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Berlusconi corresponsabile di corruzione

La sentenza sul lodo Mondadori, che condanna la holding della famiglia Berlusconi al pagamento di 750 milioni di euro a favore della Cir di Carlo De Benedetti e definisce il premier “corresponsabile di corruzione”, agita il dibattito nella maggioranza (domani si attende il Lodo Alfano): chi urla al golpe, chi è tentato dalla piazza. Berlusconi:”Vado avanti per tutta la legislatura”, la “sentenza sul Lodo Mondadori è un’enormità giuridica”, una decisione che va “al di là del bene e del male”

Sentenza Mondadori. Alla posizione di Silvio Berlusconi il giudice monocratico del Tribunale civile di Milano dedica tre pagine in cui riassume le vicende processuali penali del premier esclusivamente per quanto riguarda il Lodo Mondadori. Prima di tutto il giudice ricorda come Silvio Berlusconi, in seguito alla decisione della Corte d’Appello di Milano nel 2001 non fu rinviato a giudizio per corruzione in atti giudiziari insieme a Cesare Previti, Vittorio Metta e agli avvocati Attilio Pacifico e Giovanni Acanpora perché per lui fu pronunciata una sentenza “di non doversi procedere per il reato di corruzione ordinaria, concesse le attenuanti generiche, per essere lo stesso reato estinto per intervenuta prescrizione”.

La difesa di Berlusconi cercò poi di avere in Cassazione uno scioglimento con formula piena con un ricorso che la Suprema Corte però respinse. Tanto basta per far dire al giudice Mesiano che “se Berlusconi non è stato prosciolto nel merito dalla Corte è perché, ad avviso della medesima, non vi era l’evidenza, alla stregua del materiale probatorio allora disponibile, dell’innocenza dell’imputato”.
Quella sentenza, essendo stata emessa a seguito non di un giudizio di merito, ma solo, motiva ancora il giudice “a seguito di applicazione di causa estintiva del reato, non preclude in alcun modo che, nella presente sede, venga ritenuto ‘incidenter tantum’ che il Berlusconi ha commesso il fatto de quo, ai soli fini civilistici e risarcitori di cui si discute”.

Per il giudice, inoltre, “sarebbe assolutamente fuori dall’ordine naturale degli accadimenti umani che un bonifico di circa 3 mld di lire (la somma passò dai conti correnti all’Iberian e Ferrido di Fininvest nella disponibilità di Previti ‘per finalità corruttive’, ndr) sia disposto ed eseguito, per le dimostrate finalità corruttive, senza che i dominus della società, da cui conti il bonifico proviene, ne sia a conoscenza e lo accetti. Pertanto è da ritenere ‘incidenter tantum’ -prosegue il giudice- e ai soli fini civilistici del presente giudizio che Silvio Berlusconi sia corresponsabile della vicenda corruttiva per cui si procede, corresponsabilità che, come logica conseguenza, comporta per il principio della responsabilità civile delle società di capitali per il fatto illecito del loro legale rappresentante o amministrativo commesso nell’attività gestoria della società medesima, la responsabilità della stessa Fininvest”.

Pdl in fibrillazione. La sentenza sul lodo Mondatori e la decisione della Consulta sul “Lodo Alfano”, attesa già per domani, agitano le acque della politica. I vertici del Pdl parlano di “manovra concentrica per ribaltare la vittoria elettorale del 2008”, minacciano l’eventualità di elezioni anticipate e lanciano l’ipotesi di una “grande manifestazione popolare”.

Il leader della Lega, Umberto Bossi, prende tempo e, pur chiarendo che il Carroccio è pronto all’eventualità di un ritorno anticipato alle urne, spiega che la priorità restano le riforme e di non ritenere probabile il ricorso alle urne anticipate. Riguardo agli “attacchi” al premier “è un problema di mafia – ribadisce Bossi – abbiamo fatto leggi pesantissime contro la mafia, il rischio era che se la pigliassero con Berlusconi. Non penso che c’entri la magistratura, le prostitute le manovra la mafia”. Sulla eventuale partecipazione alla manifestazione annunciata dal PdL per Berlusconi dopo la sentenza sul lodo Mondadori Bossi però sottolinea di non aver preso nessuna decisione: “non so – spiega – non ho ancora parlato con Berlusconi”.
“Se qualcuno vuole cambiare le carte in tavola, e vedremo cosa succederà sul lodo Alfano, sul lodo Mondadori, su altre strane cose di cui si parla, sugli attacchi anche contro la Lega – incalza in una intervista al ‘Corriere’ il ministro leghista, Roberto Calderoli – altro che piazza. Dobbiamo portare i cittadini a votare”.

Proprio questa mattina, Vittorio Feltri nel suo editoriale sul Giornale è tornato a puntare l’indice contro il Presidente della Camera accusandolo di puntare a presiedere in questa legislatura un nuovo Governo di carattere istituzionale sostenuto da una maggioranza diversa da quella Pdl-Lega che sostiene l’attuale governo Berlusconi. E la possibilità di un tentativo di “colpo di palazzo” per disarcionare Berlusconi, con l’avallo di Fini, è una delle motivazioni che spingono una parte del Pdl a chiedere di scendere in pizza a difesa di Berlusconi. E una parte della Lega a minacciare il ricorso ad elezioni anticipate quale unica alternativa al governo in carica.
E se Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera, ribadisce anche oggi la proposta di “una manifestazione politica che mira a dar voce alla maggioranza del popolo italiano che conferma il suo sostegno a questo governo e al presidente Berlusconi”, l’ipotesi di un eventuale “governo del presidente” nel caso in cui Berlusconi dovesse cadere, viene bocciata dallo stesso presidente della Camera: “La maggioranza è solo quella che esce dalle urne”, ha ribadito oggi Gianfranco Fini rispondendo a uno studente dell’Università di Napoli dove è intervenuto questa mattina.

Poi, in serata, è lo stesso Berlusconi a chiarire: “Vado avanti per tutta la legislatura”, la “sentenza sul Lodo Mondadori è un’enormità giuridica”, una decisione che va “al di là del bene e del male”. Il presidente del Consiglio dice di essere “allibito”, nega qualsiasi ipotesi di elezioni anticipate e avverte: “Sappiano tutti gli oppositori che il governo porterà a termine la sua missione quinquennale e non c’è nulla che potrà farci tradire il mandato che gli italiani ci hanno conferito”.

Sul fronte opposto, in mattinata, riferendosi alla possibilità di elezioni anticipate,  Bersani (PD) aveva sottolineato di non credere a ipotesi di larghe intese piuttosto che di “governi del presidente”. “Mi pare che si tratti di un’ipotesi che nasce in seno al centrodestra”. “Va rispettata la decisione del magistrato – aggiunge – presa secondo i tempi della giustizia e non secondo quelli della politica”.
Se Francesco Rutelli ribadisce che se il governo Berlusconi dovesse cadere, la soluzione sarebbe un “governo per il bene del Paese”. Per il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro , “quando una maggioranza si sfracella da sola bisogna tornare alle urne. Non esistono – ribadisce – maggioranze diverse”.
Pier Ferdinando Casini parla di ‘inesistenti complotti’ ma aggiunge: “se si va al voto l’Udc e pronta. Anzi, questo è un auspicio.”

Monica Maro
(Tratto da www.aprileonline.info)