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Ah, la “Formia Connection”! Se qualcuno, nel silenzio di tutti, non l’avesse “archiviata” nella parte che riguarda il “voto di scambio”!

L’evento più scandaloso che possa essersi verificato in Italia, nel silenzio generale, è quello che riguarda il comportamento assunto dalle istituzioni e dalla politica in generale dopo l’inchiesta fatta dalla Polizia di Stato di Formia e denominata “Formia Connection”.

Quell’inchiesta, attraverso una serie di metodologie normali ma anche di carattere tecnologico, oltre ai reati di natura ordinaria per i quali sono ancora in corso i procedimenti giudiziari, ha accertato senza ombra di dubbio la commissione di reati di altra natura, nello specifico quello che riguarda lo “scambio di voto”.

Con alcune intercettazioni telefoniche, le cui bobine ancora dovrebbero stare negli archivi della Procura della Repubblica di Latina, la Polizia di Stato di Formia ha infatti accertato contatti che ci sono stati fra noti esponenti politici ed istituzionali e elementi appartenenti a famiglie camorristiche.

In effetti noti personaggi politici si sono rivolti a questi soggetti per avere voti e, con altre intercettazioni, è provato che questi voti sono stati dati e non pochi.

La cosa che ognuno si sarebbe aspettato in un caso del genere sarebbe stato il rinvio a giudizio dei responsabili e, in particolare, di coloro che hanno beneficiato del voto, i “fruitori finali” come si dice da qualche tempo in gergo del bunga bunga.

La Procura della Repubblica di Latina, invece, ha archiviato la parte dell’inchiesta “Formia Connection” che riguarda il “voto di scambio”.

Tutta fatica inutile quella del Commissariato di Formia, tempo e soldi persi, con grande scorno per lo Stato di diritto ed offesa a coloro che per combattere le mafie ci hanno rimesso e continuano a rimetterci la vita, tempo e danaro.

Nessuno che abbia protestato, organizzato qualche manifestazione pubblica, fatto dei manifesti, delle interrogazioni parlamentari per chiedere al Ministro della Giustizia un’ispezione per verificare la conformità alle leggi di motivazioni e procedure, un intervento della Procura di Perugia.

Niente di niente.

Un silenzio tombale e generale!

Altro che rifiuto del Governo Berlusconi di sciogliere per mafia l’Amministrazione comunale di Formia, così come chiedevano Il Prefetto di Latina e lo stesso Ministro dell’Interno!

La “Formia Connection” è precedente alle “Damasco” di Fondi e noi abbiamo sempre ritenuto la situazione esistente a Formia, Gaeta ecc. molto, ma molto più pericolosa di quella esistente a Fondi, anche se fra le due situazioni ci sono delle interconnessioni.

A buon intenditor poche parole.

Noi consideriamo quelle vicende della “Formia Connection –ed i silenzi che sono seguiti- di una gravità eccezionale perché il mancato scioglimento di alcuni nodi ha portato inevitabilmente al consolidamento di talune posizioni per le quali oggi paghiamo tutti le conseguenze.

Ma c’è un altro aspetto che inquieta e che ci rende estremamente guardinghi e sospettosi nei confronti della politica in generale, soprattutto quella locale, oltre che quella nazionale che ha visto ma non si è mossa.

Perché tutti hanno taciuto???

Perché non sono stati fatti interventi presso la Procura di Perugia, in Parlamento ecc. per arrivare a dipanare il bandolo della matassa, per “capire” le ragioni di certi comportamenti, di certe decisioni???

Perché?

Oggi a Formia ed in tutto il sud pontino c’è una situazione allucinante che ha, peraltro, riflessi su un’area molto, molto più estesa.

Piano piano stanno venendo fuori alcuni fatti che fanno parte di altri filoni giudiziari e di altre inchieste, con responsabilità di qualcuno che abita a Formia e che, però, mostra interesse verso anche altri comuni ed altri territori.

Anche nell’inchiesta fatta dai Carabinieri di Gaeta a proposito dell’uso che si vuole fare di un vecchio sito industriale viene fuori qualche nominativo di persona che abita a Formia.

Ma non è solo questo perché quell’inchiesta è ancora in corso e noi presumiamo che molto ancora sia da verificare.

Non riveliamo nulla di riservato se diciamo che a Formia e nel sud pontino ci sono “tutti”.

Perdenti e vincenti, che, al momento, vivono ed operano in pace.

Fino a quando qualcuno non oltrepassi i confini assegnatigli. Ma…

Per quanto tempo ancora?

Commercio, edilizia, appalti e subappalti anche pubblici, per non parlare di ristorazione e quant’altro, sono ormai per lo più appannaggio di gente di oltregarigliano.

Grande assente, al solito, la politica, che non vede, non sente, non parla.

Fatta qualche rarissima eccezione di qualcuno che mostra di voler fare qualcosa senza, però, che dia continuità all’azione che, peraltro, non viene mai impostata nei termini giusti.

L’imprenditoria locale è allo stremo, espulsa, fatta fuori quasi completamente.

Quante responsabilità!

Oggi qualche nodo è arrivato al pettine e presumiamo che si stia alla vigilia di qualche fatto.

Ma, con la franchezza che ci contraddistingue come associazione antimafia non legata a parrocchie e parrocchiette, diciamo che non basterà perché ormai il tessuto è lacerato.

Il Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia Pisanu, che è un politico pulito, ha di recente detto che le mafie, per vincerle, vanno combattute sui versanti della politica e della finanza.

Sono i due versanti, purtroppo, che in provincia di Latina –tutti zitti –nessuno ha voluto mai nemmeno lambire.

Allora, che facciamo?