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Brindisi, corruzione in atti giudiziari: arrestati un giudice e 5 tra imprenditori e professionisti

Il Fatto Quotidiano

Brindisi, corruzione in atti giudiziari: arrestati un giudice e 5 tra imprenditori e professionisti

L’inchiesta su alcune procedure fallimentari è coordinata dalla procura di Potenza: in carcere il giudice Gianmarco Galiano, altri due sono indagati a piede libero. In totale sono 21 le persone finite sotto inchiesta, ai domiciliari la presidente provinciale dell’Ordine degli Ingegneri Annalisa Formosi, che è anche delegata del ministero dei Trasporti nel Comitato d’indirizzo della Zes interregionale Adriatica

di Roberta Grassi | 28 GENNAIO 2021

Soldi su soldi grazie le cause di risarcimento del danno, nell’ordine delle centinaia di migliaia di euro, in cui erano coinvolti giovanissimi deceduti in incidenti stradali o un bambino disabile a causa di una malformazione seguita a una presunta colpa medica. Con queste ed altre accuse il giudice civile Gianmarco Galiano, in servizio al Tribunale di Brindisi, è stato condotto in carcere in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Potenza nei confronti anche di altre 5 persone, tra cui la ex moglie Federica Spina, finita ai domiciliari. L’inchiesta conta un totale di 21 indagati, tredici dei quali per associazione a delinquere. In carcere sono finiti anche l’imprenditore Massimo Bianco e il commercialista Oreste Pepe Milizia. Ai domiciliari invece, oltre a Spina, l’imprenditore Francesco Bianco e la presidente provinciale dell’Ordine degli Ingegneri Annalisa Formosi, che è anche delegata del ministero dei Trasporti nel Comitato d’indirizzo della Zes interregionale Adriatica. Altri due magistrati sono indagati a piede libero: si tratta di Francesco Giliberti e Giuseppe Marseglia.

Galiano risponde di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari in una inchiesta in cui sono ipotizzati anche altri reati: abuso d’ufficio, riciclaggio, emissione di fatture per operazioni inesistenti. Quanto ai ristori del danno, si parla di due giudizi in particolare: una causa del 2007 sulla morte di una ragazza di 23 anni, e una causa riguardante un bambino nato con traumi permanenti per colpa medica. Nel primo caso 300mila euro sarebbero stati messi a disposizione del giudice attraverso il conto intestato alla ex suocera, indagata a piede libero. Nel secondo, circa 150mila euro. La ex moglie, Federica Spina, avvocatessa, sarebbe stata tra l’altro nominata, a seguito di minacce” di Galiano, come legale patrocinante in alcuni procedimenti, oltre che erede testamentaria da parte di presunti corruttori.

In un altra situazione è risultato che le somme di denaro sarebbero state ottenute dopo aver prospettato genitori di un bambino gravemente disabile di sottrargli la potestà sul figlio. Il gip di Potenza ha anche disposto il sequestro preventivo di 1,2 milioni di euro. Secondo gli inquirenti guidati dalla procuratore capo Francesco Curcio e i militari della Guardia di finanza del nucleo di Polizia economico finanziaria di Brindisi, con il denaro incassato Galiano avrebbe potuto comprare una masseria e avrebbe gestito imprese agricole e agrituristiche e bed and breakfast.

Il magistrato – sempre secondo l’accusa – ha inoltre ricevuto sponsorizzazioni fittizie o gonfiate (per 220 mila euro) da parte dell’azienda Soavegel, dell’imprenditore Massimo Bianco, anche lui arrestato, in cambio di tutela giudiziaria in alcuni procedimenti civili pendenti dinanzi al Tribunale di Brindisi. Le sponsorizzazioni sarebbero finite ad associazioni sportive che, a parere della procura di Potenza, risultavano gestire fittiziamente” la barca a vela di Galiano che avrebbe quindi potuto utilizzare l’imbarcazione senza oneri a proprio carico. L’inchiesta è partita da alcune perquisizioni eseguite nel luglio del 2017 nello studio del commercialista Oreste Pepe Milizia, accusato di essersi prestato a scrivere le motivazioni di sentenze tributarie per conto di Galiano, giudice della commissione tributaria regionale della Puglia. Galiano avrebbe inoltre conferito incarichi per 400mila euro ai suoi “amici” professionisti.