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ABBIAMO COLPITO AL CUORE “O SISTEMA”!

Stizzita. Rabbiosa è scattata la reazione nei nostri confronti. E’ la prova più evidente che abbiamo colpito al cuore “o sistema” in provincia di Latina.

Non ci sono un evento pubblico, una dichiarazione alla stampa, una manifestazione, in cui non venga attaccata la nostra Associazione.
Con ogni mezzo!

Il mondo del malcostume reagisce in maniera scomposta alle nostre denunce, con il dileggio, con i messaggi cifrati, con i tentativi di delegittimazione, con le provocazioni di ogni genere.

Non ci intimidiscono. Anzi!

Vuol dire che abbiamo imboccato la strada giusta!

Sono anni che stiamo denunciando il mondo delle “contiguità”, di coloro che, pur non facendo parte organicamente della mafia intesa in senso tradizionale, ne costituiscono oggettivamente il vero corpo.

La “mafia bianca”, i “colletti bianchi”, coloro che rappresentano “o sistema”.

La vera mafia! Quella più pericolosa, perché invisibile agli occhi dei più, dei mentalmente pigri, dei collusi, coscienti o incoscienti.

Quello che maggiormente ci addolora è il fatto che non ci arrivi, da parte di coloro che almeno a parole sono schierati dalla parte della giustizia e della legalità, uno straccio di segnale di solidarietà.

Un territorio, una popolazione che non sono in grado di reagire ad una deriva che ci sta portando verso il baratro, sono un territorio ed un popolo in agonia.

Quotidianamente quella parte di stampa che ancora mostra di essere libera pubblicizza episodi di malaffare e di occupazione del nostro territorio (valga per tutti quanto ha scritto Rosaria Capacchione su “il Mattino” dell’8 novembre u. s. relativamente ai propositi di utilizzo dei famosi 50 chili di tritolo da parte dei Casalesi e del coinvolgimento, per ora presunto, in quel disegno di persone che non sono estranee alla provincia di Latina) e, malgrado tutto, ci sono persone che hanno la sfacciataggine di negare l’esistenza delle mafie nelle nostre città o, al massimo, parlano ancora di… ” tentativi di infiltrazione”.

Dobbiamo dare atto ai cari amici di “Libera” del Lazio di aver, in un recente, dettagliato documento, denunciato la sottile opera di continua penetrazione mafiosa nella nostra economia e nella nostra società, attraverso le mille attività messe in piedi, a cominciare da quella del cemento.

Attività i cui autori, ormai, non sono solamente soggetti che vengono da altre regioni, ma che, al contrario, sono nati, cresciuti e pasciuti sulle nostre terre.

La “quinta mafia”. Eccoli. Li vediamo -alcuni- tutti i giorni, in mezzo a noi talvolta, a contestarci che… la mafia non c’è, a tentare di farci apparire dei visionari, a… suggerirci di… ”farci i fatti nostri”, a consigliarci di… non ostacolare uno sviluppo economico che produce occupazione per i giovani, ad insultarci, a tentare di farci desistere perché… tanto il mondo deve andare così e non saremo di certo noi a fermare il corso degli avvenimenti.

Ecco la vera “mafia”, non raramente annidata, saldamente annidata, nei partiti politici, nelle istituzioni.

Ma c’è ancora qualche ingenuo che continua a credere che la mafia, quella vera, è costituita solamente dai soliti nomi che ci vengono quotidianamente snocciolati?

Allora, non c’è alcuna speranza di cambiamento?

Se la parte buona, che è ancora la maggioranza, dei cittadini continua a perdere la capacità di reazione, no ed i nostri figli, i nostri nipoti avranno ragione di maledirci per non aver fatto alcunché per cambiare le cose.