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Antimafia nell’Alto Lazio

Si è riunito a Civitavecchia il Comitato Direttivo regionale dell’Associazione per la lotta contro le mafie Antonino Caponnetto, per prendere in esame la situazione delle infiltrazioni della mafia, della camorra e della  ‘ndrangheta che ha raggiunto un elevato livello di pericolosità anche nell’Alto Lazio.
L’operazione Money Bag’s effettuata l’11 marzo dai carabinieri e dalla Guardia di Finanza di Viterbo, coordinata dalla Direzione investigativa antimafia che ha portato all’arresto di 8 persone per narcotraffico, usura, estorsione e riciclaggio è solo l’ultimo atto di una sempre più forte presenza della criminalità organizzata lungo la costa e nell’interno del territorio della Tuscia.
La presenza a Tarquinia del clan dei Piromalli, della ‘ndrangheta calabrese insieme ai Casamonica, che operano nell’area romana e lungo la costa tirrenica fino a Montalto di Castro, l’insediamento dei Di Lauro a Santa Marinella, della camorra di Scampia, la presenza a Ladispoli dei Pulvirenti affiliati al clan di Nitto Santapaola della cosca catanese, gli affari legati agli appalti del porto di Civitavecchia e dell’Enel del clan dei Rinzivillo, la presenza dei Gallo, Cavalieri di Torre Annunziata, la dicono lunga su quanto sta avvenendo.
Non a caso Giorgio Santacroce presidente della Corte d’appello di Roma ha lanciato l’allarme sulla presenza di numerosi clan su Civitavecchia e dintorni e il giudice Luigi De Ficchy ha sottolineato i pericoli della presenza della mafia italiana e cinese nell’ipotizzata costruzione del Terminal Cina in località La Frasca Sant’Agostino. Scambi di società e di affari sono in corso tra Gioia Tauro ed il nostro territorio, protagonisti il clan degli Alvaro, quello dei Piromalli e dei Molè che coinvolgono il clan romano e laziale dei Casamonica.
Se si vanno a verificare i rapporti che intercorrono tra alcuni soci di un’impresa che costruisce nella Maremma Viterbese centrali a biomasse ed eoliche, si arriva a personaggi condannati a Palermo per il reato di associazione mafiosa.
Tutto ciò è solo una parte del dossier che l’associazione sta costruendo sull’Alto Lazio, ma c’è n’é quanto basta per lanciare l’allarme e per invitare i cittadini a collaborare con l’associazione che garantisce il massimo della riservatezza a tutti coloro che forniscono notizie utili. L’Associazione denuncia inoltre l’intreccio esistente tra una parte dell’im-prenditoria e della politica con le attività della criminalità e propone alle istituzioni di schierarsi evitando, come è finora accaduto in alcuni casi, di assumere atteggiamenti di negazione del fenomeno se non di collusione. La nostra associazione chiederà incontri specifici con i sindaci del territorio e sin d’ora propone la convocazione dei consigli comunali aperti ai cittadini per organizzare iniziative per il rispetto della legalità. E’ in programma un convegno pubblico a Civitavecchia in cui saranno invitati anche tutti i Comuni del territorio.
Comunicato dell’Associazione Antonino Caponnetto

(Tratto da Tarquinia Città Online)