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Basta con un’antimafia delle parole: Bisogna passare a quella della DENUNCIA, aiutando forze dell’ordine e Magistratura

ORFEO NOTARISTEFANO LO HA DETTO A GRAN VOCE AL NOSTRO CONVEGNO A TARQUINIA: DI CONVEGNI NON SE NE PUO’ PIU’. BASTA CON L’ANTIMAFIA DELLE PAROLE E PASSIAMO A QUELLA DELLA DENUNCIA

Basta. basta, non se ne può più con questa antimafia parolaia, inefficace e, peraltro, costosa.

La settimana scorsa abbiamo ipotizzato e denunciato presenze di soggetti dai cognomi alquanto “pesanti” nel territorio a ridosso della statale Flacca, fra i comuni di Itri e Sperlonga ed abbiamo chiesto alle forze dell’ordine di avviare tutta un’azione di monitoraggio per verificare la fondatezza di tale ipotesi.

Le nostre preoccupazioni sono determinate dall’invasione costante del territorio del Basso Lazio da parte di gente che viene dal di là del Garigliano e che, in parte, senza alcun rispetto delle leggi, della natura e di ogni principio di civile convivenza, fa di esso l’uso più scorretto e predatorio.

Un’invasione talvolta selvaggia e prepotente, ma tal’altra realizzata con la compiacenza e con l’autorizzazione di organismi o soggetti delle istituzioni.

Ritorniamo sempre, da qualunque parte si affronti l’argomento, al punto delle responsabilità politiche ed istituzionali.

Le mafie cercano sempre e trovano spesso delle sponde nella politica e nelle istituzioni, senza guardare ai colori ed alle bandierine.

E’, quindi, nella politica e nelle istituzioni che vanno individuati i sodali, i conniventi, i collusi, i mafiosi.

La mafia nella politica è il classico cancro che finisce per infettare tutto l’organismo, tutto l’habitat, tutto l’apparato statuale.

Va da sé la consapevolezza dell’esigenza di avviare nel mondo della politica e delle istituzioni un’azione di monitoraggio e di denuncia di coloro che, oggettivamente o soggettivamente, indirettamente o direttamente, hanno fatto e fanno da sponda alle organizzazioni o ai soggetti criminali.

Anche negandone l’esistenza e la consistenza, come spesso leggiamo!

Noi andiamo fieri di un risultato che riteniamo importantissimo.

L’azione martellante, apparsa talvolta a taluni ripetitiva e noiosa, di attacco e di denuncia continui, ha indotto molti… a venire allo scoperto.

Oggi si sa “chi” è dalla parte della legalità e contro le mafie e “chi” non lo è.

Quando noi insistiamo sull’esigenza di andare a fondo, di indagare a fondo sulle contiguità e sulle collusioni mafia-politica-affari; quando noi insistiamo sulle necessità di indagare a fondo sulle consistenze patrimoniali, sulle movimentazioni finanziarie, sui repentini arricchimenti; quando diciamo che bisogna portare a conclusione positiva tutto il lavoro lodevole fatto dalle forze dell’ordine e dalle DDA relativamente alle operazioni cosiddette “Formia Connection” e “Damasco”, non lo facciamo per il gusto sadico di colpire tizio o sempronio, ma, al contrario, per bonificare l’habitat e salvaguardarne il prestigio. Quando noi parliamo di habitat, ci riferiamo, ovviamente, alle istituzioni, o meglio, alle Istituzioni, con la “i” maiuscola.

Noi non ce l’abbiamo con la Guardia di Finanza, di quella di Latina nello specifico, come qualcuno vuol far credere. Anzi.

Noi non saremo mai “contro” la Magistratura e le forze dell’ordine, in quanto tali.

E’ tutto il contrario!

Noi siamo contro il singolo, se questo non opera o non opera a sufficienza.

Tutto qua. E, quando parliamo, lo facciamo per salvaguardare la dignità, il prestigio dell’Istituzione. E del Corpo. Questo è lo spirito nel quale ci muoviamo sempre.

Detto questo, sul piano di un esame generale, passiamo alle nostre carenze.

Noi non abbiamo il dono divino di poter essere onnipresenti.

Ci affidiamo sempre alla sensibilità, al senso dello Stato, all’onestà intellettuale, delle persone e degli amici.

Non è più tempo per le analisi, per le ricerche sociologiche, per le ricostruzioni storiche.

Il nemico è in casa, è “dentro” casa e va combattuto partendo da questo dato.

Abbiamo fatto un buon lavoro sull’alto Lazio, su Civitavecchia-Tarquinia-Tuscania-Montalto di Castro; abbiamo fatto – e stiamo per terminare -un eccellente lavoro sul Basso Lazio_, su Formia, Gaeta, Fondi, Minturno, Terracina.

Occorre un impegno maggiore di indagine sul territorio dei Castelli e sul litorale appena a sud della Capitale.

Occorre un lavoro di scavo sulle connivenze, sulle interrelazioni fra politica e mafie.

Il 2010 dovrà rappresentare l’anno del salto di qualità dell’azione antimafia.

Addossarne il peso alle sole forze dell’ordine ed alla Magistratura è ingiusto e negativo.

Bisogna aiutarle. A tutti i costi.

I mass media, almeno i più attenti e sensibili agli interessi della collettività, hanno cominciato a fare un lavoro di informazione corretta e completa.

Ora debbono essere i cittadini, tutti i cittadini onesti, a svegliarsi ed a fugare quel torpore che ha finora caratterizzato il comportamento di molti.