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Boss scarcerati, Maresca dopo aver conosciuto il Capo del Dap analizza “vergogna e rispetto dell’opinone pubblica”

Boss scarcerati, Maresca dopo aver conosciuto il Capo del Dap analizza “vergogna e rispetto dell’opinone pubblica”

 

28 Aprile 2020

Di Catello Maresca

 

Mi sono messo a studiare anche psicologia, retaggio di mio padre, anche lui docente. È un po’ di miti greci, mia passione giovanile. Sono stato assalito dall’irrefrenabile voglia di saperne di più sulla vergogna.

Ho scoperto che è definita come “un’emozione che accompagna l’auto-valutazione di un fallimento globale nel rispetto delle regole, di scopi o modelli di condotta condivisi con gli altri”.

Da una parte è un’emozione negativa dell’individuo rispetto alla propria inadeguatezza, dall’altra è il rendersi conto di aver fatto qualcosa per cui possiamo essere considerati dagli altri in maniera totalmente opposta rispetto a quello che avremmo desiderato.

Mi sono messo a studiare anche psicologia, retaggio di mio padre, anche lui docente. È un po’ di miti greci, mia passione giovanile. Sono stato assalito dall’irrefrenabile voglia di saperne di più sulla vergogna.

Ho scoperto che è definita come “un’emozione che accompagna l’auto-valutazione di un fallimento globale nel rispetto delle regole, di scopi o modelli di condotta condivisi con gli altri”.

Da una parte è un’emozione negativa dell’individuo rispetto alla propria inadeguatezza, dall’altra è il rendersi conto di aver fatto qualcosa per cui possiamo essere considerati dagli altri in maniera totalmente opposta rispetto a quello che avremmo desiderato.

Dopo la discussione di ieri sera mi sono chiesto se c’è qualcuno che riesce ancora a provare vergogna.

Si perché gli psicologi scrivono che la vergogna ha naturalmente una valenza negativa, ma in alcuni casi aiuta a definire i confini delle attività positive.

Per cui, talvolta, farebbe bene vergognarsi per non perdere di vista la realtà.

È un po’ un modo per restare coi piedi per terra.

Ed in certi settori anche delicati, è indispensabile restare ancorati alla realtà per comprendere a pieno le conseguenze del proprio agire, o della propria inerzia.

Un sentimento particolarmente denso di implicazioni già nell’ambito della mentalità greca arcaica, un tratto saliente della società omerica: “la più potente forza morale nota all’uomo omerico è il rispetto dell’opinione pubblica, aidós”.

Si tratta di un concetto fondamentale, che consiste essenzialmente in un “senso di compunzione che inibisce gli uomini dal comportarsi male”.

Praticamente una specie di correttore automatico, naturale di cattivi atteggiamenti.

Il problema, però, è quello di capire quando si è nell’errore, per poi dare sfogo alla vergogna.

Ci sarebbe cioè bisogno di contestualizzare vicende e persone con cui ci si confronta.

E soprattutto essere convinti che il confronto porta crescita.

Ma per confrontarsi si deve avere la mente aperta e disponibile ad accettare che anche il tuo prossimo possa “aver studiato”.

E che molto più semplicemente ci possano essere diverse letture di stesse vicende.

Essere disponibile ad avere vergogna, così, diventa anche il modo con cui mantenere un senso di moderazione verso gli altri.

Predisposizione verso la modestia e l’umiltà.

La stessa umiltà che ci induce ancora a studiare, tutti i giorni, a provare a trasferire umilmente la propria esperienza, ad approcciarsi con la voglia di risolvere i problemi, non di crearli con la supponenza di chi pensa di essere l’unico a conoscere le leggi.

Allora, sapete che vi dico, io sento ancora la necessità di provare vergogna.

Purtroppo, però, talvolta mi capita di provarla per chi mi rappresenta o mi dovrebbe rappresentare e tutelare.

Scusatemi, ora torno a studiare.

Mi immergo nel magnifico mondo dei Greci, dove “la grazia appartiene all’amore, le cui componenti, passione e pudore, sono tenute dalle briglia dell’auriga”.

Lì, ancora, in una splendida filosofia dell’amore, “pudore e virtù s’intrecciano con la bellezza che trasfigura in un alone di grazia”.

 

Fonte:https://www.juorno.it/