Camorra, appalti truccati: arrestati politici, docenti universitari e imprenditori a Napoli

Un terremoto giudiziario colpisce politici, professionisti, imprenditori in almeno una decina di comuni dell’area tra Napoli e Caserta. La direzione distrettuale antimafia e la Guardia di Finanza stanno eseguendo infatti 69  ordinanze di misura cautelare a carico di imprenditori ed amministratori – in carica o ex – accusati a vario titolo di corruzione o turbativa d’asta.

L’inchiesta:  è condotta dai Pm Catello Maresca, Maurizio Giordano, Luigi Landolfi , Gloria Sanseverino e D’alessio, con il coordinamento del procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli. In particolare, al centro dell’indagine, è finito il ” vasto giro di corruzione”, quello che i magistrati definiscono come il presunto “sistema La Regina”, che sarebbe stato organizzato da Guglielmo La Regina, il professionista giá coinvolto lo scorso anno nello scandalo sulla ricostruzione di Palazzo Teti Maffuccini (costato una indagine a carico del presidente regionale Pd Stefano Graziano poi completamente prosciolto).

I nomi coinvolti. Numerosi gli appalti nel mirino degli inquirenti. Arrestato anche l’ex assessore e ora consigliere regionale Pasquale Sommese, ex demitiano di ferro, al momento della notifica del provvedimento è stato colto da malore e ora viene sottoposto ad accertamenti e potrebbe essere condotto in ospedele. Tra i coinvolti anche l’ex sindaco di Pompei, Claudio D’Alessio (ai domiciliari), a cui è stata contestata solo la turbativa d’asta, con riferimento a un appalto bandito nel 2013 per la realizzazione di un impianto di cremazione vicino al cimitero. Agli arresti domiciliari figurano anche l’ex sindaco di San Giorgio a Cremano Domenico Giorgiano e Adele Campanelli, dal 2010 è alla guida della Soprintendenza Archeologica e dallo scorso febbraio direttrice del parco archeologico dei Campi Flegrei, Napoli (i fatti a lui contestati riguardano esclusivamente la sua attività personale). Tutti gli indagati potranno replicare alle accuse nei successivi passaggi del procedimento. La difesa potrà proporre ricorso al Riesame contro l’ordinanza cautelare. L’accusa di presunte collusioni con il clan camorristico dei Casalesi è contestata solo a La Regina e a tre imprenditori: Alessandro Zagaria, Mario Martinelli, Pasquale Garofalo. Tutti gli altri rispondono solo degli episodi legati agli appalti senza aggravanti.

La Regina. La Regina, legale rappresentante dell’Archicons s.r.l., con altri due imprenditori dell’area di Casal di Principe, e insieme con Alessandro Zagaria, ritenuto un referente un soggetto che ricorreva come intermediario in tante stazioni appaltanti, nonché personaggio vicino al clan dei casalesi, (gruppo dell’omonimo padrino Zagaria), è ritenuto l’uomo che aveva rapporti con funzionari e politici e che veicolava accordi e dazioni corruttive. In poche parole, per gli investigatori era lui l’artefice del “sistema”. La Regina viene infatti ritenuto “l’artefice del meccanismo delittuoso” diretto a pilotare appalti banditi da diverse pubbliche amministrazioni. Al professionista viene contestata anche l’accusa di concorso esterno in associazione camorristica. Agli atti, sono allegate intercettazioni ambientali effettuare nello studio. In molti appalti sotto inchiesta, argomenta il giudice, è emesso che la documentazione sarebbe stata predisposta nello studio La Regina e poi trasmessa alla stazione appaltante.

Sommese. Il consigliere regionale Sommese è indagato per corruzione e turbativa d’asta. Fra gli episodi sotto inchiesta, anche un appalto relativo alla realizzazione dei padiglioni 7 e 8 della Mostra d’Oltremare del maggio 2016.
“Dagli atti che ci sono stati notificati la Mostra d’Oltremare risulta parte lesa. Guardiamo con fiducia al lavoro della magistratura e, nelle more degli sviluppi giudiziari, abbiamo adottato tutti gli atti a salvaguardia di Mostra D’Oltremare”: così, in una dichiarazione congiunta, Donatella Chiodo e Giuseppe Oliviero, rispettivamente presidente e consigliere delegato di Mostra d’Oltremare

I numeri dell’ inchiesta. Gli appalti sotto inchiesta sono 18. Trenta indagati sono in carcere, 36 ai domiciliari, uno (Vincenzo Manocchio) è stato sottoposto all’obbligo di presentazione e due (Lucia Cicatiello e Pasquale Incarnato ) dalla misura interdittiva della durata di un  anno.   Sono stati accertati – afferma il procuratore reggente Nunzio Fragliasso – 13 episodi di corruzione e 15 di turbativa d’asta”.

