conseguenza dell’impegno speso dallo stesso MONTANTE, quale delegato alla legalità all’interno di Confindustria, nel

contrasto al fenomeno mafioso.

 

I documenti informatici di Montante: il file excel

Appare preliminare all’analisi delle prove, fornite dall’organo dell’accusa, puntualizzare che molti degli elementi emersi in fase di indagine – dichiarazioni di collaboratori di giustizia, sommarie informazioni testimoniali, captazioni di conversazioni – sono stati coniugati dagli inquirenti con una enorme messe di documenti rinvenuti nell’abitazione di Serradifalco di MONTANTE, in una c.d.

stanza segreta”, ricavata alle spalle di una libreria, che in realtà costituiva il mero rivestimento di una porta blindata.

In tale stanza, in particolare, venivano trovati, oltre ad un cospicuo materiale cartaceo, contenente per lo più informazioni raccolte sul conto di personaggi ritenuti scomodi da MONTANTE, anche dei documenti informatici, a partire da un file excel che ambiva a riassumere tutti i dati contenuti in altre cartelle informatiche.

[…] Giova sin da subito sottolineare la notevole valenza euristica dei documenti informatici ivi rinvenuti, in quanto essi raccolgono la scrupolosa annotazione di appuntamenti, impegni, colloqui, attività compiute da MONTANTE o che comunque, per le più diverse ragioni, erano di suo interesse.

L’architettura tassonomica del file excel può essere descritta mediante un agile richiamo all’ordinanza cautelare sopra menzionata, il cui testo sarà immediatamente riconoscibile grazie all’utilizzo di un diverso carattere grafico.

Atteso che quello che segue non costituirà l’unico richiamo testuale agli atti del procedimento, appare opportuno fare una precisazione preliminare di ordine stilistico-espositivo, che riguarda l’uso delle note in calce: esse non verranno mai inserite da questo giudice, fatto salvo il caso della pedissequa riproduzione, adeguatamente segnalata, di altre fonti scritte contenenti delle note esplicative, che, in tal caso, a garanzia dell’integrità del testo che si richiama, non saranno

oggetto di espunzione.

Ciò premesso, può farsi luogo alla lettura del citato passo dell’ordinanza (da p. 21), da considerarsi assolutamente affidabile in ordine alla sua capacità rappresentativa dei dati presenti nel file excel, posto che la relativa descrizione è conforme a quella elaborata nella relazione di consulenza tecnica Deloitte del 17 marzo 2017 (da p. 4), a sua volta assolutamente coerente con l’oggettivo

contenuto del file in questione, acquisito agli atti:

 

Si dirà diffusamente delle importanti acquisizioni procedimentali raccolte a1l°esito delle attività disposte dall’Ufficio, ma in questa sede occorre dar conto di una di esse, in quanto rivelatasi, per certi aspetti, di fondamentale importanza al fine di ricostruire la ramificata rete di rapporti costruita dal MONTANTE a seguito della sua ascesa in seno alla locale associazione degli imprenditori.

Si tratta, in particolare, di un file in formato excel denominato “copia di appunti in ordine cronologico (Ordinati 11.11.2015) Rev (version 1)”, rinvenuto all’interno di un pc portatile

marca HP – Pavillion.

 

Occorre a tal proposito puntualizzare due circostanze:

il personal computer in questione veniva rinvenuto dalla polizia giudiziaria all’interno di un vano ubicato nel piano seminterrato dell’abitazione del MONTANTE di Contrada Altarello di Serradifalco, sebbene Carmela GIARDINA – soggetto che, come si dirà, collabora strettamente il MONTANTE – pur presente alle operazioni di perquisizioni, nulla avesse riferito agli appartenenti alla Squadra Mobile circa la presenza di tale stanza (e pur essendone del tutto consapevole, come emergerà dalle acquisizioni di cui si darà conto nella presente richiesta). In particolare l°accesso alla stanza in questione (come sarà rilevabile dalle fotografie di seguito riportate) era occultato da una finta parete a libreria – dietro alla quale vi era una porta blindata – ed al cui interno era custodita anche ingente documentazione cartacea. Tale è il motivo per il quale – onde facilitare la comprensione di ciò che si verrà dicendo – la stanza in questione verrà definita nel prosieguo della trattazione, anche se in maniera un po” semplicistica, la “stanza segreta”.

