Cerca

Abbiamo parlato in precedenza di una “svolta” dell’Associazione Caponnetto. Una “ svolta” che rappresenti un vero e proprio salto di qualità sia per quanto riguarda gli uomini e le donne impegnati nel lavoro di contrasto della corruzione e delle mafie, sia, soprattutto, per le forme da adottare per rendere sempre più efficace il lavoro da fare. La gravità delle situazione del nostro Paese, sempre più nelle mani di mafiosi e corrotti, ci impone di essere CONCRETI ed operativi al massimo, aborrendo quel modo di fare antimafia, diffusissimo purtroppo, basato sul racconto, sulla narrazione, sulla retorica, sul ricordo di fatti passati e, purtroppo ancora, anche sul business, su quel business che indusse Leonardo Sciascia a parlare di… ”professionisti dell’antimafia”. L’”antimafia” delle carnevalate, dei raduni mediatici di vecchio stile da sabato fascista, di biciclettate, sfilate, pizzate, vendite di marmellate e quant’altro. Le mafie non si combattono con fiaccolate, pizzate e altra roba del genere, tutta roba che ai mafiosi non produce nemmeno il solletico. Sappiamo che nelle carceri i boss ridono di tutto ciò, come ridono, fuori dalle carceri, alti burocrati, politici, rappresentanti delle istituzioni, professionisti, tutti quei colletti bianchi che rappresentano la “ PARTE ALTA DELLE MAFIE”. La Caponnetto, sin dalla sua nascita, oltre 10 anni fa, ha deciso di essere “ALTRO”, l’antimafia VERA, quella che cerca di scoprire i mafiosi, non solo i quaquaraqua’ ma quelli che CONTANO e COMANDANO, segnalandoli poi a chi di dovere. Ma, per fare con coerenza e con efficacia questo lavoro, bisogna essere bravi e motivati, senza lacci e lacciuoli di natura politica od altro. Non molti, per non appesantirci e per non essere piagati da gente che venga eventualmente per avere una ribalta, un palcoscenico per salti di natura politica o per interessi personali e che non offre alcun contributo. L’Associazione Caponnetto deve essere sempre più una vera e propria spina nel fianco dei mafiosi. Sappiamo che questi ci temono e ci leggono attentamente, forse più delle persone perbene, purtroppo distratte per lo più ed inerti. Ma noi non abbiamo paura. Anzi!Vogliamo che tutti sappiano della nostra DIVERSITA’in modo tale che TUTTI possano maturare e fare le scelte giuste. Apriamo sulle nostre pagine un dibattito su quanto intendiamo fare per migliorare le nostre prestazioni. Vogliamo che ognuno possa contribuire, anche dall’esterno, con suggerimenti, proposte, notizie, che per noi sono preziosi. Pubblichiamo, perciò, una memoria preparata dal nostro Segretario Organizzativo, il Dr. Andrea Cinquegrani Direttore del mensile d’inchiesta LA VOCE DELLE VOCI, sollecitando iscritti e non iscritti ad aprire una riflessione facendoci pervenire il loro punto di vista in previsione di una riunione del Consiglio Direttivo dell’Associazione che dovrà appunto decidere le linee da seguire.

Il ragionamento parte da una convinzione – che si fa quindi premessa necessaria. Mi pare di aver capito in questi anni che la Caponnetto sia ben diversa, anzi del tutto diversa dalle altre sigle di bla bla e quaquaraqua: non antimafia di parole, ma di fatti. Non palestra per “professionisti” (sic) dell’antimafia pagata coi soldi dello Stato, quindi i nostri, ma sigla che intende svolgere un ruolo del tutto diverso. Non sigla che promuove o partecipa a marce per la liberazione dell’albicocca dalle mafie, o passerelle per il pisello liberato, ma gruppo che intende il suo impegno antimafia per qualcosa di “lievemente” più impegnativo e un po’ meno festaiolo.
