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Allucinante!!!!!!!!! Non troviamo davvero altra parola per definire il comportamento dei governi,a cominciare da quello attuale e delle classi politiche dirigenti,per quanto riguarda tutti coloro che denunciano i mafiosi.Una vicenda ,quella che ci viene oggi raccontata e di cui solo ora veniamo a conoscenza perché ,purtroppo,nessuno ci ha informato chiedendo il nostro intervento ,emblematica di come si affrontano –o meglio,non si affrontano-i problemi di quella categoria di persone che comunemente vengono, o dovrebbero essere,definiti Testimoni di Giustizia.Slogan,ipocriti inviti a denunciare,quando tutto é finalizzato ,sul piano pratico ,ad ottenere silenzio ed omertà.Decine di anni di indifferenza e silenzi ed ancora oggi dobbiamo prendere atto del vergognoso comportamento di istituzioni che si oppongono nelle sedi giudiziarie acché ad Augusto Di Meo venga riconosciuto lo status di Testimone di Giustizia.Tempo fa l’Associazione Caponnetto si é costituita come parte offesa presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere in un processo che vede imputato un nome eccellente della politica italiana oltre a qualche dipendente del Comune di Casal di Principe a seguito della vicenda che ha visto vittima Luigi Gallo e ci aspettavamo che altrettanto facesse l’Amministrazione comunale di quel paese che,invece,si è tenuta estranea perdendo,così,un’occasione preziosa per dimostrare una reale volontà di combattere con atti concreti e significativi la camorra. Di cosa più vogliamo parlare ???????????

Casal di Principe chiede il riconoscimento come testimone di giustizia per Augusto di Meo

di RAFFAELE SARDO
25 marzo 2016

Una delibera per il fotografo che fece condannare gli assassini di don Giuseppe Diana. Il sindaco Natale: ” Chiederemo a tutti i sindaci dell’Agro aversano di fare lo stesso”  

Il Comune di Casal di Principe chiede il riconoscimento ufficiale di testimone di giustizia per Augusto Di Meo, il fotografo che fece condannare gli assassini di don Giuseppe Diana.

Una delibera della Giunta Comunale adottata oggi, formalizza una richiesta disattesa da 22 anni. Da quando quella mattina del 19 marzo del 1994, Di Meo, dopo aver assistito all’omicidio di don Diana, invece di scappare dalla Chiesa, come fecero tutti gli altri presenti, si recò dai carabinieri di Casal di Principe per denunciare l’accaduto.

Fu in quell’occasione che riconobbe per la prima volta il killer di don Peppino. Il contributo di Di Meo nel processo che ha portato alla condanna di tre persone (Mario Santoro, Francesco Piacenti e Giuseppe Quadrano) è stato riconosciuto fondamentale dalla suprema corte di Cassazione il 4 marzo del 2004.  Nonostante il suo importante contributo per l’accertamento dei fatti e la condanna degli assassini, il fotografo, amico fraterno di don Diana, non è entrato mai a far parte dei testimoni di giustizia.

Eppure Di Meo in quegli anni dovette chiudere la sua attività di fotografo a San Cipriano di Aversa e nascondersi in Umbria, a Spello. Lo fece senza alcun aiuto da parte dello Stato. Cercò di avviare in una terra meno ostile la sua attività professionale, ma con scarsi risultati. Quando tornava in Campania per testimoniare nelle varie udienze del processo, lo faceva a suo rischio e pericolo. Tornava con la sua auto, accompagnato solo da qualche amico sacerdote. In aula confermava il riconoscimento del killer e tornava nuovamente in Umbria, dove aveva trasferito anche  la sua famiglia, moglie e due bambini in tenera età.

Nel 2012, Di Meo, oggi 55enne, assistito dall’avvocato Alessandro Marrese, trascinò in giudizio lo Stato per cercare di ottenere un riconoscimento per la collaborazione prestata con la giustizia. Ne è conseguita un’azione giudiziaria che ha addirittura visto l’avvocatura di Stato opporsi alle richieste di Di Meo. Il Tar si sarebbe dovuto esprimere il 1 marzo ma la sentenza è stata rinviata di altri sette mesi.

“La Giunta comunale – dice Renato Natale, il sindaco di Casal di Principe –  ha fatto proprio un documento del Comitato don Peppe Diana e di Libera Caserta, già inviato a varie autorità per il riconoscimento ufficiale di Augusto di Meo, quale testimone di giustizia. il suo coraggio deve essere un  esempio per tutti i cittadini di questi territori e lo Stato non può tirarsi indietro. Sarebbe come dire che chi denuncia se la deve sbrigare da solo. Chiederemo a tutti i sindaci dell’Agro aversano di adottare la stessa delibera e di inviarla ai soggetti istituzionali che hanno la responsabilità di decidere sul riconoscimento ad Augusto di Meo”

La delibera della Giunta Comunale di Casal di Principe verrà inviata già dopo le festività pasquali, al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri, Al Ministro dell’Interno, al Procuratore Nazionale Antimafia, al Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia,  al prefetto di Caserta, al Presidente della Regione Campania e quello della Provincia di Caserta.