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Anche la DIA di Palermo indaga sulla presenza mafiosa nel Viterbese

È estremamente allarmante la relazione della Direzione Investigativa Antimafia circa le infiltrazioni mafiose a Roma e nel Lazio e per questo serve una reazione forte delle Istituzioni a sostegno delle battaglie in atto, di legalità, condotte dalle forze dell’ordine e dalla magistratura. Nelle prossime settimane approfondiremo le questioni, ma il quadro che emerge mette in relazione diverse indagini già note mentre in alcuni casi emergono fatti nuovi e inquietanti. Dagli interessi nei lavori per la riconversione a carbone della centrale di Torre Valdaliga nord a Civitavecchia, alle attenzioni lungo il litorale laziale, ad alcuni importanti appalti nella zona di confine Orte-Terni e soprattutto delle grandi novità proprio dove uno non penserebbe mai: la città di Viterbo.
Nella relazione semestrale della Dia si legge testualmente: “La discovery di rilevanti investigazioni ha confermato come le organizzazioni macrocriminali, oramai radicate nel Lazio, soprattutto nella Provincia di Latina, siano protese a stringere alleanze finalizzate ad aggredire in maniera sempre più stringente, strategie volte a imporre un vero e proprio monopolio in alcuni settori commerciali”.
Sul litorale laziale ed in città hanno operato, senza dare troppo nell’occhio, gli uomini del reparto speciale della Guardia di Finanza del Gico.
Adesso, sono giunti anche gli specialisti della Direzione Investigativa Antimafia di Palermo.
Se c’è tutto questo interesse da parte della Dia evidentemente c’è qualcosa di grosso che bolle in pentola. Tante, tantissime le segnalazioni delle varie associazioni, quelle più circostanziate della “Caponnetto”.
Estorsioni, usura e riciclaggio sono il piatto forte che la tavola viterbese offre alle organizzazioni criminali. L’aver sottovalutato i pericoli di infiltrazione sul nostro territorio di camorra o ‘ndrangheta costerà molto caro alle generazioni future. Ci sono affiliati che hanno già investito pesantemente nell’edilizia. Il fatto che la Dia stia seguendo delle tracce è segno evidente che qualcosa sia accaduto sul nostro territorio senza che nessuno si sia accorto di nulla o quasi. Si parla di operazioni finanziarie ciclopiche e all’apparenza del tutto regolari. Operazioni che passerebbero inosservate ai profani ma anche ai più esperti. L’abilità della criminalità organizzata è proprio quella di sapersi rinnovare a seconda delle esigenze. Hanno professionisti eccellenti che riescono ad eludere controlli di qualsiasi genere. L’enorme numero di sportelli bancari sulla nostra città e nella provincia lasciano intendere un grande circolo di denaro. Ci sono alcune aziende che non sembrano essere lambite dalla crisi e enti pubblici decisamente conniventi su alcune operazioni poco chiare. La Procura di Viterbo, probabilmente, sta indagando su qualcosa ma se la Dia ha deciso di muoversi autonomamente è segno evidente che le cose procedono troppo a rilento. Dopo il Gico e la Dia di Roma anche quella di Palermo vuol capire di più su cosa succede nella quiete della Città dei Papi. Molti sono convinti che il confronto con queste organizzazioni sia già perso da tanto tempo.


l’Opinione di Viterbo e Lazio Nord