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Botte e sevizie alle nuove schiave

Botte e sevizie alle nuove schiave: il terribile racconto delle giovani costrette a prostituirsi.IL MERCATO DEL SESSO CHE SAREBBE MEGLIO CHIAMARE IL MERCATO DELLA SCHIAVITU’,LA PIU’ CRUDELE E BARBARA.MIGLIAIA E MIGLIAIA DI QUESTE POVERE RAGAZZE VENGONO TRATTATE PEGGIO DELLE BESTIE  NON SOLO IN SARDEGNA MA DOVUNQUE,SE SI VA NELL’ALTA CAMPANIA,NELL’AREA DI CASTELVOLTURNO IN PARTICOLARE E SULLA DOMIZIANA FINO AL BASSO LAZIO,FORMIA-ITRI E SULL’APPIA,SE NE VEDONO CENTINAIA.CON SEGUITO DI PAPPONI E CRIMINALI CHE LE CONTROLLANO A VISTA
Botte e sevizie alle nuove schiave: il terribile racconto delle giovani costrette a prostituirsi

11 ottobre 2017

Non solo le consuete maledizioni e i riti vudù per tenere soggiogate le giovani nigeriane e costringerle a prostituirsi, ma anche un rituale magico lanciato dagli sciamani direttamente dalla Nigeria che terrorizza talmente le ragazze da legarle a doppio filo agli uomini che le rendono delle schiave del sesso.

LA BANDA – È una sequenza agghiacciante di testimonianze l’incidente probatorio che si sta celebrando davanti al gip Giuseppe Pintori, dove stanno sfilando – protette dalla polizia giudiziaria – le vittime di una banda di trafficanti di donne.

Siamo ancora in fase d’indagine, ma la Direzione distrettuale antimafia è convinta di avere individuato nel Cagliaritano una delle bande più feroci specializzate nell’importazione di giovani ragazze da far prostituire tra via dell’Artigianato, via del Commercio, viale Elmas e viale Monastir.

A coordinare l’inchiesta, una delle più importanti avviate in terra sarda, è la sostituta procuratrice Rita Cariello che ha iscritto nel registro degli indagati tredici persone (sette sono donne) con le ipotesi di “tratta di persone” e “riduzione in schiavitù”. Gli indagati arrivano tutti dalla Nigeria e hanno tra i 18 e i 45 anni: secondo la Dda avrebbero costretto almeno otto giovanissime, alcune appena maggiorenni, a restare chiuse in casa e uscire solo per prostituirsi.

LA TESTIMONIANZA – Sono tre le ragazze che si sono presentate l’altra mattina davanti al gip Pintori per l’incidente probatorio: la loro testimonianza, resa a porte chiuse, varrà come una prova al processo. Una donna ha raccontato di essere stata rinchiusa in un appartamento in città, tenuta a lungo sotto chiave, presa e portata direttamente nel luogo assegnato per prostituirsi. La vittima-testimone ha spiegato, assistita dal traduttore, che vivevano in gruppo e che anche il frigorifero era chiuso con un lucchetto. Terrificanti i racconti dei pestaggi subiti quando non raggiungevano il guadagno minimo serale, quello fissato dai presunti sfruttatori per il “riscatto” o per “l’affitto” dell’angolo di marciapiede assegnato a ciascuna di loro. In un caso una ragazzina, poco più che maggiorenne, sarebbe stata picchiata da quatto persone e sfregiata a una mano perché ricordasse la lezione. A gestire le schiave del sesso, incassare i soldi e decidere le punizioni – stando alle poche indiscrezioni filtrate dall’udienza che si è tenute a porte chiuse e con la sorveglianza armata dei carabinieri – sarebbero state alcune delle donne indagate.

LA MALEDIZIONE – Una delle vittime ha svelato che – oltre al vudù – la banda in Nigeria disporrebbe anche di un santone che pratica la magia nera su richiesta e, in particolare, il rito “ju ju”.

La giovane l’ha ricevuto nel suo paese e, da quel momento, la sua vita era totalmente in mano agli uomini della banda che l’avevano riscattata.

Le indagini effettuate dalla Direzione distrettuale antimafia di Cagliari avrebbero scoperto che lo sciamano, davanti alla donna, avrebbe ucciso un gallo e, dopo avergli estratto il cuore, l’avrebbe bagnato con la grappa. Prima di bere la miscela di alcol e sangue, la vittima avrebbe assunto l’impegno al silenzio, giurando anche di restituire i soldi del riscatto. Un sigillo magico che terrorizza e tiene psicologicamente succubi le giovanissime nigeriane

Fonte:http://www.unionesarda.it