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Appalti truccati, gare con il metodo La Regina: «Pure troppi cinquemila euro ai tecnici»

Il Mattino, Giovedì 16 Marzo 2017

Appalti truccati, gare con il metodo La Regina: «Pure troppi cinquemila euro ai tecnici»

di Leandro Del Gaudio

«Sì, se c’è il padre in commissione, possono garantire al 99 per cento». Parola di una che di appalti e commissari ne capisce, di una che ha confessato di aver truccato appalti e fatto girare mazzette. Si chiama Loredana Di Giovanni, l’alter ego di Guglielmo La Regina, punto di riferimento di un sistema che si sarebbe riprodotto per 18 volte in Campania. Parla tanto Loredana. Lo fa attraverso schede dedicate, intestate cioé a prestanome, prima di essere scoperta nel 2015, ma anche dinanzi ai pm, quando sa di essere messa con le spalle al muro.

Ma partiamo dalle intercettazioni, come quelle in cui Loredana insiste con Guglielmo sul metodo da adottare per ottenere i favori della commissione aggiudicatrice degli appalti: «Io suggerisco che mi dai la mano mia alla commissione, mi dai i diecimila euro della commissione, punto, se non possiamo garantire niente, il progetto». E, nel corso della stessa telefonata, la donna insiste: «Eh, sarebbero due soggetti, perché penso cinquemila e cinquemila (5.000) son pure esagerati no, perché comunque pigliano i soldi. Allora innanzitutto uno dice alla nomina della commissione diecimila euro e ci devono uscire per noi cinquemila alla commissione poi avranno il resto». Parole che spingono il gip Federica Colucci a confermare l’esistenza del sistema La Regina, in uno scenario investigativo che attraversa ben 18 gare d’appalto. Chiara la ricostruzione del cosiddetto sistema La Regina. Tutto nasce da un accordo tra l’ingegnere Guglielmo La Regina e la sua consulente Loredana Di Giovanni. Anni fa, la donna presenta a La Regina il politico in carriera Pasquale Sommese, dando inizio a una sorta di schema triangolare che si sarebbe riprodotto nel tempo: loro, consulenti facilitatori, ottengono dall’assessorato regionale il finanziamento dei progetti, mentre su un altro versante si prova a condizionare le commissioni giudicatrici degli appalti nei rispettivi comuni. Entrano in gioco docenti ed esponenti delle professioni che vengono corrotti: soldi o consulenze in cambio del via libera alle imprese consigliate dai due professionisti rampanti.