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Affari e mazzette a Sperlonga, spunta il nome di un politico

Un sistema fatto di mattoni e mazzette può essere stato ideato, sviluppato e mantenuto in piedi
soltanto da funzionari comunali infedeli? A quest’interrogativo stanno cercando da settimane di dare una risposta magistrati e carabinieri, impegnati nella delicata inchiesta sull’urbanistica di Sperlonga, in cui è stato ipotizzato che sarebbero stati rilasciati permessi illeciti a suon di bustarelle.
E un elemento che conferma il dubbio degli inquirenti, quello sul coinvolgimento della politica, ora nell’indagine è spuntato. Tra gli imprenditori pentiti, quelli che si sono seduti davanti a investigatori e PM sostenendo che per costruire dove non era possibile avevano pagato, c’è infatti anche chi ha fatto nome e cognome di un politico, un potente, specificando: “Mi disse lui come fare”.
*La Procura della Repubblica di Latina* La maxi inchiesta, portata avanti dai pm Giuseppe Miliano e Valerio De Luca, è nata dopo alcuni accertamenti compiuti nei cantieri edili dai forestali del Nipaf e dai carabinieri. Gli investigatori hanno ipotizzato che alcune regole erano state stravolte, che villini e alberghi erano stati autorizzati con concessioni viziate. Avvertita l’aria dei sequestri e consapevoli che avrebbero perso patrimoni notevoli, alcuni imprenditori hanno così iniziato a parlare, sostenendo di aver ottenuto il via libera a costruire pagando mazzette. Uomini d’affari che hanno descritto luoghi e circostanze dove si sarebbero consumati gli illeciti, specificando che per avere i permessi erano stati imposti loro anche i tecnici a cui far seguire i cantieri e le ditte edili a cui affidare i lavori, quasi tutte campane.
*Stazione carabinieri di Sperlonga* Nella caserma dell’Arma, a Sperlonga, gli interrogatori si sono susseguiti e i pm sono partiti da Latina per raccogliere direttamente nella cittadina in riva al mare quelle informazioni. Sono partiti anche accertamenti patrimoniali, ipotizzando che alcune ricchezze improvvise possano essere state frutto del business illecito realizzato attorno all’urbanistica. Un’inchiesta concentrata su due funzionari comunali, con il sospetto però che la politica potesse sapere o addirittura essere coinvolta. Il dubbio è ora cresciuto alla luce di dichiarazioni raccolte sempre dai carabinieri, dove c’è stato appunto chi ha fatto il nome di un politico, quello che fino a qualche tempo fa era un intoccabile, sostenendo che era stato lui a dirgli che per avere il permesso doveva pagare e a chi rivolgersi, sia per i progetti che in Comune. Una maxi inchiesta sempre più esplosiva.

Tratto da H24Notizie