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Dal Cafè de Paris, di 8 anni fa, allo Squisito Cook in via del Colosseo di ieri. I tentacoli della criminalità organizzata sui locali della Dolce vita romana hanno ormai strozzato la città eterna. Organizzazioni malavitose che a Roma vengono a reinvestire i loro soldi sporchi, dalla metà degli anni Novanta, e nelle location più prestigiose fanno incassi milionari.
Sono decine i locali sequestrati in diverse operazioni delle forze dell’ordine che dimostrano la conquista del settore economico di Roma da parte della mala. L’ultimo blitz è di ieri, con undici locali che la guardia di finanza ha scovato nel cuore della capitale e a cui ha messo i sigilli. Dal Cafè Veneto di via Veneto al Barrique di via Cavour, lo Squisito Chalet dell’ Eur, All bi one e Subura Miscele e Fuoco, entrambi in via Cavour vicino ai Fori Imperiali, Toy Room, disco club, e Franky’s Kitchen di via Veneto, lo Squisito Cook, di via del Colosseo, il White Cafè, di via del Tritone, Gustando Roma, di via Cavour; Il Molo (ex Bastianelli al Molo), di Fiumicino. Da oggi i rinomati ristoranti e bar tutti riconducibili all’imprenditore Aldo Berti, 68 anni, ma intestati a una serie di società satellite al cui vertice vi erano prestanomi, saranno gestiti da amministratori giudiziari nominati dal tribunale. Il risultato dell’operazione “Dolce Vita” vanta un valore complessivo di 30 milioni.
Un mese fa, era il 18 maggio, carabinieri e fiamme gialle tolsero per sempre alla malavita 12 locali, sempre in centro: c’era il bar Tulipano di via del Boschetto, il Bi&ci di via Ghini, il Blue Night di via San Getullo e il ristorante I Vascellari dell’omonima via. Si trattò, in quel caso, di una maxi confisca che ammontava a 16 milioni di euro, beni che appartenevano a un’associazione di stampo mafioso (composta da 49 persone) sgominata nel febbraio del 2015. Tra gli arrestati c’era il cassiere della camorra che, sbarcato a Roma, ha coordinato le attività del gruppo criminale espandendosi, attività dopo attività, in città. La confisca ha riguardato anche un’attività di affittacamere, case vacanze, Bed and Breakfast e residence.
Tre anni fa tutta la catena di ristorazione e gelaterie del centro “Pizza Ciro”, gestita dagli imprenditori Righi legati alla camorra, fu rasa al suolo dai militari del Comando provinciale. Furono tolti al clan partenpeo 23 locali tra cui la gelateria Ciuccula in piazza della Rotonda al Pantheon, Pizza Ciro di piazza Sant’Apollinaire e quello di via della Mercede. Ancora: Pummarola e drink in via della Maddalena, Sugo uno in piazza Nicosia l’altro in via della Vite e sulla stessa via anche Osteria della vite. Zio Ciro Mangianapoli
in via della Pace e Il pizzicotto in via Belli.
Due anni fa fu invece sradicato il clan Moccia e furono segnalati i ristoranti che da loro si rifornivano di mozzarelle e altri prodotti. Si trattava della Baghetteria del Fico, il bar della Pace, gli Ulivi ai Parioli, via Luigi Luciani 23, Quattro Colonne, in via della Posta Vecchia, il Cocoloco sulla Flaminia, dei Buttieri, del Sorpasso in Prati e del Jamma Jà di via dei Baullari. Il centro storico è conquistato.