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Alle forze dell’ordine stipendi da fame fermi da 4-5 anni. Scoppia la rivolta. Hanno ragione. L’Associazione Caponnetto con loro

Sindacati polizia e Cocer: il ministro blocca gli stipendi? Sarà «sciopero generale entro settembre»

Poliziotti sul piede di guerra all’indomani delle dichiarazioni del ministro Madia sul blocco degli stipendi. «Per la prima volta nella storia della nostra Repubblica siamo costretti, verificata la totale chiusura del Governo ad ascoltare le esigenze delle donne e degli uomini in uniforme per garantire il funzionamento del sistema a tutela della sicurezza, del soccorso pubblico e della difesa del nostro Paese, a dichiarare lo sciopero generale». Lo annunciano i sindacati delle forze dell’ordine e dei vigili del fuoco e il Cocer Interforze (Esercito, Marina, Aeronautica, Carabinieri e Guardia di Finanza) che si sono riuniti oggi per fare il punto della situazione dopo l’annuncio fatto da Marianna Madia sul proseguimento del blocco contrattuale.

«Qualora nella legge di stabilità sia previsto il rinnovo del blocco del tetto salariale – spiegano le organizzazioni di categoria – chiederemo le dimissioni di tutti i capi dei vari Corpi e Dipartimenti, civili e militari, e dei relativi ministri poiché non sono stati capaci di rappresentare i sacrifici, la specificità, la professionalità e l’abnegazione del proprio personale. La frattura che si creerebbe in tale scenario – sottolineano – sarebbe insanabile; o restano loro oppure tutti quelli chi si sacrificano, ogni giorno e in ogni angolo del Paese e dell’intero mondo per garantire sicurezza e difesa». «Quando abbiamo scelto di servire il Paese, per garantire Difesa, Sicurezza e Soccorso pubblico – proseguono – eravamo consci di aver intrapreso una missione votata alla totale dedizione alla Patria e ai suoi cittadini con condizioni difficili per mancanza di mezzi e di risorse. Quello che certamente non credevamo è che chi è stato onorato dal popolo italiano a rappresentare le Istituzioni democratiche ai massimi livelli, non avesse nemmeno la riconoscenza per coloro che, per poco più di 1.300 euro al mese, sono pronti a sacrificare la propria vita per il Paese».

A Bologna: stop a deroghe di orario per l’ordine pubblico
Intanto a Bologna, i sindacati di polizia del capoluogo emiliano annunciano che non concederanno più deroghe di orario per l’ordine pubblico, né rinnovi delle deroghe agli orari non contrattualizzati. Lo annunciano Siulp, Siap, Silp-Cgil, Ugl polizia, Coisp, Consap-Adp e Uil Polizia. «Sappiamo che si tratta di una decisione grave – spiegano – ma è assolutamente necessaria». «È solo il primo passo» di una nuova fase di lotta «anche in risposta alle dichiarazioni fatte ieri dal Ministro M. Madia che annunciano il protrarsi del blocco dei contratti».

«È sotto gli occhi di tutti come le condizioni lavorative ed economiche dei Poliziotti stiano raggiungendo livelli sempre più insostenibili» scrivono. Alle problematiche rimaste irrisolte da tempo si sono aggiunte negli ultimi tempi «nuove e delicate questioni che minano e mortificano in maniera oltremodo pesante l’attività lavorativa del personale. Sono anni, infatti che denunciamo il profondo stato di malessere dovuto al prolungamento di un blocco stipendiale che dura ormai da anni