comunicato stampa
Allarme criminalità in Molise – la Caponnetto chiede intervento della Commissione Parlamentare Antimafia sul territorio
La situazione dell’ordine pubblico e della sicurezza nel basso Molise va aggravandosi in maniera preoccupante. L’escalation della criminalità fa segnare una serie di attività malavitose che si susseguono senza sosta ormai con cadenza quotidiana.
Non si contano più i reati di rapina in banche e uffici postali e gli attentati dinamitardi contro bancomat con uso di esplosivo. Oltre a ciò vengono segnalati in zona consistenti traffici di droga, con sbarchi di tonnellate di stupefacenti ad opera della mafia albanese.
«I raid contro le banche del basso Molise che coinvolgono gang del crimine organizzato pugliese – spiegano alcuni cittadini dalla zona – sono caratterizzati da un ardire mai prima sperimentato: oltre all’esplosivo per far saltare bancomat, si spara ad altezza d’uomo contro le Forze dell’Ordine».
La Caponnetto si associa all’allarme lanciato dai cittadini e chiede con urgenza l’intervento della Commissione Parlamentare Antimafia sul territorio per capire cosa sta accadendo nel Molise e chiede di conoscere quali provvedimenti i responsabili della DDA di Campobasso intendono adottare per reprimere questi pericolosi fenomeni criminale.
Dal periodico locale L’immediato (www.immediato.net) del 6 maggio 2016
In Molise non hanno dubbi, ci sarebbe la mano della “Società foggiana” in numerosi agguati dinamitardi e rapine. Tre bancomat fatti saltare per aria e tre istituti di credito rapinati. “Rapine che, per dinamica e metodologia, sono tutte uguali” – secondo la testata primonumero.it che continua: “Cosa sta succedendo in riva all’Adriatico? Solo coincidenze o è l’inizio di un percorso di approvvigionamento di denaro fatto in maniera più cruda, all’antica? Una banda così organizzata, che fa della precisione e della scrupolosità il suo punto di forza, non può essere associata alla pur pericolosa e dilagante micro criminalità presente in questo pezzo di territorio. Vista l’organizzazione, la precisione e la rapidità di esecuzione, è facile ipotizzare che si possa trattare di uomini provenienti dalla vicina Puglia legati alla criminalità mafiosa pugliese, una “paranza” senza scrupoli e soprattutto in cerca di denaro liquido magari da reinvestire in traffici di droga o da ripulire attraverso investimenti in aziende decotte. Secondo il quotidiano molisano, “la “Società foggiana” è ben presente in Molise e non è da escludere che i “mafiosi” della Capitanata cerchino in zone meno “protette” quelle risorse utili al loro business. Rifiuti, droga, prostituzione e agricoltura sono solo alcuni dei settori trainanti dai quali trae profitto la malavita organizzata. Ma non i soli, appunto. “A questi – si legge – bisogna aggiungere il racket e l’usura ma anche rapine a banche e portavalori. La capacità di “convincere” interi pezzi produttivi di territorio a pagare il pizzo, con le buone o con la cattive maniere, è una delle attività “culturali” più redditizie per radicarsi nel territorio”.
Alcuni esempi. Nelle scorse settimane a San Severo, in una sola notte, sono stati fatti esplodere tutti i contenitori di denaro dei benzinai che fanno del self service la loro forza. Perché? Perché contrarie alla protezione della criminalità organizzata ma anche per avere subito e facilmente denaro contante a disposizione. A Foggia città, invece, sono quasi all’ordine del giorno sia gli attentati dinamitardi alle attività commerciali, sia i furti e rapine a banche e portavalori.
Il Molise, purtroppo, non è esente da atti intimidatori e bombe di avvertimento a chi vuole continuare a essere libero da “protezioni”. Il 18 luglio 2015 una bomba esplode nel ristorante “Il Centrale” in via Alcide De Gasperi a Campomarino Lido. Nel luglio 2013, un altro ordigno scoppiò devastando le vetrate del discount alimentare “EuroSpin” lungo la statale 16 sempre a Campomarino Lido. Sempre contro commercianti, e sempre racket. Il 28 luglio, dieci giorno dopo l’esplosione al “Il Centrale”, i carabinieri fermarono in flagranza di reato tre pregiudicati del foggiano per estorsione: stavano ricattando il proprietario del locale. I tre pregiudicati di San Severo di 42, 45 e 48 anni pretendevano 5 mila euro dal proprietario del ristorante in cambio di “protezione”.“Episodi come questi – continuano su primonumero.it – lasciano presupporre come la criminalità organizzata non solo si sia infiltrata nelle maglie della società regionale, ma come sia attiva “economicamente” nel territorio basso molisano”.
A confermare questa scomoda presenza è il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti. Il quale, nella relazione annuale, scrive: “In Molise le infiltrazioni mafiose sono un dato ormai certo e inconfutabile. Le mafie in Molise fanno affari principalmente per motivi di occultamento di attività criminali (riciclaggio e reinvestimento di capitali) e per motivi economici (profitto)”. Ora, bisogna aggiungere un ulteriore tassello: quello della rapina con esplosivo ai danni degli istituti di credito, come i tre colpi alle banche di Montenero di Bisaccia, Campomarino e Portocannone testimoniano. Non semplici bande armate ma delle vere “paranze”, come vengono chiamati i gruppi criminali, che nel giro di poco meno di due mesi hanno messo a segno tre colpi che hanno fruttato decine e decine di migliaia di euro.
Roma, 10 maggio 2016
Ufficio stampa Associazione Antimafia Caponnetto
Domina Comunicazione – Rita Pennarola
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