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Cafiero de Raho,un grande magistrato ,sempre in prima linea,come i Pignatone,i Prestipino,i Teresi,i Di Matteo ,gli Ielo ,i Cascini ed altri ancora ,accomunati ,pur con diversi stili,dal loro profondo attaccamento allo Stato di diritto ed alla Giustizia,quella con la G maiuscola.

 

GRIDIAMOLO FORTE,CARO PROCURATORE E DICIAMO ANCHE CHE QUESTO VALE NON SOLO PER LA CALABRIA MA ANCHE PER LE ALTRE REGIONI E SOPRAPPUTTO PER IL LAZIO IN QUANTO LA GUERRA ALLA MAFIA SI FA A ROMA E NON A NAPOLI,PALERMO ECC.
MA DICIAMO ANCHE CHE LA COLPA MAGGIORE E’ DI QUELLA PARTE DI POPOLO,SICURAMENTE MAGGIORITARIA PURTROPPO,COLLUSA O VIGLIACCA CHE PARLA,SI LAMENTA ,PIANGE MA HA PAURA DI ESPORSI VENENDO A DARCI UNA MANO NELLE BATTAGLIE FEROCI CHE SIAMO IN POCHI COSTRETTI AD INGAGGIARE OGNI SECONDO.E LEI LO SA MOLTO BENE PERCHE’ NE ABBIAMO PARLATO PIU’ VOLTE !

 

 

 

      

Cafiero de Raho: “La ‘ndrangheta è forte a causa di istituzioni colluse e incapaci di reagire”

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cafieroderaho insediamento“La ‘ndrangheta è così forte perché, da oltre 50 anni, non è stata contrastata da istituzioni particolarmente forti, che non erano in grado di reagire e, qualche volta, anzi erano colluse. In un clima così, anche le persone che non ne condividevano le logiche e che avrebbero voluto denunciare sono state costrette a subire in silenzio. Da qualche anno, però, la situazione sta cambiando e il contrasto è forte a tutti i livelli: ogni anno solo nella provincia di Reggio Calabria sequestriamo oltre 1 miliardo e mezzo di beni e più 2 tonnellate di cocaina. Inoltre, lo Stato adesso spende molto per proteggere i collaboratori e i testimoni di giustizia. Stiamo lavorando per fare passare che non è il testimone che deve essere spostato ma sono i mafiosi ‘ndranghetisti che devono essere portati via dal territorio”. Sono le parole del procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho, alla proiezione del film ‘Lea’ di Marco Tullio Giordana, al cinema Barberini. “Esistono ancora oggi – ha aggiunto De Raho di fronte alle scolaresche venute da varie parti d’Italia a vedere in anteprima la proiezione del film – realtà drammatiche in cui le donne sono costrette a piegarsi e a rinunciare alla propria libertà . Perché la ‘ndrangheta è soprattutto privazione di libertà e di cultura e negazione di diritti. Quella di Lea è una storia molto triste, ma non è l’unica. La particolarità di questa donna è che nell’ambito della sua stessa famiglia ha avuto il coraggio di scrollarsi di dosso il giogo della schiavitù e di parlare. Questo film – ha aggiunto il procuratore di Reggio Calabria – ci insegna che il coraggio è fondamentale. È proprio di qualche giorno fa il caso di una mamma che ha portato via dalla Calabria il proprio figlio 11enne, al quale la stampa ha dato risalto chiamandolo ‘il primo collaboratore della ‘ndrangheta’ ma che, invece, è soltanto un bambino che ha raccontato tutto quello che ha visto quando veniva portato dal padre alle riunioni delle cosche. E qualche tempo fa è stata alle cronache anche la vicenda di un ragazzo, poco più che maggiorenne, che ha ucciso la madre perché apparteneva a una cosca mafiosa e aveva deciso di lasciare il marito”.