Cerca

Arresti tra i Di Silvio, un capo clan pentito ha guidato gli investigatori

Arresti tra i Di Silvio, un capo clan pentito ha guidato gli investigatori

5 novembre 2018

di Silvia Colasanti

Nuovo affondo al clan Di Silvio. Questa mattina la polizia ha eseguito un’ordinanza di misura cautelare richiesta dopo le indagini legate all’inchiesta Alba pontina.

Il nuovo provvedimento restrittivo è a carico di Armando Di Silvio, considerato il capo del clan di stampo mafioso, sua moglie Sabina De Rosa, i figli Ferdinando Pupetto e Samuele; e ancora Gianluca Di Silvio e Yuri Lupparelli. Quest’ultimo sarebbe secondo gli investigatori esponente di un pericoloso gruppo criminale romano, dedito al traffico e allo spaccio di stupefacenti nel quartiere di Tor Bella Monaca.

La ricostruzione di altri episodi criminali a carico dei 6 indagati (5 dei quali già in carcere dopo l’operazione Alba pontina), è stata possibile grazie anche alle dichiarazioni di uno degli esponenti più importanti del clan rom, immediatamente riscontrate dalle indagini delle squadre mobili e del servizio centrale operativo della polizia. L’uomo aveva deciso di collaborare subito dopo l’esecuzione della prima misura cautelare, avvenuta 5 mesi fa, con la quale è stata formulata a suo carico anche l’imputazione provvisoria di associazione per delinquere di stampo mafioso, unitamente ad altri sette esponenti del clan.

I reati contestati oggi sono, a vario titolo, lo smercio di cocaina sulle piazze pontine nonché di alcuni gravi episodi di estorsione, con l’aggravante del metodo mafioso.

Secondo quanto dichiarato dal collaboratore di giustizia il gruppo si procurava con metodi violenti consistenti partite di cocaina da altri gruppi criminali senza pagare. La droga veniva poi distribuita tra i componenti del clan per essere piazzata sul mercato locale. I trafficanti di droga, a quanto sembra, non tentavano neanche ritorsioni e questo dimostrerebbe “la forza mafiosa” esercitata dai Di Silvio sul territorio.

Le estorsioni di cui sono accusati sarebbero state commesse con modalità particolarmente violente e con le aggravanti di aver agito in più persone,sotto la minaccia delle armi, da parte di soggetti appartenenti ad un’associazione per delinquere di stampo mafioso e con l’utilizzo appunto del metodo mafioso.

Una delle vittime è un avvocato di Latina. Il gruppo criminale gli avrebbe estorto denaro dopo avergli fatto credere di essere gravemente esposto alla vendetta di esponenti della camorra napoletana per questioni inerenti la propria attività professionale.

Il legale sarebbe stato costretto a sborsare svariate migliaia di euro a favore del clan, in diverse tranche, nonostante avesse dimostrato di essere stato lui a subire condotte minacciose ed estorsive da parte di un soggetto di cui aveva assistito una parente.

Un’altra vittima sarebbe invece un imprenditore florovivaistico. L’uomo sarebbe stato terrorizzato dagli esponenti del clan Di Silvio e costretto a consegnare, a più riprese, rilevanti somme di denaro. Gli indagati lo pressavano con continue visite, nonostante l’imprenditore avesse cercato di farsi proteggere da un sorvegliato speciale amico del capo clan.

Fonte:https://www.latinaquotidiano.it