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Arrestato Pasquale Bonavota. Era l’ultimo boss di ‘ndrangheta latitante

Catturato a Genova dai Ros dopo una caccia durata oltre quattro anni. È stato fermato nella cattedrale di San Lorenzo con un documento falso

Pubblicato il: 27/04/2023 – 12:03

Era l’ultimo boss di ‘ndrangheta rimasto a piede libero. Uno dei quattro latitanti di massima pericolosità rimasti dopo l’arresto del “capo dei capi”, Matteo Messina Denaro. Da oggi anche Pasquale Bonavota è stato catturato a Genova dai Ros. Capo indiscusso dell’omonima famiglia criminale attiva a Sant’Onofrio, nel Vibonese, e con ramificazioni tra Piemonte, Liguria e Roma, Bonavota è stato fino a oggi un fantasma. Scomparso da oltre quattro anni nonostante una caccia serrata. Sulla sua testa pendeva un mandato di cattura internazionale. Bonavota, 49 anni, era inserito nell’elenco dei latitanti di massima pericolosità facenti parte del “programma speciale di ricerca” del Ministero dell’Interno. L’arresto è scattato al termine di articolate indagini condotte dal Ros e dai Comandi provinciali Carabinieri di Vibo Valentia e Genova. L’indagato era ricercato in quanto destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa, nell’ambito dell’indagine Rinascita – Scott del Ros, dal Tribunale di Catanzaro, in quanto accusato di associazione mafiosa con il ruolo di promotore della cosca Bonavota rientrante nella locale di ‘Ndrangheta di Sant’Onofrio, in provincia di Vibo Valentia. Bonavota era l’unico indagato rimasto in stato di latitanza a seguito dell’esecuzione dell’operazione Rinascita – Scott che, il 19 dicembre 2019, ha portato all’arresto di 334 persone ritenute appartenenti alle strutture di ‘Ndrangheta della provincia vibonese. Le indagini sono state dirette dalla Procura – Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, guidata da Nicola Gratteri.

Bonavota fermato nella cattedrale di Genova. Aveva un documento falso

Bonavota, il boss della ‘ndrangheta super latitante, è stato fermato dopo essere entrato nella chiesa di San Lorenzo, la cattedrale di Genova. I carabinieri del reparto operativo, coordinati dal colonnello Michele Lastella, del capoluogo ligure, lo hanno seguito per un tratto e poi, una volta dentro la chiesa, lo hanno arrestato. Aveva un documento falso. I militari erano sulle sue tracce dal 2021.

L’erede designato

Dell’erede alla guida del clan Bonavota, nato a Vibo Valentia il 10 gennaio di 49 anni, titolo che gli spetta per discendenza e appartenenza, non si aveva più traccia dal 2018, proprio all’indomani della condanna all’ergastolo emessa dal gup distrettuale di Catanzaro al termine del processo celebrato con rito abbreviato nato dall’operazione “Conquista”. Due erano stati arrestati subito, Nicola Bonavota e Onofrio Barbieri, anche loro condannati al massimo della pena, mentre Domenico Bonavota è stato catturato solo il 6 agosto del 2020. Per Pasquale Bonavota, però, la sentenza sarà ribaltata clamorosamente a novembre del 2021 dalla Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro: cancellate tre condanne all’ergastolo inflitte in primo grado, quella di Onofrio Barbieri – pena convertita a 30 anni di carcere – e dei fratelli Nicola e il super ricercato Pasquale Bonavota.

Piantedosi: grande successo

«Un grande successo dei nostri investigatori» ha dichiarato il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi «complimentandosi con l’Arma dei Carabinieri per l’arresto di Pasquale Bonavota, esponente di spicco della ‘ndrangheta, inserito nell’elenco dei latitanti di massima pericolosità». La cattura a Genova dell’uomo, ricercato dal 2018 con le accuse di associazione di tipo mafioso e omicidio aggravato rappresenta «una risposta forte dello Stato che conferma ancora una volta – dopo gli arresti da inizio anno di Matteo Messina Denaro ed Edgardo Greco – il grande impegno di magistratura e Forze dell’ordine per contrastare le organizzazioni mafiose e assicurare alla giustizia pericolosissimi criminali» ha sottolineato il titolare del Viminale.

