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A quattro anni dalla scomparsa del Capitano Fedele Conti, ex Comandante della Compagnia della Guardia di Finanza di Fondi. Tanti interrogativi rimasti senza risposta

IL RICORDO COMMOSSO DEL SUO AMICO ARTURO GNESI

Appena alcuni mesi fa un professore di una prestigiosa Università
inglese,Tom Behan,ci ha telefonato per manifestarci il suo proposito di
scrivere un saggio su alcune vittime di mafie non note al grande pubblico.Su
persone,cioè,dai nomi non altisonanti come Falcone,Borsellino e quant’altri.
Ci parlò di Don Cesare Boschin,il parroco di Borgo Montello, e ci chiese di
aiutarlo nelle ricerche di documentazione e di testimonianze che provassero
che ad ordinare la sua morte fu la camorra.
Noi gli proponemmo di  parlare nel suo libro,oltre che di Don Boschin,anche
del Capitano Fedele Conti,l’ex Comandante della Compagnia della Guardia di
Finanza di Fondi,suicidatosi nella notte del 26 settembre del 2006 nel suo
alloggio in caserma,ad appena qualche mese dal suo insediamento nella
cittadina pontina.
Gli dicemmo che non avevamo elementi per sostenere che della morte del
Capitano Conti autrice sia  stata  stata la mafia in quanto,peraltro,si é
trattato,secondo la versione ufficiale,di un suicidio,ma che,comunque,non si
poteva a priori escludere,tenuto conto dei noti avvenimenti  che hanno
interessato Fondi,che fra le cause che hanno determinato l’evento luttuoso
potrebbe  esserci  stata  qualche preoccupazione  nata nella mente
dell’Ufficiale per essersi  imbattuto in  inchieste  direttamente od
indirettamente collegate  con quegli avvenimenti.
Il Prof.Behan si mostrò interessato anche a questo delicato “caso” e ci
assicurò che ne avremmo parlato in maniera approfondita in occasione di un
suo imminente viaggio sul nostro territorio.
Ci ha richiamato per dirci che ci saremmo visti in ottobre,fra qualche
settimana,cioè.
Il nostro intento era quello di rendere onore alla memoria di un giovane ed
onesto Ufficiale,Fedele Conti,che ha reso la sua vita ,in questa terra bella
ma sfortunata qual’é la provincia di Latina,fedele al suo giuramento di
fedeltà a quello Stato di diritto al quale vogliamo continuare a
credere,malgrado tutto.
Appena un mese fa abbiamo  ricevuto la  dolorosa  notizia che il Prof.Behan
é deceduto.
Nel riportare  con piacere le parole commosse di Arturo Gnesi che ancora una
volta ha voluto ricordare il triste anniversario della morte del suo caro
amico Fedele Conti,vogliamo ,al contempo,con Fedele,ricordare anche Tom
Behan che di Fedele voleva parlare nel libro che si accingeva a scrivere.
Per  Entrambi il  ricordo commosso di tutti noi dell’Associazione Caponnetto
con un grazie infinito per quanto hanno fatto e,soprattutto,per quanto
avrebbero voluto fare per questo territorio.

Ass.A.Caponnetto
Pubblichiamo qui di seguito la nota di Arturo Gnesi:

Le strane coincidenze di un paese distratto ….
a quattro
anni
dalla scomparsa di Fedele Conti
A circa quattro anni dalla morte del capitano della Guardia di Finanza
Fedele
Conti, avvenuta nella notte del 26 settembre del 2006, avrei voluto
ricordare
la sua profonda correttezza professionale e la sofferenza degli ultimi mesi
trascorsi nella caserma di Fondi.
Nulla di eccezionale, se non il tentativo di mettere insieme i fatti
accaduti
in questi anni e non solo a  Fondi  dove purtroppo non mancano i
condizionamenti della criminalità organizzata che spesso  tiene sotto
ricatto
parte della classe dirigente influendo in modo determinante sulle scelte
politiche locali.
Un racconto che si sarebbe snodato attraverso i ricordi personali e che
avrebbe mostrato quanto amore, passione e affetto abbia suscitato questa
storia
in alcuni cronisti che poi hanno voluto  approfondirla e  proporla ai loro
lettori e ai loro telespettatori.
Una storia dove lo Stato spesso è  latitante quando deve incoraggiare e
sostenere i suoi servitori , uno Stato spesso disgregato dai piccoli
interessi
particolari, dove il potere anziché essere esercitato per il bene comune
viene
utilizzato per accumulare privilegi e servigi personali.
Fedele Conti era un uomo dello Stato,  garante della giustizia e della
legalità per tutti i cittadini,  è un eroe vittima di un sistema  politico-
affaristico incentrato sul potere economico spesso  forza occulta della
grande
criminalità organizzata.
Avrei voluto raccontare dei suoi conoscenti che lo rimpiangono come amico e
come collega .
Invece , per alcune strane coincidenze ho dovuto porre attenzione su alcuni
fatti che stanno accadendo in queste ore a Pastena.
Infatti a  Pastena,  il paese di Fedele Conti, qualche ora prima dell’
anniversario della sua scomparsa, viene insignito con il premio Nino
Manfredi
un personaggio che, secondo gli organizzatori, si è “contraddistinto per le
gesta e per l’etica professionale e si è distinto per il rigore morale”
Va fatto presente che  presidente della Lazio Claudio Lotito,   ha già
avuto,
dinanzi alla quinta sezione penale del tribunale di Roma,  la prescrizione
di
reati di associazione a delinquere finalizzata al falso e alla ricettazione
per un giro di fatture false per prestazioni inesistenti emesse tra il 1989
e
il 1997.
Forse il target del premio non è proprio confacente al personaggio prescelto
ma c’è ancora un’amara considerazione da aggiungere, ed è un’altra
coincidenza
che lascia stupefatti.
Claudio Lotito nel 2009 è stato condannato, dal Tribunale di Milano, a due
anni di reclusione e ad un anno di interdizione dai pubblici uffici per
aggiotaggio, ovvero per aver usufruito, con mezzi illegali,  di  un
illecito
guadagno dalla compravendita dei titoli della società sportiva Lazio .
Il fatto più crudele di questa vicenda è che i controlli  iniziati nel  2005
furono svolte dal nucleo tributario della Guardia di Finanza, ovvero dai
colleghi del capitano Fedele Conti, e chissà se anche lui, in quel tempo nel
nucleo tributario della capitale,  non partecipò alle indagini che
successivamente si sono concluse con la condanna dell’imputato.
Si può pensare quello che si vuole ma se un paese  vuol conservare la
memoria
dei suoi uomini migliori,  deve mantenere un minimo di dignità morale  e
non
può  mettere sotto i riflettori,
tra gli applausi del pubblico , chi si è servito dello Stato relegando nell’
oblio e annientandolo nel silenzio chi invece  ha servito lo Stato.
Siamo convinti che non si può distruggere né la memoria storica e né  la
coscienza civile di un paese  e per questo pensiamo che tutto sia il frutto
di
diaboliche coincidenze altrimenti verrebbe da pensare che il degrado delle
istituzioni abbia raggiunto un declino irreversibile .
Pastena 25 settembre 2010
Dr.Arturo Gnesi