Arrestato l’ex vicesindaco di Caserta
Per Vincenzo Maria Ferraro le ipotesi di corruzione, turbata libertà degli incanti, truffa e trasferimento fraudolento di beni, con l’aggravante del metodo mafioso.
di DARIO DEL PORTO e CONCHITA SANNINO
La tangentopoli casertana colpisce un altro comune. È stato arrestato all’alba dai carabinieri l’ex vicesindaco di Caserta, Vincenzo Mario Ferraro, di Forza Italia. I militari del Reparto operativo di Caserta hanno eseguito – anche nelle province di Sassari e Trento – un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Napoli, su richiesta della Distrettuale Antimafia, nei confronti di 7 indagati in tutto. Le ipotesi: corruzione, turbata libertà degli incanti, truffa e trasferimento fraudolento di beni, con l’aggravante del metodo mafioso.
L’indagine dei pm Maurizio Giordano, Luigi Landolfi, Gloria Sanseverino coordinata dal procuratore antimafia Giuseppe Borrelli, rappresenta un altro segmento del filone aperto da tempo su una serie di appalti pilotati e connivenze con imprenditori ritenuti vicini al clan dei casalesi (o di altre fazioni criminali). Un filone culminato, venti giorni fa, negli arresti di Santa Maria Capua Vetere (in carcere sono finiti l’ex sindaco Biagio Di Muro e l’imprenditore Alessandro Zagaria), con il coinvolgimento di Stefano Graziano, ex presidente del Pd campano, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Graziano era accusato di aver ottenuto il consenso di alcune aree controllate del clan e di aver esercitato pressioni politiche per ottenere i fondi della riqualificazione di Palazzo Teti Maffuccini. Lavori finiti poi al centro di una serie di mazzette.
Una vicenda che ha portato alla luce anche il ruolo di “facilitatotori” di appalti svolto da colletti bianchi e da uno studio professionale. In particolare, nel filone sul comune di Caserta, gli inquirenti avrebbero raccolto elementi gravi a carico di due ex amministratori- tra i quali il vicesindaco Ferraro – che, dietro compenso di denaro ed altre utilità, “favorivano l’aggiudicazione di una gara d’appalto per la gestione del servizio di trasporto disabili”.
A beneficiarne sarebbe stata una ditta riconducibile all’imprenditore Angelo Grillo, più volte arrestato e ritenuto collegato al clan “Belforte” di Marcianise. Si tratta dello stesso eccellente dell’area casertana già arrestato più volte, e che aveva anche parzialmente collaborato con i pm: Grillo è ritenuto ‘trait-d’union’ tra la pubblica amministrazione dei comuni casertani, gli ospedali e le imprese controllate dalla camorra. E a suo carico fu anche disposto un sequestro di beni per circa due milioni di euro.