il file in questione veniva individuato dai consulenti informatici sol perché a causa di un improvviso “stallo” del programma excel nel momento in cui l”utente lo stava utilizzando ne veniva generata automaticamente una copia al riavvio, che poi veniva eliminata, così venendo collocata nel “cestino” del sistema windows, ove, appunto, veniva poi recuperato dai tecnici grazie ai programmi a loro disposizione (cfr., a tal proposito, relazione di consulenza tecnica del 17 marzo 2017 ove tali circostanze vengono spiegate nel dettaglio);

il file era anche protetto da una password di accesso (“GATTO”) al fine di consentirne la visione solo dopo il suo inserimento, password che, comunque, veniva del pari decriptata dai consulenti nominati dall’Ufficio.

 

Se ne ricava come il documento informatico in questione, nelle intenzioni del MONTANTE, non dovesse finire nelle mani degli inquirenti, evidentemente perché ritenuto potenzialmente dannoso per la sua persona alla luce delle indagini che egli ben sapeva si stessero conducendo nei suoi confronti.

Sempre in relazione al file informatico di cui si sta parlando (e che, nel prosieguo della trattazione verrà denominato, per comodità espositiva, semplicemente “file excel”) bisogna spendere alcune considerazioni al fine di illustrarne la struttura, ciò allo scopo di agevolare la successiva esposizione durante la quale si farà in molte occasioni richiamo al suo contenuto.

A tal proposito occorre osservare che tale documento informatico si compone di diverse cartelle ed in specie, per ciò che qui interessa, di:

una cartella denominata “TUTTI” nella quale sono annotati, con cadenza quasi giornaliera, una serie di avvenimenti (pranzi, incontri etc.) con i più svariati soggetti e che pare essere riepilogativa anche delle annotazioni contenute nelle altre cartelle di cui si compone il file (anche se in alcuni casi, non molti per la verità, le annotazioni contenute in tale cartella non trovano corrispondenza nelle altre).

 

A tal proposito è doveroso effettuare alcune puntualizzazioni.

La mera lettura degli appunti contenuti in tale cartella del file consentirà di avere ben chiaro come il MONTANTE abbia fissato, in maniera estremamente puntigliosa, le circostanze che documentano, tra le altre cose, le relazioni dallo stesso intrattenute, nel corso del tempo, con soggetti appartenenti ai più svariati contesti, in specie a quello istituzionale (magistrati, appartenenti alle forze dell’ordine locali e di vertice in ambito nazionale, Prefetti, politici e Ministri della Repubblica etc.).

Orbene, onde evitare di dare la stura a soverchie considerazioni, va sin d’ora precisato che si tratta, nella pressoché totalità dei casi, di circostanze del tutto ininfluenti ai fini della presente indagine e, anzi, di avvenimenti da ritenersi del tutto legittimi e coerenti rispetto al ruolo di delegato alla legalità che il MONTANTE era arrivato a ricoprire in seno a Confindustria nazionale e che, giocoforza, imponeva il suo relazionarsi con quegli ulteriori ambiti che operano o si sono trovati ad operare, lato sensu, nel medesimo settore.

[…]

Alcune cartelle denominate “CURRIC. PER SEN”, “TEL SEN”, “SMS SEN” nelle quali sono riportate annotazioni che dall’esame complessivo di quelle contenute nel file (oltre che dal raffronto con la documentazione sequestrata) sembrano potersi ricondurre, almeno in parte, a documentazione, telefonate e messaggi di testo (consegnati ed indirizzati al MONTANTE) riferibili a “segnalazioni” di nominativi cui trovare un°occupazione lavorativa o per i quali attivarsi in funzione di promozioni e/o trasferimenti in sedi maggiormente gradite.

