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Appalti in Fiera, l’ex manager Hallecker patteggia. Cologno Monzese alle urne dopo l’inchiesta che ha travolto i vertici locali di Fdi

di Thomas Mackinson | 25 MAGGIO 2023 – Il Fatto Quotidiano

Ha patteggiato una pena di due anni e sei mesi per corruzione Massimo Hallecker, l’ex responsabile degli acquisti alla Fiera di Milano. Hallecker ha dovuto versare anche 27mila euro di risarcimento, pari al “prezzo” delle tangenti incassate. Agli altri indagati, saliti a 13, è stato recapito l’avviso di conclusione indagini. Una svolta nella vicenda deflagrata ad agosto dell’anno scorso, con l’arresto dell’ex buyer della Fiera, a seguito delle denunce presentate dall’ex amministratore delegato, Luca Palermo. Massimo Hallecker era la figura centrale di un’inchiesta che ha investito la dirigenza di Fratelli d’Italia a Cologno Monzese, dove il 28 e 29 maggio si terrà il ballottaggio tra Stefano Zanelli e l’avvocato Giuseppe Di Bari, appoggiato dal centrodestra ma senza la Lega.

L’indagine fece emergere i legami societari con due imprenditori e compagni di partito in Fdi. Secondo la Procura di Milano Hallecker, 57 anni, nel periodo 2020-2021 da responsabile acquisti avrebbe compravenduto l’appalto da 8 milioni per la gestione dei servizi logistici a Lainate dei magazzini Nolostand, società controllata da Fiera Milano, in cambio del fatto che l’impresa Fabbro subappaltasse i lavori alla Idea Servizi Srl amministrata da Domenico Seidita, legato ad Hallecker e all’imprenditore Silvestro Riceputi, detto Franco, da interessi economici e dalla comune militanza in Fratelli d’Italia a Cologno Monzese: Seidita era stato consigliere comunale fino al 2020, Riceputi il referente locale del partito.

Emerse il nome dell’onorevole Marco Osnato, genero di Romano La Russa e figura di spicco del partito di Giorgia Meloni: risultava infatti socio di Hallecker in una serie di attività che andavano dalla gestione dei condomini ai servizi funerari. Osnato, mai indagato, spiegò poi di essere stato totalmente all’oscuro delle attività illecite e di essere uscito dalle società per manifesta inattività delle stesse. In una, la Lu.Ma Srl, intestata alla moglie, compariva come dipendente il capo ultras milanista Luca Lucci, condannato a sette anni di carcere per un vasto traffico di droga. Lucci fu al centro di un caso politico nel 2018 per via di una foto con Matteo Salvini, allora ministro dell’Interno, in occasione della festa per i 50 anni della curva sud del Milan, benché alle spalle avesse già il patteggiamento per fatti di droga.

L’avvocato di Hallecker Nicolò Pelanda conferma l’accordo raggiunto a seguito del giudizio immediato e sottolinea come proprio la collaborazione dell’ex manager abbia consentito agli inquirenti di acquisire ulteriori elementi e aggiungere tre nomi all’elenco degli indagati, poi raggiunti dall’avviso di conclusione indagini. Pelanda spiega anche di aver presentato ricorso in Cassazione sulla qualifica giuridica dell’ex buyer della Fiera come pubblico ufficiale, quesitone che attiene alla natura giuridica dell’ente e qualificherebbe in modo diverso il reato contestato, da corruzione di pubblico ufficiale a corruzione tra privati.

Cologno Monzese la vicenda è stata presto sepolta. Dall’indagine erano emersi collegamenti economici e di militanza con figure di spicco in Fratelli d’Italia per le quali Hallecker era la porta di ingresso della Fiera. L’altro 50% della La.Ma Srl era di Salvatore Tedesco, fratello di Marianna Tedesco, consigliera di Fdi eletta a Cologno. Lo stesso Hallecker si era candidato col partito della Meloni in precedenti tornate. In alcune delle aziende monitorate (Bramì building management Srl, La Martesana Srl, Gruppo Lucia service Srl, Il Protagonista communication Srl) figuravano come soci anche candidati (mai indagati) ora in corsa per il rinnovo del consiglio comunale.