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A Sorrento e nella penisola sorrentina è necessario ed urgente dar vita ad un particolare apparato di vigilanza. Su un territorio così ricco la camorra è fortemente interessata e, ovviamente, presente ed attiva

SORRENTO – Le rivelazioni degli investimenti della camorra stabiese in
penisola sorrentina arrivano dal pentimento del braccio destro di Enzo
D’Alessandro. E’ Salvatore Belviso a raccontare come le scommesse e i
videopoker sono i principali settori di interessi per il riciclaggio
dei soldi sporchi.

LE REAZIONI

«Onestamente è come se fosse stata scoperta l’acqua calda. In effetti
è da anni che si sente il fiato sul collo della malavita. La penisola
sorrentina è una terra florida, invidiata ovunque. Ma che attira
interessi criminali a cui bisogna contrapporre un’energica e furiosa
rivolta per far sì che qui si evitino pericoli scongiurando il rischio
che l’isola felice di una volta non torni mai più e diventi uno
sbiadito ricordo da conservare nei libri di storia». È il commento,
secco e preciso, del presidente della commissione Trasparenza del
Comune di Sorrento, Rosario Fiorentino. Che interviene a piedi uniti
nell’ampio dibattito politico riscoppiato negli ultimi giorni dopo le
nuove rivelazioni sui rapporti fra la criminalità e la penisola
sorrentina. C’è il timore che le cose possano peggiorare, il senatore
di Sorrento del Pdl, Raffaele Lauro, ha rilanciato l’appello ai
sindaci: ovvero vigilare e combattere di più le attività illecite.
Proprio loro, i primi cittadini, nelle scorse settimane rispedirono al
mittente il disegno secondo il quale Sorrento e la penisola fossero
accerchiate dalla camorra. Ma le ultime notizie vanno in senso
opposto. Qui, dunque, serve un cambio di marcia. «Perché – sottolinea
Fiorentino – più passa il tempo e più si peggiora. Serve arginare la
costiera in tutti i modi dagli interessi della malavita. Non è
semplice, ma è necessario scendere in campo con più vigore. Qui non
possiamo continuare a vivere con la presunzione che la penisola
sorrentina sia una realtà completamente distaccata da un circondario
in cui la criminalità ha messo radici per poi espandersi lì dove è
possibile reinvestire con riscontri i propri proventi illeciti.
Bisogna aprire un capitolo di indagini sulla questione riciclo. Qui in
penisola sorrentina mi pare che tale tematica sia di prioritaria
importanza. Siamo accerchiati. Le rivelazioni sull’espansione dei clan
a Sorrento sono decisive perché sconfessano le certezze dei sindaci
confermando quel che dicevamo da tempo: c’è un problema, grosso, da
affrontare. In penisola la malavita si presenta sotto forme diverse da
quelle “abituali” in realtà così vicine. Occhio alle transazioni, alle
operazioni immobiliari, all’arrivo di capitali di dubbia matrice. Gli
investimenti sono una valvola di sfogo con cui la criminalità
organizzata, in penisola, avanza giorno dopo giorno». Ma c’è di più:
“Stiamo preparando – spiega il presidente della commissione
Trasparenza – un appello da rivolgere alle istituzioni locali per
coordinare un programma di lavoro costruttivo per salvaguardare
l’identità sana della penisola sorrentina da opporre ai malviventi che
tendono ad arrivare dalle nostre parti per fare affari. Dai processi
arrivano vere e proprie batoste per chi diceva che qui a Sorrento
bisognava stare sereni. Mi spiace che qualcuno si sia fatto portavoce
di messaggi sbugiardati in tutto e per tutto. Coalizziamo le forze
sane della penisola, forze politiche e di polizia, per lottare con
tutte le nostre forze”.