Il plauso di Occhiuto

La cattura di Pasquale Bonavota, esponente di spicco della ‘ndrangheta e uno dei quattro super latitanti più ricercati d’Italia, sottolinea ancora una volta il grande impegno profuso dallo Stato nel contrasto alla criminalità organizzata. Quella di oggi è l’ennesima brillante operazione frutto di articolate indagini condotte dal Ros, dai comandi provinciali dei Carabinieri di Vibo Valentia e Genova, e dirette dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, guidata da Nicola Gratteri. A loro rivolgo il mio sincero apprezzamento, quello della Regione che ho l’onore di governare, e soprattutto la gratitudine di tutti i calabresi che aspirano a un futuro libero da ogni condizionamento mafioso”. Così il presidente della Regione Roberto Occhiuto.

Il plauso del Pd Calabria

«Esprimiamo grande soddisfazione e un caloroso ringraziamento alle Forze dell’Ordine e alla Procura della Repubblica-Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, guidata da Nicola Gratteri, che, grazie ad una brillante operazione, sono riuscite ad arrestare il boss Pasquale Bonavota, ricercato inserito nell’elenco dei latitanti di massima pericolosità. L’arresto è arrivato alla conclusione di articolate indagini condotte dal Ros e dai comandi provinciali Carabinieri di Vibo Valentia e Genova che sono riuscite a porre fine alla latitanza del boss che durava dal 2018. Il suo nome era inserito   nella lista del ministero dell’Interno dei latitanti di massima pericolosità facenti parte del “programma speciale di ricerca” del gruppo Interforze. Dopo l’arresto lo scorso gennaio di Matteo Messina Denaro, risultava, dunque, essere lui il boss più pericolo e ancora latitante. Si tratta di un risultato straordinariamente importante che testimonia la grande abnegazione e professionalità di tutti i soggetti che hanno sinergicamente collaborato per ottenere l’arresto che rappresenta un altro e durissimo colpo ai clan e dà speranza per un futuro migliore ai cittadini onesti che lavorano con impegno per il progresso della Comunità in cui vivono». Così il Pd della Calabria.

Il plauso di Wanda Ferro

Ancora un latitante di massima pericolosità assicurato alla giustizia grazie alla capacità investigativa e al lavoro instancabile di magistratura e forze dell’ordine. Lo Stato non molla e incassa un altro grande risultato nell’azione di contrasto alla criminalità organizzata. Congratulazioni ai carabinieri del Ros e dei comandi provinciali di Vibo Valentia e Genova, che nel capoluogo ligure hanno catturato Pasquale Bonavota, inserito nel programma speciale di ricerca del Ministero dell’Interno, nell’ambito di un’indagine condotta dalla Dda di Catanzaro guidata da Nicola Gratteri”. Così il sottosegretario all’Interno Wanda Ferro (FdI) commenta la cattura di Bonavota, ritenuto dagli inquirenti al vertice dell’omonimo clan di Sant’Onofrio e ricercato per un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nella maxi-operazione ”Rinascita-Scott” contro la ‘ndrangheta vibonese.

Il plauso di Mangialavori

Congratulazioni ai Comandi provinciali dei carabinieri di Vibo Valentia e di Genova, a Reparti del Ros, alla Dda di Catanzaro e alla magistratura che, a conclusione di lunghe e complesse indagini, hanno arrestato oggi il super latitante Pasquale Bonavota”. Così in una nota il deputato Giuseppe Mangialavori, Presidente della Commissione Bilancio e coordinatore di Forza Italia in Calabria. “La cattura dell’esponente di spicco della ‘ndrangheta e uno dei quattro latitanti più pericolosi d’Italia dimostra l’impegno dello Stato e delle Forze dell’Ordine. A loro va il ringraziamento mio e di tutti i calabresi” conclude Mangialavori.  (redazione@corrierecal.it)

fonte:https://www.corrieredellacalabria.it/2023/04/27/arrestato-pasquale-bonavota-era-lultimo-boss-latitante/