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Berlusconi al processo Mediaset tra gli applausi: Accuse inventate. Quando riguardano lui le accuse sarebbero sempre tutte… “inventate”. Ma perché non si fa processare come tutti i cittadini???

Il Cavaliere: “Questa magistratura lavora contro il Paese”. Caso Ruby: Intercettazioni non sono una prova. Revocata la contumacia. Il premier non renderà dichiarazioni spontanee. Tribunale blindato

Milano, 11 apr. – Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è arrivato al Tribunale di Milano dove si svolge il processo sui diritti tv diMediaset che lo vede imputato di frode fiscale.  “Sono accuse assolutamente inventate, tante invenzioni, tutte invenzioni. Questa è una magistratura che non lavora per il Paese ma contro il Paese“, ha detto in aula il premier parlando con i giornalisti. Il presidente del Consiglio è arrivato in auto ed è entrato direttamente in Tribunale dall’ingresso laterale di Via Freguglia. Berlusconi è stato accolto dagli applausi di un centinaio di militanti del Pdl schierati dietro le transenne poste dalle forze dell’ordine in via Freguglia.

“Una condanna? Ma nemmeno per sogno”, ha risposto Berlusconi risponde ai giornalisti prima dell’udienza e sul caso Ruby: “Le intercettazioni non sono una prova perché sono assolutamente manipolabili. Si tratta di accuse risibili e infondate”.  Secondo Berlusconi “la situazione è insostenibile, va riformata la giustizia con una riforma concreta che preveda cambiamenti concreti”. Il premier ha poi ricordato di aver dovuto partecipare “a 2.566 udienze, nessuno al mondo ha avuto da difendersi così tanto”. Senza contare che tutte queste udienze hanno “un costo incredibile e creano un fango incredibile che viene gettato su di me che pazienza sono una persona benestante e sul governo del paese che invece avrebbe bisogno di un governo forte per difendere i propri interessi a livello internazionale.”,

sostenitori del premier con le bandiere con il simbolo del partito e il Tricolore innalzano giganteschi palloncini azzurri con la scritta “Silvio resisti”. In via Freguglia questa mattina era giunto un palco con regia mobile a bordo di un camion che però, dopo l’arrivo del premier, è ripartito. Insieme ai militanti e ai sostenitori ci sono alcuni deputati del Popolo della libertà guidati dal sottosegretario Daniela Santanchè, presente anche il vicesindaco di Milano Riccardo De
Corato. La zona è completamente presidiata dalle forze dell’ordine e sono tantissimi i cronisti, i fotografi e le telecamere.

Il collegio della quarta sezione penale del Tribunale di Milano presieduto da Edoardo D’Avossa ha revocato la contumacia. Fin qui infatti Berlusconi non aveva mai partecipato all’udienza e aveva disertato al pari degli altri 11 imputati l’appuntamento con l’interrogatorio. Il premier, stando a quanto si apprende, non renderà dichiarazioni spontanee.

Berlusconi, seduto accanto ai suoi avvocati Piero Longo e Niccolò Ghedini, si limiterà a essere presente in un’udienza in cui per la prima volta non ci saranno le telecamere. Non sono stati i giudici del processo a deciderlo, ma il procuratore generale Manlio Minale che, in qualità di responsabile della sicurezza del palazzo di giustizia, ha revocato tutti i permessi a fotografi e cineoperatori, come era già accaduto in relazione al processo Ruby il 6 aprile scorso.

Il palazzo di giustizia è blindato: poliziotti e carabinieri in divisa e in borghese presidiano l’ingresso di via Freguglia da dove il premier entrerà in macchina e quello centrale di corso di porta Vittoria dove si schiereranno sia i fan sia i contestatori.

Il programma prevede la deposizione di alcuni testi e la discussione sull’eventuale riduzione delle liste dei testimoni delle difese che era stata auspicata dal presidente D’Avossa il 28 febbraio scorso alla ripresa del processo dopo la lunga sospensione in attesa della scelta della Corte Costituzionale sulla norma del legittimo impedimento. I legali del premier avevano prodotto una memoria in cui dicevano di no al taglio dei testimoniperché ciò avverrebbe in violazione dell’esercizio del diritto di difesa. Ghedini e Longo ricordavano di aver già scremato in passato la loro lista testi di 15 persone e di non poter operare tagli ulteriori. La lista attualmente prevede 78 testi oltre a 5 consulenti. Oggi se ne discuterà e i giudici con ogni probabilità si riserveranno la decisione fino alla prossima udienza che potrebbe essere fissata per il 18 aprile, un lunedì, la giornata per la quale il premier ha dato la sua disponibilità a essere presente ai processi in cui è imputato e anche l’unico giorno in cui il presidente D’Avossa trasferito nel frattempo a La Spezia è “applicato” nel vecchio incarico a Milano.

(Tratto da Virgilio Notizie)