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Anche il Lazio nell’operazione contro i Tripodi. Sequestri di beni a Roma

‘Ndrangheta, il clan Tripodi e gli affari nel Lazio

Il clan Tripodi della ‘ndrangheta di Vibo Valentia voleva inserirsi negli appalti pubblici del Lazio, ad esempio nel settore delle fibre ottiche. E gli uomini delle cosche tramite faccendieri erano entrati in contatto con il mondo politico romano. È quanto si apprende da fonti investigative sull’operazione ‘Libra Money’ che ha portato al sequestro di beni per 45 milioni di euro non solo a Roma, ma anche in Calabria, Lombardia, Sicilia, Veneto ed Emilia Romagna.
La cosca Tripodi, costola del potente clan Mancuso, secondo l’accusa avrebbe tentato di acquisire
appalti nel Lazio anche attraverso il sostegno promesso ad un candidato, poi eletto alle elezioni per il Consiglio regionale del 2010. L’esponente politico, all’epoca di centrodestra, non è indagato. Nelle indagini sono emersi i rapporti almeno indiretti degli ‘ndranghetisti anche con un altro esponente politico della Regione, in questo caso di centrosinistra, sempre nella passata legislatura. Anche quest’ultimo non risulta indagato in Calabria. Il materiale sui due è stato però trasferito alla procura di Roma per competenza territoriale.
Tra le proprietà riconducibili al clan Tripodi sequestrate dal Nucleo tributario della Guardia di Finanza e dal reparto operativo dei carabinieri di Vibo Valentia, a Roma due bar in viale Giulio Cesare, tra il centro storico e il Vaticano. Si tratta di ‘La dolce vità e ‘Sweet and food’. Un terzo bar sequestrato, di proprietà della ‘Effeci Global Service Group srl’, si trova invece in via Plauto, nel centrale quartiere Prati, non lontano dagli altri due.
Tutti questi beni sono riconducibili a Francesco Comerci, 39 anni, originario di Messina, indagato dalla Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Catanzaro per associazione mafiosa. Tra il 2003 e il 2012 ha dichiarato redditi tra zero euro (2004 e 2012) e un massimo di 45 mila euro (2011), incompatibili con le proprietà sotto il suo controllo: è questo uno dei presupposti per applicare il sequestro preventivo.
Sequestrati a Roma, tra l’altro, anche immobili di pregio su via Trionfale – riferibili alla società ‘Edil Sud Costruzioni srl’, in mano a Nicola Tripodi – e alcune automobili intestate a prestanome romani delle cosche calabresi. Il maxisequestro è la prosecuzione dell’operazione ‘Librà che un anno fa aveva prodotto 20 arresti e sequestri di beni per 40 milioni di euro.