I comuni coinvolti. Sotto la lente dei finanzieri del nucleo di polizia tributaria diretto dal colonnello Giovanni Salerno ci sono gare bandite a Napoli (la Mostra d’Oltremare), Casoria, Pompei, San Giorgio a Cremano, la scuola Medi di Cicciano, dal Consorzio Sannio Alifano, dalla Adisu della Seconda Università e nei comuni di Alife, Casapulla, Riardo, Francolise, Calvi Risorta, Rocca d’Evandro, Benevento. In alcuni casi, afferma la Procura, le gare sarebbero state pilotate a favore “di imprese predesignate, alcune delle quali riconducibili a soggetti vicini alla criminalità organizzata e, precisamente, al clan dei Casalesi”.

Il meccanismo. In alcune procedure sotto inchiesta, proseguono gli inquirenti, “è stato riscontrato il seguente meccanismo illecito”: i responsabili degli enti di volta in volta interessati ai contributi regionali si rivolgevano, secondo l’accusa, a LaRegina “affinché questi garantisse il finanziamento dell’opera sfruttando le sue conoscenze negli ambienti politici in Regione”. Sommese si sarebbe “impegnato a garantire il finanziamento dell’opera proposta dagli enti pubblici” e in cambio avrebbe ottenuto “denaro ovvero sostegno elettorale”. L’ex assessore regionale avrebbe anche “talvolta indicato espressamente il nominativo dell’imprenditore che avrebbe dovuto poi eseguire i lavori pubblici che egli stesso aveva fatto finanziare”.

L’archiviazione di Graziano. A una domanda della cronista di Repubblica sul caso che,  nella prima fase delle indagini, aveva portato all’iscrizione nel registro degli indagati del presidente del Pd Stefano Graziano, la cui posizione è stata poi archiviata su richiesta della Procura, il procuratore aggiunto Borrelli spiega: “Il caso graziano viene periodicamente evocato, per quanto mi riguarda ho avuto varie occasioni di ricevere dallo stesso Graziano e dai suoi avvocati il personale apprezzamento per l’operato della Procura. Forse non si ricorda che nei suoi confronti non fu avanzata alcuna richiesta cautelare, Graziano non è stato processato ma solo oggetto di indagini dopo che erano emersi rapporti (con l’imprenditore Alessandro Zagaria n.d.r.) il cui contenuto non è stato smentito. Questi rapporti però non sono stati ritenuti dalla Procura significativi di altro. Dopo tre mesi, per quando di competenza della Procura, è arrivata la richiesta di archiviazione. Le ulteriori ripercussioni non sono dipese ne richieste da noi ma frutto di una autonoma valutazione della politica. In questa vicenda, ognuno deve assumersi la le proprie responsabilità. Io mi assumo la mia, vale a dire di aver svolto, doverosamente, indagini in tre mesi”, conclude il procuratore aggiunto Borrelli.

La designazione di Klaus Davi: Uno dei capi d’imputazione a carico di Sommese riguarda una turbativa d’asta per la realizzazione di una mostra evento nel comune di Riardo ricadente nel progetto La Terra delle acque. L’assessore regionale avrebbe fatto finanziare l’iniziativa chiedendo in cambio a La Regina “la designazione di Klaus Davi come partecipe al progetto in qualità di esperto di comunicazione mediatica”. Il massmediologo Davi non è indagato.

La casa dello studente di Aversa. Nel filone riguardante un appalto riguardante la ristrutturazione della casa dello studente di Aversa è indagato invece il sindaco della Citta’ Normanna, Domenico De Cristofaro detto Enrico, che deve difendersi dalle accuse di corruzione e turbativa d’asta.

Villa Bruno a San Giorgio a Cremano“Ho appreso dalla stampa che la magistratura sta indagando su un appalto per i lavori di riqualificazione di Villa Bruno. Si tratta di lavori che non sono stati mai eseguiti perchè il Comune ha rescisso il contratto con la ditta aggiudicataria,

a cui l’Ente non ha mai versato un centesimo. Anzi, recentemente abbiamo anche vinto la causa per l’escussione della polizza fidejussoria e siamo in attesa di ricevere 100mila euro da parte dell’assicurazione. Esprimo la massima fiducia nella magistratura e, nel contempo, vicinanza all’amico Mimmo Giorgiano e ai dipendenti comunali”, dichiara l’attuale sindaco di San Giorgio a Cremano, Zinno.