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.Basta con un’”antimafia” delle chiacchiere.La Magistratura non può essere lasciata sola a combattere le mafie militari,politiche,economiche ed anche istituzionali.Un’associazione antimafia o fa INDAGINE E DENUNCIA,NOMI E COGNOMI,0 non é “antimafia”.Bisogna anche cominciare a pretendere dai Prefetti l’assunzione di responsabilità per quanto riguarda la “prevenzione”.Sono poche le interdittive antimafia,sono poche le indagini preventive.Ora basta!

on l’Associazione Antonino Caponnetto un vero modello di antimafia.

 

inserito da Salvatore Caccaviello

Mentre  sono in programma l’ istituzione di osservatori comunali sulla legalità ,parte un’azione più incisiva e pregnante dell’ Associazione  Antonino Caponnetto, in una Campania afflitta da una criminalità asfissiante e devastante che colpisce la vita pubblica riuscendo anche a condizionare istituzioni deboli. E’ quanto dichiarato dal Segretario Nazionale  Elvio Di Cesare.

Napoli – Urge rottamare qualsiasi cliché di modelli di un’antimafia sociale fragile,pasticciona e parolaia e passare ad un modello di una nuova antimafia,incisiva,combattiva,libera da qualsiasi vincolo o condizionamento di istituzioni che si rivelino non all’altezza per impostare e gestire un’efficace azione di contrasto al malcostume ed alla camorra. L’antimafia sociale o è libera da legami politici ed istituzionali ,non prendendo peraltro soldi e privilegi da nessuno ,o non è antimafia. Sono queste le linee guida sulle quali il confronto si va sviluppando fra gli amici e le amiche che compongono il gruppo dirigente dell’Associazione Caponnetto in Campania. Un’antimafia di fatti e di azioni,non di parole o,peggio, eventualmente di affari. Non é,questo,il modello dell’Associazione Caponnetto. E per dare concretezza a questo modello,le decisioni già in parte assunte ed in altra parte che saranno assunte nei prossimi mesi riguardano:

1)la rivisitazione dell’efficacia del ruolo svolto finora dalla Prefettura di Napoli in particolare- e dalle sue consorelle nella Regione più in generale- per quanto riguarda l’azione di vigilanza e di prevenzione sul versante della lotta alla camorra. Non é tollerabile ulteriormente che tutto il peso dell’azione di contrasto debba continuare ad essere addossato sulle sole spalle della Magistratura la quale può intervenire solamente quando il reato é stato compiuto e non prima. Le Prefetture debbono essere chiamate a svolgere appieno i compiti ad esse affidati in materia di prevenzione ed é questo quanto l’Associazione Caponnetto è determinata a cominciare a pretendere;

2) l’esame di eventuali criticità in alcuni segmenti locali di qualche struttura giudiziaria);

3) l’accensione di un cono di luce su alcune parti del sistema televisivo e radiofonico campani e sui silenzi calati su vecchie inchieste denominate,se ben ricordiamo,”Telecamorra” e delle quali non si è più parlato e non se ne conoscono gli esiti;

4) la richiesta a tre Amministrazioni comunali- Napoli,Sorrento e Santa Maria la Carità – di istituire gli Osservatori comunali sulla Legalità ,sulla base,però,delle indicazioni e dello schema di Regolamento fornito dall’Associazione Caponnetto ( ad evitare che essi diventino instrumentum regni di governi locali alla ricerca di…..”coperture” e di “verginità). O si accettano le indicazioni dell’ Associazione Caponnetto perché essi diventino vere,autonome ed efficienti strutture di legalità o sarà guerra e non ci si presterà ad alcun gioco di…….”.copertura”. Riteniamo doveroso rendere noto,al riguardo, che l’Amministrazione di Napoli,come d’altronde prevedevamo conoscendo la sensibilità degli attuali amministratori a cominciare dal Sindaco De Magistris,ha già dichiarato in linea di principio la sua disponibilità. Battaglie,queste,e compiti duri ed impegnativi che si accompagneranno alla perpetuazione della storica azione di collaborazione con la Magistratura che resta il tratto distintivo dell’Associazione Caponnetto. – Febbraio 2015-  Elvio Di Cesare Segretario nazionale Associazione Antonino Caponnetto.