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Appaltopoli, spunta una nuova lista di Anemone con 100 nomi. Fra questi nomi eccellenti

Ci sarebbe anche un Berlusconi. Per Ghedini notizia “infondata”. I magistrati vogliono verificare se si tratti del premier o di un familiare, secondo Corriere, Repubblica e Messaggero. Gli investigatori hanno acquisito nuovi elementi sul filone che riguarda Toro e Scajola

Case e soldi. Ristrutturazioni nelle abitazioni e negli uffici di clienti potenti e operazioni bancarie sospette. Spunta una nuova lista di 100 nomi nell’inchiesta della procura della repubblica di Perugia sui grandi appalti per il G8 della Maddalena e i 150 anni dell’Unità d’Italia. E’ stata trovata nel personal computer del commercialista dell’imprenditore Anemone. Lo riferiscono il Corriere della sera, La Repubblica e Il Messaggero. Nella nuova lista comparirebbe anche il cognome Berlusconi. I magistrati vogliono verificare – si legge negli articoli – se si tratti del presidente del Consiglio o di un familiare.

Sulla questione è intervenuto il legale del premier Niccolò Ghedini secondo cui è “del tutto infondata” la notizia che vedrebbe Silvio Berlusconi nella nuova lista riscontrata dagli inquirenti. “Come sempre vengono pubblicate notizie, coperte da segreto di indagine e senza alcun riscontro al solo scopo di diffamare il presidente Berlusconi. La asseritamente nuova lista dei lavori eseguiti dalla ditta Anemone per quanto riguarda il presidente Berlusconi non rappresenta alcun elemento di novità. Come già documentalmente comprovato per la precedente lista – ha spiegato – si tratta di alcuni modesti lavori di manutenzione eseguiti dalla ditta Anemone, una delle società più apprezzate nel settore edile. E` quindi evidente che in questa lista non vi è altro se non la riproposizione dei lavori che nella prima erano indicati con la dicitura Palazzo Grazioli. Tali lavori erano stati ordinati da Forza Italia quale adeguamento di alcuni locali utilizzati a Palazzo Grazioli dal partito. Il prezzo dei lavori è stato regolarmente fatturato e  regolarmente pagato.  Era quindi sufficiente un modesto approfondimento per evitare di lanciare sulle prime pagine dei giornali una notizia del  tutto infondata“.

Dopo una recente segnalazione di Bankitalia – riporta inoltre il Corsera – gli accertamenti si concentrano su 250 mila euro versati lo scorso anno da un avvocato sul conto corrente del giudice De Lise, il presidente del Consiglio di Stato che allora guidava il Tar del Lazio. Quest’ultimo, riferisce il Messaggero, spiega: “Cado dalle nuvole, ma quell’anno comprai una casa e ne vendetti un’altra”.

Inoltre, si legge ancora, in vista del verdetto della Corte di cassazione sulla competenza dei pm umbri, gli investigatori hanno acquisito nuovi elementi relativi al filone d’indagine che riguarda l’ex procuratore Achille Toro e a quello sull’ex ministro Claudio Scajola.

LA PRIMA LISTA DELL’IMPRENDITORE
Tra i nomi della prima lista consegnata da Anemone all’inizio dell’inchiesta, politici, registi, manager e giornalisti: più di 400 vip. Il più autorevole era quello del vicepresidente del Csm Nicola Mancino, che subito aveva precisato: “Il signor Anemone non mi ha fatto nessun regalo. Posizione netta anche quella del giudice costituzionale Gaetano Silvestri: “Non conosco e non ho mai conosciuto Anemone – aveva detto non possiedo e non ho mai posseduto immobili di qualunque genere a Roma”. E Guido Bertolaso aveva fatto sapere che il suo rapporto con Anemone si è limitato a 20mila euro di prestazioni di falegnameria e aveva smentito la proprietà di una casa in via Giulia.

(Tratto da Virgilio Notizie)