‘Ndrangheta, Gratteri contro l’antimafia parolaia: “Serve tagliando di controllo”

Diretto, schietto, sincero. Nicola Gratteri è tornato a parlare nel giorno del ventiquattresimo anniversario della strage di Capaci e lo ha fatto intervenendo su Radio 1 nel programma di Ruggero Pò, Zapping.
Un tagliando per l’antimafia. Non usa mezzi termini e va diritto al cuore del problema. Con la solita chiarezza che lo contraddistingue. “L’antimafia delle parole ha bisogno di un tagliando di controllo perché ci sono molte associazioni che spesso nascono senza avere alle spalle una storia e si inventano – denuncia il magistrato reggino – facendosi vedere al fianco di magistrati allo scopo di avere un pedigree, entrare nelle scuole, parlare con i ragazzi e, poi, iniziare a chiedere sovvenzioni agli enti pubblici”. Per Gratteri occorre stare attenti all’antimafia parolaia e a tutto ciò che ruota attorno. “Ogni tanti qualche esponente di queste associazioni si ritrova per essere indagato o, addirittura, condannato per aver rubato soldi in nome dell’antimafia. Tutto ciò crea un danno enorme facendoci tornare indietro di decenni”. Ma chi deve fare il tagliando di controllo? Per il capo della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro serve una società civile attrezzata per chiudere le porte alla finta antimafia. “E’ la società civile – afferma Gratteri – che deve stare attenta a non fare entrare questa gente nelle scuole. L’antimafia non deve diventare un mestiere perché parlare ai ragazzi è una cosa molto delicata”.
‘Ndrangheta ed informazione. Per Gratteri non ha dubbi sulla forza della ‘ndrangheta che oggi è la mafia più ricca, talmente ricca “da comprarsi tutto ciò che è in vendita da Roma in su”. Per decenni sottovalutate, le cosche calabresi si sono trasformate divenendo ancora più pericolose infiltrandosi nel tessuto produttivo e nella pubblica amministrazione. “La mia paura più grande – sostiene Gratteri – è che la ‘ndrangheta ha già comprato pezzi di giornali e di televisioni per condizionare l’informazione e, quindi, il pensiero della collettività”. (m.f.)