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Ancora interrogazioni parlamentari del PD sull’assalto al Parco Nazionale del Circeo. Ma i problemi sono altri e se non si affronta il problema dell’inefficienza dello Stato sul territorio, macineremo sempre aria fritta

Anche Ranucci ed altri parlamentari del PD, oltre a Realacci, hanno presentato un’interrogazione in merito agli incendi appiccati nel Parco Nazionale del Circeo.

Tutti hanno chiesto ai Ministri competenti –in particolare quelli dell’Interno e della Giustizia –… “quali provvedimenti intendano prendere… ecc. ecc. ” per mettere fine a questa scia di attentati ad un patrimonio naturalistico ed ambientale fra i più preziosi nel nostro Paese.

Stiamo parlando di un territorio che si estende da Terracina fino a Latina di un valore eccezionale sul quale la criminalità organizzata ha puntato lo sguardo da decenni dando vita ad processo inarrestabile di devastazione.

I danni finora arrecati sono già incalcolabili ed ancor più lo diventerebbero se si consentisse alle mafie l’assalto finale e totale al Parco Nazionale.

Sono già centinaia le opere abusive realizzate nell’area del Parco senza che da parte delle istituzioni ci sia stato un intervento fermo e risolutivo per abbatterle o acquisirle al patrimonio pubblico.

Non parliamo dei silenzi, delle distrazioni, delle complicità talvolta, della politica!

Realacci, nel chiedere nella sua interrogazione l’istituzione di sezioni a Latina della DDA e della DIA, ammette implicitamente le carenze, le deficienze degli apparati investigativi e giudiziari locali.

Egli, cioè, ha colto il punto centrale del problema.

“Quali provvedimenti intendano adottare… ”, chiedono Ranucci e gli altri ai Ministri dell’Interno e della Giustizia.

Giriamo sempre intorno al tavolo senza mai affrontare di petto il problema e risolverlo.

E’ questo l’aspetto che ci preoccupa di più perché fa sorgere il sospetto che si voglia salvare un pochino la faccia ma senza voler risolvere alla radice i problemi.

In provincia di Latina si è appena usciti da una fase che ha visto la locale Procura della Repubblica addirittura negare che esiste un fenomeno mafioso radicato sul territorio.

Basta leggersi quanto hanno scritto i PM De Martino e Curcio al riguardo.

Non vogliamo apparire ulteriormente impietosi e ripetere cose dette e stradette senza che negli ambienti politici laziali e pontini ci sia stato, da parte del PD soprattutto ma anche degli altri partiti dell’opposizione, un pur minimo segno di inversione di tendenza rispetto ad un comportamento di distrazione e di diserzione.

L’esempio di Fondi: gran clamore all’inizio, assenza completa di azioni eclatanti e risolutive dopo la vergognosa (non) decisione del governo Berlusconi.

In altri tempi e altre fasi politiche, si sarebbero riempite le piazze ed occupate le aule parlamentari, regionali e comunali..

Conosciamo bene la complessità del mondo politico laddove si possono registrare aree di resistenza di fronte a certe decisioni radicali, ma di fronte a comportamenti che ledono l’immagine ed il decoro delle istituzioni, chi ha senso dello Stato deve saper assumere anche comportamenti solitari e di rottura rispetto a posizioni di ambiguità.

Noi, al posto dei Veltroni, dei Di Pietro, dei Ligotti ecc. , avremmo occupato sine die l’aula della Commissione Parlamentare Antimafia per accendere i riflettori internazionali sul comportamento di questa classe politica di governo ed avremmo riempito le mura del Lazio e del Paese di manifesti di denuncia e di protesta.

Che fare oggi?

Si raccoglie quello che si è seminato.

Cioè nulla.

I Ministri interessati risponderanno alle interrogazioni che… sono in corso indagini per individuare i piromani, che l’attenzione sul fenomeno mafioso in provincia di Latina è massima e altri bla bla.

Tutto rimarrà probabilmente come prima, forse sarà preso qualche piromane, qualche esecutore di ordini, qualche “manovale”, senza però arrivare ai mandanti, alle menti criminali in giacca e cravatta che vorrebbero cementificare l’ultimo lembo di territorio rimasto indenne nell’opera di devastazione di un’intera provincia e di un’intera regione.

Se non si affronterà mai il toro per le corna e non si risolveranno mai i problemi centrali che assillano la provincia di Latina, problemi che riguardano tutti l’inefficienza dello Stato sul territorio, si macinerà sempre aria fritta.

Vogliamo essere buoni e ci limitiamo a parlare di inefficienza perché talvolta il sospetto è che ci sia dell’altro.

A tutto vantaggio della mafie ormai quasi padrone di tutto, se non ancora di tutti.

Non prendiamoci e prendiamo più in giro!