Detto questo, mi pare che il “cuore” sia rappresentato da quel bagaglio di ricerche, lavori, studi, approfondimenti, scavi e insomma tutto quanto fa investigazione per scoprire i veri affari della mafie sul territorio: che significa appalti, delibere, atti amministrativi, intrecci societari, scatole cinesi, nomi, prestanome, collusioni e via di questo passo. Tutta questa massa di lavoro fondamentale di base (difficile, impervio, complesso, un po’ più faticoso che partecipare ad una marcetta o ad una fiaccolatina) può e deve avere due sbocchi maestri: un lavoro che possa essere utilizzato dagli inquirenti “ufficiali” già impegnati nel contrasto (procure, forze dell’ordine, etc), e ciò per quanto concerne quegli “spunti” che necessitano di ulteriori strumenti investigativi a supporto (intercettazioni, indagini bancarie etc), strumenti che possono essere usati solo da chi è istituzionalmente preposto a questo lavoro. Sul secondo versante, il lavoro di scavo della Caponnetto deve essere finalizzato ad una divulgazione verso i cittadini, per far crescere sempre di più la presa di coscienza collettiva della pericolosità e pervasività della presenza mafiosa, sia nel contesto economico (ormai endemica) che in quello sociale e istituzionale (anche qui sempre crescente). In questa seconda ottica, potrà rientrare una veicolazione attraverso la Voce di quei contenuti, quelle ricerche, quelle indagini che possono essere divulgati (perché accertati, e quindi fonte da ricerche via Camera di Commercio, catasto, atti giudiziari etc).
Questo è il cuore.
Il resto dell’attività – dai convegni alle costituzioni di parte civile per fare solo i due esempi più significativi – è il corollario, il contorno importante e necessario, ma che deve sempre ruotare intorno al nucleo base dell’attività. Il resto rischia di diventare solo folklore, “tanto per fare”: e quindi inutile e sviante per un gruppo non numerosissimo e che quindi deve focalizzare con precisione i suoi obiettivi, ed evitare nel modo più assoluto la dispersione delle energie in un inutile e farraginoso coacervo d’iniziative di mera facciata.
Di seguito, ecco quello che intendo per ORGANIZZAZIONE e quale contributo io possa dare (soprattutto attraverso la Voce).
a) CONVEGNI – Con Rita, possiamo di certo continuare in quanto già fatto, e cioè di contribuire al reperimento di personalità (nell’ambito della magistratura, ma non solo) in occasione della realizzazione dei convegni. Per gli stessi convegni, possiamo predisporre i
comunicati stampa pre e post convegno, quindi sia per far in modo che la stampa annunci l’evento, sia che ne scriva in seguito. Anche per quanto riguarda l’attività di COMUNICAZIONE, necessaria con una certa frequenza (è giusto infatti che la Caponnetto, attraverso la voce del suo segretario o presidente, si pronunci su alcuni temi forti, di attualità), possiamo dare una mano al Segretario: nel senso che questo stende il comunicato, noi poi – se necessario – diamo una forma giornalistica più puntuale. Per i convegni, giusto una piccola aggiunta: massimo tre magistrati per volta, una mezzora finale di dibattito col pubblico e caso mai una brevissima scheda (3-4 minuti max) filmata da proiettare all’inizio del convegno per fare un rapido flash sulle attività e iniziative della Caponnetto.
b) INCONTRI – Se si vogliono realizzare incontri con esponenti istituzionali (esempio, Dda, Dia, Gdf o altro), possiamo fornire un contributo, come è capitato in passato.
c. STUDI E RICERCHE – Come detto, è il cuore, e l’ho illustrato in precedenza. Il lavoro – coordinato da un amico ex Commissario di Polizia- si articola per adesso su 3 nuclei base: Alto Lazio, Basso Lazio, Campania (ma occorre pensare a Roma). E’ necessario che al coordinatore del Gruppo “Studi e Ricerche”affluisca tutto il lavoro. Dal canto mio, penso di realizzare un paio di incontri mensili con lo stesso Coordinatore, incontri operativi, per esaminare i materiali e verificarne la “canalizzazione”. Come detto in due filoni: studi da consegnare alle “istituzioni” (ma in modo oculato e mirato, come fatto fino ad oggi); altro materiale da utilizzare per articoli di stampa, inchieste, per raggiungere il secondo fine base, la sensibilizzazione dell’opinione pubblica, fare in modo che il tutto non resti in chiuse stanze, ma vada fuori, per allargare le consapevolezza della gravità dei fenomeni. Va compreso che la Caponnetto non può e non deve surrogarsi o sostituirsi al lavoro di chi deve istituzionalmente farlo, essa non è una polizia investigativa parallela, una sorta di spectre casareccia, ma un gruppo di lavoro con quelle finalità in precedenza delineate. Per quanto riguarda la divulgazione – come accennato – si può pensare a delle presenze mensili o bimestrali sulla Voce (che poi via internet abbiano un effetto moltiplicatore a cascata): ad esempio 4 pagine come Caponnetto (attività, iniziative, ricerche), pagine che potrebbero confluire nello speciale Voci, dedicato alle attività delle Associazioni, dei gruppi etc. Oppure, si può pensare a inchieste tematiche, ad esempio sulle infiltrazioni malavitose in questo o quel settore, in questi o quei lavori, in questo o quel territorio: e facendo evidente riferimento alla Caponnetto come autrice di quel lavoro investigativo.