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A proposito dell’operazione “Golfo”. Considerazioni da noi fatte agli inviati di un’emittente televisa internazionale in visita a Pastena

Ritorniamo da Pastena, il paese ciociaro che ha dato i natali al compianto Capitano della Guardia di Finanza Fedele Conti, morto a Fondi per ragioni rimaste a tutt’oggi misteriose.

Abbiamo incontrato il Sindaco ed i giornalisti di un’importante emittente televisiva internazionale che sta conducendo un’inchiesta sui siti nel Lazio in cui sono stati interrati dalla camorra rifiuti tossici.

Pastena, Ceprano, Borgo Montello sono ormai nomi noti.

Probabilmente ce ne sono degli altri, ad oggi meno noti.

Il Lazio, una discarica, una bomba ecologica, un cimitero, come qualcuno azzarda a definirlo, con patologie che hanno portato tante, tantissime persone alla morte.

E che tante ancora ne porteranno.

Pochi hanno il coraggio di parlarne; pochi hanno il coraggio di andare fino in fondo per comprendere la portata, le dimensioni di un disastro senza fine.

La camorra.

Quella camorra della quale nessuno vuole parlare, o, tutt’al più, pochi vogliono parlarne appieno per capire e denunciarne i contorni.

Quelli veri, che irrompono nei terreni sconfinati della società civile, della politica, delle istituzioni, delle professioni.

Non ci interessano più di tanto i singoli episodi di cronaca nera; non ci interessano e scandalizzano più di tanto gli arresti dei Bardellino, dei Dell’Aquila, degli Schiavone, degli Iovine e così via.

O di Michele Zagaria, quando ci saranno.

Era inevitabile che, prima o poi, essi ci sarebbero stati.

Non ci appassionano, quegli arresti, perché non siamo dei pivelli, conosciamo la mafia, anzi le mafie ed i mafiosi, da vicino, ne conosciamo i volti, le identità, quelli veri, che sono, sì, quelli indicati, noti e stranoti, ma soprattutto quelli “invisibili”, meno noti, se non a pochi.

Avevamo previsto una sorta di “sagra dell’ipocrisia” subito dopo gli esiti dell’operazione “Golfo” e puntualmente ci è stata.

Congratulazioni, complimenti nei confronti delle forze di polizia da parte di soggetti che non hanno mai fatto nulla per aiutarle, che non hanno mai mosso un dito per denunciare, facendo nomi e cognomi o fornendo indicazioni precise, per debellare un cancro che è diventata una metastasi che sta corrodendo il corpo del Paese.

Soggetti alcuni dei quali addirittura, consapevolmente o meno, oggettivamente o meno- qualcuno almeno – sono contigui al “sistema”.

Vorremmo che tutti –o almeno coloro che sanno e vogliono soprattutto “leggere” e “capire”- leggessero il testo delle intercettazioni telefoniche fatte dalla Polizia di Stato di Formia qualche anno fa in occasione dell’inchiesta “Formia Connection”.

Vi appaiono nomi di esponenti politici, di qualche cronista.

La Procura della Repubblica di Latina non ha ritenuto di procedere ed ha chiuso quella parte dell’inchiesta che riguarda appunto il coinvolgimento di taluni politici.

Come pure essa non ha preso in alcuna considerazione le dichiarazioni a Il Sole 24 Ore di un consigliere comunale che si dichiara… orgoglioso di essere amico di…

Misteri della fede, misteri d’Italia, misteri pontini.

Il nodo è proprio qua e non altrove.

Il nodo è in quell’area zuccherosa, scivolosa costituita da persone cosiddette “perbene”, che “contano”, i cui nomi vengono fuori talvolta quando si vuole scavare seriamente, nomi che ascoltiamo nei sussurrii della gente.

Ma c’è ancora qualche imbecille in giro che crede veramente che la mafia è fuori da settori della politica, delle istituzioni, delle professioni e dei mestieri, della stessa società civile?

Considerazioni fatte ieri sera a Pastena, , nel Lazio, in una terra in cui attori da strapazzo si illudono di recitare il ruolo di una maschera fine qual’è Pulcinella, agli inviati speciali di un’emittente televisiva internazionale.