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Allarme mafie nel Lazio, 88 clan attivi. Dal 2012 a oggi già 900 indagati.Regione nella morsa delle mafie grazie alle complicità di parte della politica e delle istituzioni.Il problema “mafie”,come denuncia da sempre l’Associazione Caponnetto ,é tutto POLITICO .Gli apparati politici,infatti,da destra a sinistra,con qualche rara eccezione,sono in gran parte corrotti e collusi,come hanno dimostrato molte inchieste – da “Mafia Capitale” a “Formia Connection “ ,a “Damasco “ ecc-.Quando lo stesso commissario Barca definisce il PD a Roma “ un partito cattivo e pericoloso” di cos’altro vogliamo parlare più???????????????????…………………………….

 

Allarme mafie nel Lazio, 88 clan attivi. Dal 2012 a oggi già 900 indagati

I clan aumentano, a vista d’occhio, ora siamo 88, ma la cifra è sottismata. Così come gli indagati: 834 negli ultimi due anni. Benvenuti nel Lazio.
L’Osservatorio per la sicurezza e la Legalità della Regione ha presentato questa mattina al Capranichetta il rapporto Mafie nel Lazio. E i dati si commentano da soli.

«Nel solo 2014, in provincia di Roma, sono stati sequestrati 849 beni immobili, 593 beni mobili e 339 aziende, per un valore di oltre un miliardo di euro». Questo il numero dei sequestri operati dal Tribunale per le Misure di Prevenzione di Roma su indicazione della Dda. Secondo questi dati, «Roma è la terza città per sequestri di beni dopo Milano e Palermo, il Lazio è invece la sesta Regione per le confische dei beni mafiosi». La dimensione del riciclaggio, oltre che dalla quantità dei beni sequestrati e confiscati, viene rilevata anche dal «numero delle segnalazioni delle operazioni finanziarie sospette che, per il 2013, la Banca d’Italia indica in 9188. Un dato che rappresenta il 14% delle operazioni nazionali e che vede il Lazio al secondo posto dopo la Lombardia (la stima di queste operazioni è di circa 10 miliardi)».

Su tutto il territorio del Lazio esistono 88 clan mafiosi, di cui 35 appartenenti alla ‘ndrangheta, 16 a cosa nostra, 29 alla Camorra, due alla Sacra Corona unita e sei autoctoni. Nel 2008 ne erano stati censiti 60.

All’evento ha partecipato anche il governatore Nicola Zingaretti: «Di questa emergenza si sapeva da tempo e lo denunciavano molti rapporti su tema. Quello che non era altrettanto forte era la capacità di reagire, prevenire e comprendere l’importanza della necessità della repressione e mi sembra che stia cambiando il clima, grazie soprattutto alla procura, al dottor Pignatone, alle forze dell’ordine e ad un’azione investigativa e repressiva molto importante».