 

A tal proposito va anche in tal caso doverosamente puntualizzato che, come accennato, non tutte le annotazioni contenute nelle cartelle in questione possono dirsi univocamente funzionali a documentare raccomandazioni che il MONTANTE ha ricevuto nel corso del tempo, posto che – come sarà agevolmente rilevabile dal loro esame – in alcuni casi le stesse contengono nominativi di persone per le quali non sono contestualmente annotate date ed orari di telefonate fatte o ricevute (è il caso della cartella “TEL SEN”). O, ancora, sono riportati nomi di soggetti cui è soltanto abbinata Fenigmatica annotazione “S” (si fa riferimento alla cartella “SMS SEN”), sicché, nell’ambito dell’odierno procedimento, le annotazioni in questione sono state ritenute significative di favori chiesti e/o ottenuti dal MONTANTE solo allorché le stesse sono risultate assistite da una congerie di elementi di natura oggettiva aliunde acquisiti (che si sono aggiunti ad indicazioni complessivamente contenute nel file in questione) che non lasciano spazi a possibili interpretazioni alternative del loro significato.

 

una cartella denominata “TOTO” nella quale vengono riprese parte delle annotazioni contenute nella cartella “TUTTI” riguardanti tale Salvatore ALAIMO di cui diffusamente si parlerà nel prosieguo della trattazione;

 

una cartella denominata “DF” contenente informazioni riservate sul collaboratore di giustizia Dario Salvatore DI FRANCESCO e della quale, anche in tal caso, meglio si dirà oltre;

alcune cartelle nominative, tra le quali ve ne sono alcune riportanti i nominativi di “CICERO”, “VENTURI” “BOLZONT” e “LO BELLO”. Pure in tale circostanza le annotazioni riportate in tali cartelle sembrano essere una specifica indicazione – suddivisa, appunto, per quelle esclusivamente riguardanti i nominativi poc’anzi indicati – di quelle contenute nella cartella “TUTTI”;

infine una cartella denominata “CALOGERA TEL.A.” nella quale vi è trascritta una telefonata intercorsa tra Linda VANCHERI ed Attilio BOLZONI (sulla quale si tornerà nel prosieguo della trattazione). Va anche sottolineato che la versione del file excel di cui si dispone è stata redatta in epoca prossima al 14 novembre 2015, poiché l’ultima annotazione contenuta nella cartella denominata “TUTTI” è riferibile, appunto, a quella data.

 

In ordine al valore probatorio da riconoscere agli elementi estrapolati dai vari file o dalle diverse cartelle, deve concordarsi con l’organo dell’accusa circa la necessità di una loro lettura integrata con altri elementi di prova, appresi aliunde.

Infatti, non può escludersi che, in alcuni casi, la rappresentazione documentale, da parte di MONTANTE, di determinati fatti o di determinate circostanze potrebbe essere stata ispirata non già ad una loro oggettiva ed asettica annotazione storico-cronachistica, bensì ad una loro trasfigurazione per sottese finalità “precostitutive” della prova.

Costituisce elemento suggestivo di un pericolo di contaminazione della fedeltà storica di tale attività di documentazione, l’accelerazione impressa da MONTANTE alla redazione del file excel, dopo la prima e grave fuga di notizie sull’indagine che lo riguardava (9 febbraio 2015: articolo pubblicato sul quotidiano La Repubblica dal titolo “L’industria/e paladino de/l’antimafia sotto inchiesta in Sicilia per mafia”, a firma di VIVIANO e BOLZONI).

Tale accelerazione, in particolare, è riconoscibile nella conversazione de visu, debitamente intercettata, intercorsa il 9 settembre 2015 (progr. n. 1698) tra due fidi collaboratori di MONTANTE, Vincenzo MISTRETFA e Carmela GIARDINA, mentre quest’ultima si stava appunto dedicando alla descritta attività compilativa. Infatti, il chiaro riferimento dei loquenti alla suddivisione temporale dei fatti da annotare e alle celle in cui collocare i dati, ricalca esattamente lo schema e i criteri di classificazione riscontrabili nella cartella “TUTTI” del predetto file:

 

Conversazione ambientale nr. 1698

OMISSIS

Segue una pausa. In seguito parlano brevemente di calcio e poi della presenza di un Autovelox

sulla strada che stanno percorrendo. Al minuto 09.48 della registrazione la GIARDINA riceve una

telefonata da MONTANTE Antonio Calogero (Progr. 4383 RIT 339/2015) al quale dice che stanno

rientrando in azienda. Terminata la telefonata si trascrive integralmente:

MISTRETTA: Che è pi ddra cosa c’arrivà da Asti?

