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.Calciatore dilaniato da una bomba. Era il racket delle slot machines

.Calciatore dilaniato da una bomba. Era il racket delle slot machines
Il Corriere della Sera, Mercoledì 29 Giugno 2016

Calciatore dilaniato da una bomba. Era il racket delle slot machines
L’esplosione in cui morì ad Altamura un anno fa Domenico Martimucci: lui e altri sette feriti furono vittime innocenti di un boss che voleva imporre le sue macchinette

di Claudio Del Frate

La sera del 5 marzo del 2015 Domenico Martimucci, calciatore dilettante di buon talento e altre 7 persone stavano trascorrendo una tranquilla serata alla sala giochi «Green Table» di Altamura (Bari). La quiete della serata fu terribilmente interrotta dallo scoppio di un ordigno che devastò il locale, uccise Domenico dopo cinque mesi di atroci sofferenze e ferì tutti gli altri presenti. Ora si sa che Martimucci e gli altri furono vittime innocenti di una ritorsione malavitosa ordinata da un clan contro il titolare della sala giochi; quest’ultimo si sarebbe rifiutato di installare delle slot machines da emissari della banda. A mettere un punto fermo su questa ipotesi c’è la sentenza del gup di Bari che ha condannato due giorni fa a 30 anni di carcere Savino Berardi, ritenuto l’esecutore materiale della strage.

«Strage con il metodo mafioso»
Domenico Martimucci può essere considerato a tutti gli effetti una vittima di mafia (tale lo considera il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano) e quella di Altamura una vera e propria strage dimenticata (guarda la fotogallery). Il verdetto del gup Roberto Olivieri del Castillo è solo la prima tappa di un processo che nei prossimi mesi vedrà alla sbarra anche il presunto mandante dell’attentato, Mario Dambrosio, fratello del defunto boss Bartolo e Luciano Forte, che secondo i carabinieri aiutò Berardi a piazzare l’ordigno. La bomba, secondo le indagini dei carabinieri, fu collocata sul davanzale di una finestra ed esplose a tarda serata, quando la sala giochi non era nel suo momento di massimo affollamento. Berardi era accusato di strage aggravata dal metodo mafioso, solo il rito abbreviato gli ha evitato una condanna ancor più severa. In base alle intercettazioni telefoniche i carabinieri erano giunti alla conclusione che l’attentato fu progettato da componenti del clan Dambrosio come ritorsione perché il titolare del locale aveva deciso di togliere le slot machines distribuite dagli imputati.

Regione Puglia parte civile
La sentenza del gup ha riconosciuto come parti civili anche il comune di Altamura e la Regione Puglia. «Questa sentenza – ha dichiarato il presidente Michele Emiliano – non restituirà Domenico ai suoi cari, ma segna un momento importante per la sua famiglia e la comunità di Altamura e della Puglia». «Il 70% delle oltre 900 famiglie delle vittime innocenti di mafia in Italia – aggiunge Emiliano – aspetta ancora di conoscere la verità e di ottenere giustizia. I responsabili, in questo caso, sono stati individuati, processati e, adesso, condannati. La mia gratitudine alla magistratura ed al Comando provinciale di Bari dei carabinieri per il lavoro svolto in tempi celeri e con tanta efficacia. Questo è il primo processo di mafia in cui la Regione Puglia si è costituita parte civile».