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Altro che “lavoro nero” e semplice schiavismo. Fra Gaeta e Formia, ma non solo, è BARBARIE e tutti tacciano e fanno finta di non vedere la truffa sistematica allo Stato.

Altro che “lavoro nero”.

Altro che solo schiavismo.

Qua è BARBARIE!

Barbarie tollerata finora, quasi legalizzata, con grave, gravissima offesa alla persona ed allo Stato di diritto.

E a noi tutti, ai cittadini onesti soprattutto.

Perché ha ragione Monti quando sostiene che truffare lo Stato significa mettere le mani nelle tasche di ognuno di noi!

Un esercito di supersfruttati/e, retribuiti con paghe di fame, costretti/e a fare 22 ore su 24 di lavoro al giorno, con 600-700 euro al mese, senza copertura assistenziale, senza contributi assicurativi, ricattati se si ribellano, minacciati continuamente di licenziamento se parlano, violentati moralmente e, qualcuno, forse, anche fisicamente.

Una violenza che si consuma nel silenzio generale, in molte case, in molti bar, in molti ristoranti, in molti stabilimenti balneari, in molti esercizi commerciali.

E, poi, nei campi, nell’edilizia.

Un esercito di badanti, di colf, di commesse, di bagnini, di camerieri e di operai, stranieri ed italiani, senza alcuna differenza.

Nel silenzio generale, nell’inerzia delle istituzioni che stanno a guardare senza intervenire con determinazione ed a tappeto, non di tanto in tanto ed a macchia di leopardo.

Una realtà terrificante di schiavismo e di truffa sistematica allo Stato.

Se la Guardia di Finanza di Formia, la Direzione Provinciale del Lavoro di Latina, la ASL, l’INPS, l’INAIL formassero una task force, una “coordinata” come si chiamava una volta, e facessero A TAPPETO solamente tutte le case di Gaeta e di Formia, ma non solo, per scovare tutte le badanti e le colf e verificassero quante di queste sono state regolarizzate presso gli enti assicurativi, recupererebbero montagne di soldi rubati allo Stato.

Ci possiamo contare, signor Procuratore capo della Repubblica di Latina?