Cafiero de Raho: «Contro i clan il governo venga di più in trincea»

Procuratore Cafiero, cosa pensa delle parole del presidente Sergio Mattarella a Palermo, in ricordo delle vittime della mafia?
«Un discorso di grande intensità. Assume particolare rilievo anche per l’esperienza personale del capo dello Stato, toccato in famiglia dalla morte del fratello Piersanti, ucciso 35 anni fa dalla mafia».
Il capo dello Stato ha definito le mafie la zavorra del Sud e dell’Italia intera. È d’accordo?
«Come si può non esserlo. Il presidente ha ribadito con forza un concetto, che è il nodo dei ritardi dello sviluppo del Mezzogiorno. Le mafie sono una zavorra, un peso, il blocco di un’economia stritolata dalle pretese estorsive, ma anche condizionata dagli uomini e dagli imprenditori di mafia che alterano il mercato».
Il 23 maggio è diventato un giorno simbolo per riflettere e fare il punto sul contrasto alle mafie?
«Sì. È, come si è visto in quest’occasione, il momento di condivisione di alcuni valori fondanti della nostra democrazia, come la difesa della legalità. Si prende coscienza dell’importanza del contrasto alle mafie. Un momento di unità sui valori della legalità e della solidarietà».