Borrometi: quando un sindaco attacca un giornalista e tace sui mafioisi
18 gennaio 2018
Ieri il sindaco di Pachino, Roberto Bruno, ha attaccato Paolo Borrometi giornalista sotto scorta e presidente di Articolo 21, accusandolo di scrivere ispirato da “frange della sua opposizione”, ma ha taciuto sui nomi e cognomi dei mafiosi presenti in città. Gli stessi che più volte hanno minacciato Borrometi di morte e sono a processo per questa ragione.
Così come, purtroppo, nulla ha detto sui consiglieri comunali, eletti dal capomafia locale, e che in diverse occasioni hanno votato appoggiando la sua maggioranza (e risultando determinanti).
Il giornalista ha risposto postando un video su Facebook che vi proponiamo in questo articolo https://www.facebook.com/borrometi.paolo/videos/2000283933560521/.
“Penso sia una bella giornata per Pachino – afferma il presidente di Articolo 21- dopo la mia lettera aperta finalmente il sindaco di Pachino ha annunciato di costituirsi parte civile contro i due consiglieri counali, Agricola e Spataro, che nell’ultimo periodo sono stati spesso determinanti per la sua maggioranza e contro il capomafia Salvatore Giuliano. Noto con dispiacere, però, che ancora una volta il sindaco mi attacca accusandomi di essere ispirato da “frange della sua opposizione”. Ricordo al dottor Bruno che un giornalista è libero ed indipendente ed io non ho nessuna fonte ispirata dalla sua opposizione”.
“Oggi ho pubblicato un video di risposta alle sue parole, con cui lo invito a fare antimafia con nomi e cognomi, gli stessi che cerco di fare io. È molto più semplice attaccare un giornalista che cerca di fare solo il proprio dovere rispetto a denunciare i mafiosi, così come aspetto il suo invito per una iniziativa comune in città, la verità è che quell’invito sbandierato a me non è mai arrivato. Vi chiedo di ascoltarlo – è l’esortazione finale di Borrometi – e, se trovate fondato che un giornalista sia libero di fare solo ed unicamente il proprio dovere, di condividerlo”.