GIARDINA : Ah?

MISTRETTA : P’u pacco c’arrivo` da Asti?

GIARDINA: No…mi dissi “dove sei?” Ci dissi… “Lo so. lo so” prima m ‘addumanna e poi mi dici “Lo so, lo so”…(ride)…voliva sapiri a che punto erano tutti i biglietti da visita…rubrichi chini

chini chini…nu scatola c’è…(pausa)…dumani ristà di darici na bella botta, mi ristà…oji deci mi lifici, n’atri trenta pagini…sciò! Enzo quaranta pagine erano! Avìa finutu e mi dittiru u ristu! Avìa ƒìnutu! Airi mi detteru u ristu…finisciu e cuminciu! Finisciu e cuminciu! Gioisco ca dicu ‘finìul ” e mi porta u ristu!

MISTRETTA :Si ma unn’iriƒacinnu inserimenti, scrivi sempre…(inc)

GIARDINA: Si però Enzo quel giorno che tu non c’eri m’hai dittu “Un lu tuccari” e i u truvavu fattu e c’u stampavu…si tu era a Palermo cumufaciva…ca tu mi dicisti un lu tuccà…e mi scantu

Enzo! Bello chiaro! Io addirittura faccio…

MISTRETTA: Tantoēno a sabato (inc)

GIARDINA: Io addirittura faccio…no! vabbè e allura…

MISTRETTA: Non scrivere un cazzo…

GIARDINA: A picchi chi ti apporta…ca si po ‘…nentifa…

MISTRETTA: A perdiri u stissu timpu agghirli a inserire… cosi…

GIARDINA: No facili mi veni Enzo! Anzi me li truvu già tutti cu la data…vedo se c’è qualche

doppione…

MISTRETTA: Pu c’è a cosa…a cella ca non è predisposta per… (inc)

GIARDINA: No invece fino a ora tutto bene…riguardo…scrivo cinque righi…cinque, quattro, tre…e no eh!…Però airi mi lu truvavu ì fattu ca sta misata ci lavuravu! Ca mi dissi “Mi l’a stampari” c’armenu si li vittí! No, tanto tempo non lo perdo sinceramente…picchi unn’è ca su… per esempio duemilaquinnici….! Millenovecento e qualcosa! Mille e…sunnu tutti sfasati! Unni piglia appunti…magari su ci n’è tre quattro sempre do’ dumila e sette li vado a inserire subito…e chissa è…Non sono tutti in ordine…come ci vene! (inc) tanto…speramu ca poi se la classifica quella legenda picchì…picchì ora come ora tutti cosí di famiglia sto scrivendo…sto inserendo…mogli…cresimi.._ (ride)…porcu re…. ..ma intanto auannu quantu ci n’annu mannatu a Serradifalco Enzo! Ma assà assà…assà…ma che mi…Ma…ma che ti pozzu diri…almenu almenu na cínquantina…L’hanno detto anche i preti… come quest ‘anno mai di matrimoni.

Proprio la segnalata necessità di incrociare i dati emersi dai documenti informatici, rinvenuti nella “stanza segreta” di MONTANTE, con elementi di prova aliunde desunti, importa che la correttezza della legenda didascalica, proposta dall’accusa e supra riportata (es. le sigle “CURRIC. PER SEN”, “TEL SEN”, “SMS SEN” sono state riferite, in sede di decodificazione, a presunte segnalazioni o raccomandazioni chieste a MONTANTE), sarà comprensibile nel prosieguo dell’esposizione, quando si procederà alla intersecazione di tali dati con altre evidenze investigative.

24 Ottobre 2019

Fonte:http://mafie.blogautore.repubblica.it/