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Al primo posto, in una provincia com’è quella pontina assediata dalle mafie, dovrebbe esserci la lotta alla montagna di capitali sporchi che sono stati investiti e continuano ad essere investiti ogni giorno nell’edilizia, nel commercio, nelle compravendite di terreni ed immobiliari, nella ristorazione, nei locali del tempo libero e delle scomesse, negli appalti e nei subappalti pubblici e privati ormai tutti o quasi nelle mani di imprese campane e così via, nei rapporti fra politica, istituzione e mafiosi