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ABUSIVISMO SUL NOSTRO LITORALE. DIECI DOMANDE AL SINDACO ED ALL’ ASSESSORE AL TURISMO

ABUSIVISMO SUL NOSTRO LITORALE.

DIECI DOMANDE AL SINDACO

 ED ALL’ASSESSORE AL TURISMO

La storia dell’abusivismo sul litorale di Fondi si è arricchito di un altro capitolo vergognoso e preoccupante.

Era del 20 ottobre 2013 un servizio sull’erosione delle spiagge nel sud pontino, curato dal giornalista Giuseppe Penati, mandato in onda su RAI Tre durante la trasmissione “Alle falde del Kilimagiaro” in cui si vedevano sei frangiflutti realizzati abusivamente sul litorale fondano in corrispondenza del Camping Settebello. Durante il servizio si vedeva anche una ruspa che prelevava sabbia dalla spiaggia trasportandola, presumibilmente, all’interno del medesimo campeggio.

Successivamente è intervenuta la Capitaneria di Porto di Gaeta che, in data 5 novembre 2013, metteva sotto sequestro i frangiflutti abusivi.

Da notizie apparse sulla stampa si sa che per questo scempio risultano indagate due persone.

Il danno provocato dall’arroganza di chi abusivamente ha realizzato questi frangiflutti sul nostro (DI TUTTI I CITTADINI DI FONDI!) litorale, temiamo sia difficilmente riparabile.

Siamo tornati al vecchio discorso dell’abusivismo di “necessità”: qualcuno diceva che gli occupatori abusivi delle nostre dune erano stati costretti a costruire le loro ville e villette sul litorale perchè spinti dalla necessità di avere una dimora sul mare.

Ora qualcuno ha pensato di “proteggere” la nostra spiaggia dall’erosione costruendo questi mostri.

Siccome davanti ad un abuso tanto eclatante l’Amministrazione De Meo è rimasta in un mutismo assordante, come se la cosa non la riguardasse e non riguardasse la nostra collettività, ci permettiamo di rivolgere al Sindaco e all’Assessore al turismo Beniamo Maschietto le seguenti dieci domande:

 

1) Per realizzare questo disastro ci sono voluti decine e decine di giorni di lavoro, nessuno, in tutto quel periodo, ha visto nulla?

 

2) Per realizzare questo disastro ci sono volute migliaia di tonnellate di pietre di cava, chi ha fornito quel materiale “in nero” non avendo potuto fatturarli al “cliente”?

 

3) Per realizzare questo disastro ci sono voluti camion, gru, pale meccaniche, quale Ditta li ha messi a disposizione e, sempre, “in nero”?

 

4) Per realizzare questo disastro si sono spesi centinaia di migliaia di euro, chi li ha tirati fuori?

 

5) Per realizzare questo disastro, i colpevoli hanno avuto la complicità omertosa di troppe persone. Certe operazioni non si realizzano all’insaputa di tutti. Molti o pochi sapevano e nessuno ha fatto opera di dissuasione o di contrasto. Perché?

6)  Perché nessuno degli organi preposti alla salvaguardia è riuscito a bloccare per tempo questo abuso?

 

7) Dopo aver realizzato questo disastro, va a farsi friggere in quella zona di spiaggia il Piano di Utilizzo dell’Arenile approvato dall’Amministrazione comunale, altro danno arrecato alla collettività;

8) Dopo aver realizzato questo disastro la navigazione in quel tratto di mare è diventata pericolosa, perché questi frangiflutti non sono segnalati dalle carte nautiche, cosa intende fare l’Amministrazione comunale?

9) Dopo aver realizzato questo disastro la spiaggia dovrà essere dichiarata inagibile e chiusa alla balneazione, perché queste “opere” rappresentano un vero e proprio pericolo per la pubblica incolumità, lo farà l’Amministrazione comunale?

10) Chi pagherà per ripristinare l’agibilità della spiaggia?

L’Amministrazione De Meo si vanta che sta mettendo in cantiere tutta una serie di atti per dare un futuro allo sviluppo turistico del nostro litorale, ma davanti a questo scempio deve rispondere, quantomeno, all’intera collettività per negligenza nella vigilanza.