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Attenti ai Prefetti, fatta qualche rarissima eccezione!!! Se a Roma avessimo avuto Prefetti attenti e vigili non avremmo oggi la situazione che rischia di far identificare la Capitale d’Italia con la Capitale della corruzione e del crimine mondiali

SIAMO ESTERREFATTI…

Ma non per gli sviluppi delle inchieste”Roma Capitale” perché si sapeva da decenni della montagna di fango che sommergeva il territorio, quanto, soprattutto, per l’inerzia ed i silenzi della gran parte dei romani e per il comportamento di molti uomini che rappresentano le istituzioni. Se non fosse stato per la nuova Procura della Repubblica e per le qualità morali e professionali del Procuratore Pignatone e dei suoi più stretti collaboratori, la Capitale d’Italia avrebbe dismesso la sua identità di “capitale del Cristianesimo” per assumere quella di ” capitale mondiale della corruzione e del crimine”. Mondiale, non europea! E siamo solo all’inizio di un’indagine che potrebbe svelare, se si dovesse andare a fondo, cose ancor più macroscopiche di quelle che grado a grado stanno venendo fuori. Ma non è questo l’aspetto che ora ci interessa perché riponiamo la nostra massima fiducia negli
attuali inquirenti ed aspettiamo gli sviluppi, determinati a giocare un ruolo non certo da spettatori. Ci irrita, invece, il ricordo delle improvvide dichiarazioni-senza che nessuno abbia avvertito il dovere morale e civile di chiedergliene conto – degli ultimi due-tre Prefetti, eccetto Mosca, della Capitale, i quali si sono affannati ad assicurare che… a Roma non c’è mafia, che Roma è la città più sicura d’Italia ed altre fandonie del genere. Questo è l’aspetto più inquietante perché si sapeva qual’era la situazione. La Direzione Nazionale Antimafia, la Direzione Investiva Antimafia, la Procura Generale e tutti gli altri Organi qualificati investigativi e giudiziari da decenni hanno sempre denunciato lo stato delle cose. Uno stato delle cose che, peraltro, era ormai sotto gli occhi di tutti. Non ci sono, infatti, una sola Relazione, un solo rapporto della DNA, della DIA ecc. che da anni non mettano in risalto che la Capitale è il crocevia
di tutti i grandi affari della criminalità non solo nazionale ma anche internazionale. Una criminalità che opera in combutta con ampi settori della politica, delle istituzioni e dell’imprenditoria. I Prefetti non hanno avuto nemmeno lo scrupolo di contraddire e smentire oggettivamente, con i loro comportamenti e le loro assicurazioni, organi qualificati dello Stato quali sono la Magistratura e le stesse forze dell’ordine. Una vergogna di fronte alla quale nessuno è insorto. Nessuno! In un altro Paese quei Prefetti sarebbero stati rimossi in 24 ore e mandati a fare un altro mestiere. Ma siamo in Italia e continuiamo a tenerceli, onorati e riveriti come e più di prima. Quando noi gridiamo: attenti ai Prefetti, fatta qualche rarissima eccezione!